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Papa Sisto V, Don Vincenzo Catani: “Bisogna andare oltre certi stereotipi”

GROTTAMMARE – Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata agli autori locali. Questa settimana abbiamo intervistato Don Vincenzo Catani che ha curato l’opera in tre volumi “Roma, l’Italia e l’Europa durante il pontificato di Sisto V (gli avvisi dal 1585 al 1590)”, volta a far scoprire e conoscere a fondo Papa Sisto V e il periodo storico del suo Pontificato.  L’appassionato e complesso lavoro di don Vincenzo Catani rientra nell’ambito delle numerose iniziative organizzate per celebrare Papa Sisto V, in occasione dei 500 anni dalla nascita. Una ricerca storica, patrimonio per i ricercatori e gli archivisti del pontificato di Sisto V: i tre volumi di Don Vincenzo Catani, infatti, forniranno agli studiosi del prezioso materiale inedito.

Don Vincenzo si tratta di quasi 2500 pagine. Un lavoro di documentazione che ha portato avanti per dieci anni. Le afferma “In questi dieci anni sono stato quasi ogni giorno in compagnia di papa Sisto V e del suo tempo di fine Cinquecento”. Ci racconti meglio.

Si tratta effettivamente di un lungo periodo nel quale mi sono applicato a trascrivere sei enormi tomi manoscritti, che sono depositati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Si tratta dei volumi “Urbinati Latini” che hanno le sigle 1053, 1054, 1055, 1056, 1057 e 1058 e che sono stati scritti durante gli anni del Pontificato di Papa Sisto V, dal 1585 al 1590. Vi lascio immaginare quindi quanti giorni sono stato “in compagnia” di papa Sisto, dal momento che tutto il materiale raccolto parla direttamente o indirettamente di lui. Diversi giorni ho lavorato direttamente a Roma, in Biblioteca Vaticana, sui testi originali, molti altri giorni e mesi ho lavorato a casa (quasi sempre di notte o nei momenti liberi dalla parrocchia) sfruttando i microfilm che sono stati messi gentilmente a mia disposizione.

Di quale materiale si tratta?
Negli Urbinati Latini sono conservati gli “Avvisi”, cioè migliaia di fogli manoscritti che riportano le notizie e le informazioni che riguardano Roma l’Italia e l’Europa in quei sei anni del Pontificato di Papa Sisto. Sono veri e propri report giornalistici. Infatti arrivava a Roma un flusso enorme di notizie, grazie alla sua centralità geografica, politica e religiosa, per cui presso la curia romana o presso le ambascerie era un continuo venire di corrieri che portavano notizie da Genova governata dai Doria, da Torino con i Savoia; dalla Repubblica di Venezia, dal granducato di Toscana, dai ducati di Parma, di Mantova, di Ferrara, di Urbino, dal regno di Napoli, dalla Francia di Enrico III, dalla Spagna di Filippo II, dal Sacro Romano Impero con gli Asburgo, dall’ Inghilterra della regina Elisabetta I, dai Paesi Bassi, dalla Polonia, dalla Russia. dall’Impero turco-ottomano di Costantinopoli e perfino dalle Americhe e dall’Estremo Oriente. Tale enorme materiale di notizie veniva recuperato, selezionato e trascritto dalle varie “agenzie giornalistiche” romane che avevano le loro botteghe nella zona del Parione, vicino a piazza Navona. A questo punto, il foglio, che usciva da queste agenzie e che si chiamava “Avviso”, veniva acquistato e rispedito a sua volta a tutte le corti d’Europa, in una circolazione veramente capillare di notizie.

In questi volumi, illustrati, sono riportate delle informazioni inedite?
Tutto il materiale è inedito in questa forma completa per tutti i giorni e per tutti gli anni del Pontificato Sistino. Alcuni storici che hanno scritto su Sisto V (ad esempio il von Pastor) citano nelle loro opere gli Avvisi, ma ne riportano solo singoli e brevi brani. Io li ho trascritti tutti interamente.

Perché ha sentito il bisogno, la necessità di lavorare a questa pubblicazione?
Anzitutto per offrire agli studiosi un materiale di grande importanza storica da cui attingere informazioni di prima mano relative a questo periodo storico di fine Cinquecento. Non tutti possono andare in Biblioteca Vaticana a prendere in mano i volumi, anche perché si tratta di libri delicati e non sempre la grafia degli Avvisi è perfettamente leggibile. La loro intera trascrizione permette a tutti una facile fruizione. Inoltre ho pensato di lasciare un segno a memoria di questo Quinto Centenario della nascita di Sisto V.

A suo avviso qual è stata l’opera più significativa portata da Papa Sisto V?
È difficilissimo rispondere a questa domanda, semplicemente perché Papa Sisto ha compiuto tantissime opere, molte delle quali importanti. Basti pensare alla costruzione della nuova Roma (dalle vie fino alla cupola di S. Pietro), alla lotta al banditismo e alla pirateria marittima, all’acquedotto, alla bonifica delle paludi Pontine, ed altro ancora. Ma, per me, la più importante opera sistina è stata la riforma della curia romana con la creazione delle 15 Congregazioni, stabilendo cioè la struttura portante del Governo centrale della Chiesa, con un funzionamento simile a quello dei nostri odierni ministeri governativi. E questa struttura continua ancora oggi, pur con i continui adattamenti ai tempi.

Quanto è importante la figura di questo Papa, soprattutto per il nostro territorio?
Tantissimo. Egli si è sempre sentito figlio di questo territorio, delle Marche in generale, ma in particolare del Piceno, e soprattutto dei suoi luoghi di origine, Grottammare per la nascita e Montalto per la sua “carissima patria”. È stato un grande campanilista e a Roma si è voluto circondare di marchigiani. Si tratta certamente del personaggio più importante del nostro territorio e noi dobbiamo, non solo esserne fieri, ma conoscere meglio la sua vita e la sua opera, andando oltre certi schemi e certi stereotipi ripetuti e falsi (il “papa tosto”, il papa duro) che ne fanno una macchietta antistorica e falsa. Papa Sisto V è molto più positivo di quanto si pensi. Il grande storico austriaco Ludwig von Pastor ha scritto nel 1928: “Storici delle più varie tendenze convengono in ciò, che Sisto V è uno dei più imponenti fra i molti importanti pontefici… Si può ben dire che la posterità a questo Papa ha ingiustamente negato il titolo di Grande” (PASTOR, Storia dei Papi, vol. X, Roma 1928, p. 4-5.).

 

Luigina Pezzoli: