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Festa della Sacra Famiglia: la testimonianza di Vincenzo Di Biase e Maria Catocchia – 55 anni di matrimonio

COLONNELLA – In questa giornata speciale, in cui celebriamo la ricorrenza della Sacra Famiglia, vogliamo riportare l’esperienza di una bella famiglia che si è formata ben 55 anni fa. Stiamo parlando di Maria Catocchia e Vincenzo Di Biase, rispettivamente di 79 e 75 anni: sposati dal 1967, vivono da sempre a Colonnella e hanno una figlia, Antonella, sposata con Pietro, e due nipoti di 29 e 26 anni, Paolo e Milena.

Come vi siete conosciuti?
Maria: Siamo entrambi del quartiere San Giovanni di Colonnella, quindi ci conosciamo praticamente da sempre. Quando avevo 14 anni, Vincenzo, che ne aveva 18, accompagnava spesso sua sorella a casa mia, visto che era una mia amica.
Vincenzo: Ricordo che era molto timida, si faceva sempre da parte, aveva molta paura dei pettegolezzi della gente e avvicinarla per avere una conversazione un po’ più intima era praticamente impossibile! Per fortuna la Messa! Il tragitto per andare alla celebrazione domenicale era l’unico momento in cui si poteva sperare in un’opportunità. Qui a San Giovanni, infatti,  all’epoca non c’era una chiesa, quindi eravamo costretti ad andare a piedi fino a Martinsicuro. Fu così che una domenica, lungo la strada, con la complicità di mia sorella, mi avvicinai a Maria e mi misi a parlare con lei la quale, volente o nolente, fu costretta ad ascoltarmi!

Quindi, Vincenzo, hai fatto tu il primo passo! E Maria cosa ha detto?
Vincenzo: Avevo capito di piacerle, ma, nonostante questo, lei cercava di sfuggirmi, perché temeva che io non fossi serio e che la gente potesse spettegolare su di noi. Allora decisi di andare a parlare con la sua famiglia, così Maria avrebbe compreso le mie buone intenzioni e mi avrebbe preso sul serio. Ma, quando andai a parlare con il padre, ricordo che lei si fece trovare a letto! Non volle neanche uscire dalla camera, per quanto fosse grande la vergogna!
Maria: Ero piccola. I quattordici anni di allora non sono quelli di adesso. Di certi argomenti non si parlava in casa e la sola idea che un ragazzo, tra l’altro molto più grande di me, fosse venuto a casa per parlare di fidanzamento, mi faceva tremare! Per tale ragione avevo cercato di ritardare quel momento il più possibile!
Vincenzo: A me, invece, la sua innocenza piaceva molto: più la vedevo in imbarazzo e più cresceva in me il desiderio di conoscerla. Purtroppo, però, le cose per noi non si misero benissimo. Maria era la terza di quattro sorelle e io il secondo di cinque figli. I miei genitori facevano i contadini, mentre suo padre faceva il manovale in Svizzera e la madre era casalinga. Vivevamo due situazioni di povertà, quindi sia nella sua famiglia che nella mia, i nostri genitori volevano che aspettassimo un po’ prima di sposarci, così da far uscire di casa qualche sorella prima del nostro matrimonio.

Dunque come è andata avanti la vostra storia?
Vincenzo: Io già da quattro anni lavoravo come escavatorista a Martinsicuro e Maria da poco era diventata un’operaia in una segheria a Porto d’Ascoli. Quando terminavo il lavoro, mi sbrigavo per raggiungerla lungo la via di casa e poterci vedere almeno un attimo.
Maria: Da fidanzati la vita di allora non era come quella di adesso. Sia che venisse lui a casa mia sia che andassi io a casa sua, con noi c’era sempre un’accompagnatrice, in genere una delle mie sorelle. All’epoca ci sembrava una tortura, ma da devo dire che, ripensandoci ora, ci facciamo delle grandissime risate!
Vincenzo: In fondo quei comportamenti degli adulti non erano del tutto sbagliati: servivano a far capire a noi giovani i reali sentimenti che provavamo l’uno per l’altra e magari aiutavano ad evitare di fare errori di cui poi magari uno si sarebbe potuto pentire. Del resto, se uno tiene davvero ad una ragazza, è disposto ad aspettarla.

