Diana Papa
Un lungo cammino di ascolto, di riflessione, di conversione ci ha permesso di giungere alla solennità del Natale. Mettendoci davanti al Signore con cuore sincero, ci rendiamo conto dei passi che abbiamo compiuto nella fede, nell’amore e, nello stesso tempo, degli aspetti che attendono di essere sciolti, per camminare con coerenza dietro a Gesù.
Oggi vogliamo fermarci davanti al Presepe che rappresenta plasticamente la nascita del Figlio di Dio e guardare i vari personaggi. Contemplandoli, possiamo liberare nel cuore sentimenti di meraviglia e di stupore oppure mettere in atto solo ragionamenti che ci portano lontano dalla comprensione di un accadimento che ha cambiato il corso della storia non solo sociale, ma anche personale.
Come accogliamo Dio che, assumendo la nostra condizione umana nel Figlio, ci rivela la sua prossimità, l’amore eterno per ogni vivente?
Il Padre non ha cercato per la nascita di Cristo una famiglia ricca o un luogo collocato in un centro importante di comunicazioni. Egli ha inviato sulla terra suo Figlio Gesù nel tempo degli uomini e delle donne, sperimentando la precarietà e la cura, la solitudine e l’amicizia, il dolore e la tenerezza, l’abbandono e la morte di croce. Dio ha voluto che il proprio Figlio attraversasse interamente la parabola dell’esistenza. Ha condiviso e ha portato su di sé la sorte dell’umanità, dimostrando concretamente l’amore senza fine per ogni vivente.
Quanta fiducia il Padre continua a riporre nelle sue creature!
Meditando la Parola, emerge che Dio ha affidato il suo unico Figlio ad una giovane donna, Maria, promessa sposa di Giuseppe, ed ella, con il suo “eccomi” colmo di fede, si è abbandonata all’Altissimo, nonostante le difficoltà reali che avrebbe dovuto affrontare.
Quale canale usiamo per sintonizzarci con il Signore e con le persone che incontriamo?
L’angelo chiede a Giuseppe nel sonno di accogliere Maria e di custodire il Figlio suo che da lei sarebbe nato per opera dello Spirito Santo, ed egli ha creduto alle parole dell’angelo e l’ha presa con sé.
Che cosa ci impedisce di fidarci degli altri? Come coltivare un clima di fiducia nell’ambiente in cui viviamo?
L’angelo si reca presso alcuni pastori che, durante la notte, vegliano all’aperto, per custodire il loro gregge. A costoro che vivono ai margini della società, annunzia loro con gioia a coloro che è nato il Cristo Signore. il messaggero di Dio indica loro alcuni segni di riconoscimento: il bambino è avvolto in fasce ed è adagiato in una mangiatoia. I pastori con meraviglia e stupore decidono di andare a Betlemme senza esitare. Giunti sul posto, riscontrano quanto l’angelo aveva annunziato loro e lodano Dio per le promesse realizzate.
Il Signore chiama ed invia dei collaboratori sulle strade del mondo: le nostre relazioni raccontano il Vangelo?
Una stella guida i Magi partiti dall’oriente verso Gerusalemme, per cercare il luogo dov’è nato il re dei Giudei e adorarlo. Dopo aver avuto le necessarie informazioni, proseguono il viaggio guidati dalla stella che, precedendoli, si ferma a Betlemme, nel luogo dove era nato il bambino. Raggiunto il posto, i Magi provano una gioia immensa, si prostrano e adorano Gesù.
I Magi, per camminare nella speranza, hanno coltivato nel cuore il desiderio di raggiungere la meta indicata dalla stella. Essi non si smarriscono, chiedono notizie, perché consapevoli del fatto per raggiugere l’obiettivo hanno bisogno dell’aiuto di qualcuno: si fidano della stella e si lasciano orientare.
Il Signore ci guida costantemente sulla strada della pienezza della vita: quali segni di Dio riconosciamo lungo il cammino che ci aiutano a scoprire la Sua presenza e ad aprire gli occhi e il cuore, per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle?
Maria, Giuseppe, i pastori, i Magi ci aiutano a scoprire l’importanza della fiducia nella vita personale fatta di piccole scelte che mirano a custodire costantemente la comunione nelle relazioni. La consapevolezza che la nostra esistenza è nelle mani del Signore, ci aiuta a vedere nel cuore di ogni altro l’impronta di Dio. Egli che continua a tessere con ogni vivente relazioni autentiche, ci chiede di costruire con gli altri una società fondata sul rispetto reciproco che custodisce la pace.
Guardando ogni giorno il Bambino nato per noi, possiamo scoprire che cosa significa consegnarsi ad ogni altro senza rivendicazioni e solo per amore.
Gesù ci rivela che il Padre suo ha tanta fiducia in noi: Siamo disposti a ritessere un tessuto sociale umano che talvolta sembra lacerarsi? Ci vogliamo impegnare in ogni ambito a diffondere la pace non fatta di slogan, ma di gesti concreti? Come fare rete con altre persone di buona volontà che credono nella società dell’amore fondata sul Vangelo?