DIOCESI – “In preghiera e in adorazione contempliamo il mistero della nascita di Gesù nella spoglia grotta di Betlemme: al freddo e al gelo, come canta la canzone tradizionale che rievoca questo mistero. Dio viene nel mondo nella povertà e nell’umiltà, nascondendo la sua stessa divinità dentro il corpo umano di un bambino, accolto da Maria e Giuseppe e da qualche pastore che vegliava il gregge nella notte. Non si tratta di un Dio che si presenta con potenza esteriore o che vuole imporsi con violenza, si nasconde nelle sembianze di un comune bambino che nasce in situazioni molto disagiate per lui e per i suoi genitori. Non si tratta di un caso sfortunato e fortuito, ma di un vero e proprio progetto di Dio che viene nel mondo per salvare il mondo. Da che cosa deve essere salvato questo mondo? Mi pare di poter leggere nelle modalità del suo venire nel mondo nel Natale alcune preziose indicazioni”.
Con queste parole il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani ha aperto la sua omelia nel giorno di Natale.
Mons. Bresciani ha poi sottolineato alcuni aspetti importanti: “Innanzitutto: noi pensiamo troppo spesso che sia la potenza del denaro e della ricchezza che fa la grandezza dell’essere umano, e quanto ci affanniamo per questo! Quanta violenza genera tutto ciò! Poi scopriamo che nella nostra ricchezza siamo soli e soffriamo di solitudine. Si tratta di uno dei mali più diffusi oggi. Ci affanniamo a costruire case belle e accoglienti, ma poi ci accorgiamo che non bastano alla vita, meno che meno quando restano vuote, abitate da relazioni inesistenti o interrotte, case che mancano del calore umano che nessuna ricchezza può dare. Davvero non è questo che salva il mondo. Non è questo che ci viene insegnato dal Natale.
Inoltre, noi pensiamo che sia la forza che salva, per questo costruiamo armi, prepariamo eserciti e combattiamo battaglie di ogni genere, con armi morali, psicologiche e belliche. Non raccogliamo che distruzioni, dolori e morte fisica e morale. Purtroppo il mondo continua a insistere su questa logica perversa: lo stiamo constatando ancora una volta con la folle criminale guerra di invasione che si combatte nella nostra Europa. Potere e dominio, meno che meno quando imposti con la violenza, non portano niente di buono a nessuno. Non è questo che salva il mondo. Non è questo che ci viene insegnato dal Natale.
Ancora, noi pensiamo che il divertimento sia ciò che fa felice la vita e anche a Natale ci affanniamo ad organizzare avvenimenti di intrattenimento, spettacoli, concerti e tante altre cose di questo genere. Il mondo è in festa e facciamo a gara per vedere chi ha le luminarie più vistose o il calendario più ricco di avvenimenti. Ma in tutto questo non c’è alcun posto per Gesù, proprio come a Betlemme, dove lui non ha trovato nemmeno un posto minimamente dignitoso per nascere. Per lui c’era posto solo là fuori, dove si rifugiavano gli animali per passare la notte. Forse anche là a Betlemme erano tutti in festa e tutte le locande erano piene di gente festaiola. Ma la vita non è solo divertimento e consumi che aumentano. Il divertimento, da solo, ci lascia disarmati nei confronti delle richieste della vita e delle responsabilità che comporta la vita insieme ad altri. Per questo ci lascia poi carichi solo di lamentazioni che vengono dalla nostra incapacità a stare dentro le richieste che la vita pone ad ognuno, lamentazioni che manifestano nient’altro che chiusura egoistica su se stessi e insensibilità verso gli altri. Non è questo che salva il mondo. Non è questo che ci viene insegnato dal Natale.
Potremmo continuare ad indicare molti altri aspetti del nostro modo di vivere il Natale che poco o nulla hanno a che vedere con quel divino bambino -Gesù- che nasce in una grotta, rifugio per animali, e viene posto in una mangiatoia. Molto meglio, invece, chiederci che cosa vuole indicarci Dio con la sua nascita nella disadorna povertà di Betlemme.
Mi pare di capire che voglia indicarci dove sta la vera dignità dell’essere umano: non nel potere e nel dominio, non nella ricchezza, non nell’abbondanza dei consumi e tanto meno nell’apparenza delle cose esteriori, ma nell’amore che doniamo e riceviamo: nell’amore di Maria e Giuseppe che nella loro povertà accolgono quel bambino e nell’amore di un Dio che si fa piccolo e inerme per insegnarci che la vera forza umana capace di cambiare il mondo è l’amore che si fa piccolo per raggiungere tutti. Questa è la sola forza capace di conquistare i cuori e liberarli dalla sclerosi che li indurisce, li allontana dagli altri e rende tutte le relazioni più difficili, quando non conflittuali. Questa è l’unica forza di Dio, l’unica capace di risanare le ferite e ricostruire relazioni infrante, l’unica capace di far rinascere la vita dove l’egoismo ha seminato distruzione e lotte e creato deserti. È l’unica forza capace di dare pieno senso alla nostra esistenza umana”.
Il Vescovo Bresciani ha poi concluso: “Carissimi nella semplicità e nella povertà materiale del Natale è nascosta la vera forza capace di rivoluzionare la storia umana trasformandola da storia di dolori, sopraffazioni e violenze in storia di vera umanità unita da relazioni di pace e di giustizia.
Sapremo cogliere, vivere e fare nostra questa forza? Se lo faremo saremo entrati nel mistero del Natale e ne godremo i frutti.
Chiediamo al Signore Dio, fatto uomo per noi a Betlemme, che ci introduca in questo mistero e ci aiuti a viverlo seguendo il suo esempio e sarà anche per noi Natale.
Buon Natale carissimi fedeli, a voi, a tutte le vostre famiglie e a tutta la nostra amata Chiesa diocesana”.
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