Comunque alla fine ce l’avete fatta! Come è stato il matrimonio?
Maria: Ci siamo sposati il 10 agosto del 1967 e, come era usanza all’epoca, abbiamo fatto un pranzo in casa. Il massimo che ci hanno potuto dare i nostri genitori sono stati i mobili della camera da letto. Per il resto, dopo un breve viaggio di nozze in Svizzera, ospiti delle mie cognate, siamo andati ad abitare nella casa di Vincenzo. Io non ero abituata alla campagna e la convivenza in casa non è stata facilissima, anche perché avevo solo vent’anni e, oltre ai miei suoceri, avevo due cognati piccoli.
Vincenzo: Per tale motivo nel 1968, quando è nata nostra figlia Antonella, abbiamo iniziato a pensare di costruire qualcosa di nostro. Quando nostra figlia aveva tre anni, è capitata l’occasione giusta e siamo andati a vivere a casa nuova.
Maria: Eravamo 13 persone, di cui 3 cognate, ma andavamo tutte d’accordo. La nostra vita si è svolta sempre all’interno di famiglie grandi, allargate, in cui la ricchezza non era forse quella che desideravamo, ma siamo sempre stati circondati da grande affetto.

Quale sono stati i momenti più difficili della vostra vita insieme?
Vincenzo: Di momenti ce ne sono stati tanti. Nel 1975 Maria ha aperto un negozio di generi alimentari da sola e non è stato facile badare all’attività e alla famiglia. Ma i momenti più critici sono stati quelli relativi alla salute.
Maria: Io, intorno ai 40 anni, ho avuto un grave problema di salute e ci siamo molto spaventati. Poi una volta nostra figlia Antonella ha avuto un incidente in motorino ed è stato ancora più brutto. Ma con la pazienza e la fede ogni cosa si risolve. E, anche quando alcune cose non possono essere risolte, il Signore ci dà la forza per accettarle e superarle.

Quali sono stati invece i momenti più belli?
Maria: La nascita di nostra figlia è stata una vera gioia, ma, quando sono arrivati i nipoti, la gioia è stata ancora più grande, perché ci siamo resi conto che il nostro sogno di formare una famiglia si era realizzato e nostra figlia stava proseguendo quel sogno di vita che era anche il nostro.
Vincenzo: Abbiamo vissuto dei bei momenti anche solo noi due come coppia, come quando, per i nostri trent’anni di matrimonio, siamo andati in crociera o quando siamo andati in viaggio a Lourdes insieme a don Giovanni Candellori. E poi come dimenticare la sorpresa che ci ha fatto nostra figlia quest’anno per i nostri 55 anni di matrimonio?! Più passano gli anni e più ci rendiamo conto della bellezza che abbiamo creato intorno a noi. Di questo siamo molto grati al Signore.

Che messaggio volete dare alle coppie più giovani, magari fidanzate o appena sposate?
Vincenzo e Maria: Vogliamo dire loro di essere pazienti l’uno con l’altra e di comprendersi. Oggi il mondo va di fretta; invece per le cose belle ci vuole tempo, perché vanno curate, nutrite, fatte crescere, come una pianta. Affinché faccia dei bei fiori, bisogna averne cura annaffiandola quotidianamente e bisogna esporla alla luce. Così è anche per la famiglia: bisogna ogni giorno prendersene cura attraverso tanti piccoli gesti e sacrifici e poi bisogna illuminarla con la Luce del Signore. Noi abbiamo avuto la grande fortuna di abitare a pochi metri dalla chiesa. La vicinanza fisica alla Casa di Dio è stata una vicinanza anche spirituale e abbiamo avuto il grande dono di avere vicino a noi tanti sacerdoti illuminati che hanno guidato la nostra comunità con sapienza e pazienza: padre Pietro Antinori, don Luigi Illuminati, don Giovanni Candellori, don Marco Farina, don Alfonso Rosati, padre Mario Paoletti, il diacono Pierluigi Grilli, don Ulderico Ceroni e ora don Dino Straccia. Tutti ci hanno fatto comprendere quanto sia importante il Sacramento del Matrimonio: una coppia, senza Dio, non va da nessuna parte; con Dio al centro, invece, la famiglia cresce sana e piena d’amore.

Carletta Di Blasio: