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Papa Francesco: “questo è un Natale triste, un Natale di guerra”

“Questo è un Natale triste, un Natale di guerra. C’è gente che muore di fame”.

Lo ha detto il Papa, in un’intervista concessa al vaticanista Fabio Marchese Ragona, per Mediaset. “Per favore abbiate un cuore grande e non fate le spese come se nulla accadesse”, l’appello di Francesco: “L’indifferenza è una delle cose che dobbiamo lottare tanto e voi giornalisti avete un po’ la missione di svegliare i cuori per non cadere in questa cultura dell’indifferenza”. Tra gli altri temi toccati da Francesco, quello dell’inverno demografico: “Un figlio è una minaccia in questo momento. Ma dove siamo? Dovrebbe essere una benedizione. Per questo credo che dobbiamo riprendere. Io dico, italiani per favore fate figli. La patria ha bisogno dei figli, per favore. Meno egoismo”. Questo il bilancio del pontificato, alla vigilia del decennale: “Io quando sono stato eletto ho preso come programma tutte le cose che con i cardinali abbiamo detto nelle riunioni pre-conclave al prossimo Papa che sarebbe stato presente lì, ma nessuno sapeva chi fosse. Io ho preso questo come cammino di andare avanti. Ci sono anche cose da fare, ma sta andando avanti. È buono perché i cardinali che erano stati lì mi hanno aiutato tanto a fare questo cambiamento. Una delle cose che più si vede, che non è la più importante ma quella che più si vede, è la pulizia economica, evitare che ci siano cose brutte economicamente. Adesso quell’Istituzione è forte. In questi giorni è stato riunito il Consiglio per l’Economia, sta lavorando bene. Loro hanno dato le indicazioni per portare avanti questo. Io ho incominciato a fare, con l’aiuto di tutti, quello che i cardinali avevano chiesto. Ma, soprattutto, la missionarietà, lo spirito missionario, l’annuncio al Vangelo. Questo è importante: noi possiamo avere una curia molto organizzata, una parrocchia molto organizzata, una diocesi molto organizzata, ma se non c’è spirito di missione, se non si prega lì dentro non vai. La preghiera è importante”. Quindi l’elogio al cardinale Pell, che ha iniziato la riforma economica: “Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto – che poi era innocente, ma gliel’hanno fatta brutta poveretto – e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose”.

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