GROTTAMMARE – Nella Sala Mons. Verdecchia presso lo stabile dell’ex cinema “Sibilla” a Grottammare si è svolto giovedì 12 GENNAIO l’incontro preliminare per l’organizzazione della storica processione del Cristo morto. A presiedere l’incontro Mons. Federico Pompei con Vincenzo D’Ercoli ed i responsabili della Confraternita della “Passione e morte e dei dolori di Maria Vergine”, chiamata con un’abbreviazione “ dell’ Addolorata”. Ci si aspettava una più massiccia affluenza di persone, tuttavia si è creato ugualmente un interessante dibattito tra gli intervenuti. Purtroppo presente solo un rappresentante di un’altra parrocchia di Grottammare, assenti gli altri, come pure i capi delle associazioni dei ragazzi e giovani.
Ci si è avvalsi – per rinfrescare la memoria agli intervenuti – di un CD del 2003 con splendide scene della coeva processione, illustrate dallo storico ed appassionato grottammarese – purtroppo recentemente morto, Mario Petrelli. Presente nel CD anche un bel saluto del Vescovo Emerito Gervasio Gestori, anch’egli scomparso il 6 gennaio 2023.
Dopo la proiezione, corredata di un’altra ripresa del Cristo morto 2018, edizione meno significativa di quella del 2003, si è aperta la discussione, primo passo propedeutico all’organizzazione di quest’anno, il Venerdì Santo 7 aprile 2023– In effetti il Cristo morto avrebbe dovuto ripetersi – come si sa ha cadenza triennale – nel 2021, ma ciò non fu possibile a causa della pandemia da Covid-19. Ora si sarebbe dovuto rappresentare nella primavera del 2024, tuttavia si è deciso di “anticipare” di un anno o se vogliamo girarla al contrario, di “ritardarla” di 2 anni e farla cadere proprio quest’anno, nel 2023.
Il motivo è intuibile: non far “dimenticare” il Cristo morto alle generazioni, che è il rischio peggiore che potrebbe mettere a rischio la storica manifestazione. Come ben si sa, questa “Sacra Rappresentazione esiste fin dal 1738 ed è la più antica della zona, quella analoga di Monteprandone è di un secolo più tarda, ottocentesca.
Ai tempi si optò per una cadenza triennale per motivi economico-logistici : infatti essa comportava un grave dispendio di energie e aggravio economico non praticabile annualmente, il triennio di pausa rappresentava inoltre un riferimento alla Trinità e poi divenne tradizione, il resto è storia. I ruoli vengono tramandati di padre in figlio di generazione in generazione, ma si potrebbe – anzi a nostro avviso sarebbe auspicabile – aprirsi a nuove famiglie e nuove leve. Non stiamo parlando – lo diciamo per chiarezza – di una processione di dieci persone, ma di circa 400 figuranti in costume in stile, con mantelle e paramenti processionali antichissimi, in alcuni casi restaurati e veramente preziosissimi. Ovviamente la “Sacra Rappresentazione” – perché non si tratta soltanto di una Processione- ha una notevole valenza storico artistica e quindi culturale. Certamente il centro, il nucleo fondante è la “Sacra Bara” risalente al XIX secolo, del Cristo morto velato, ma anche le statue dell’Addolorata, vestita con sette vestiti rigorosamente preparati da donne del Paese alto specializzate, tutti sovrapposti l’uno sull’altro. Si tratta di statue del XVII secolo e sono: La Maddalena, la Veronica, San Giovanni Evangelista. Sono presenti anche i simboli della Passione e le parole pronunciate da Gesù lungo il Calvario, per una educazione didattico-didascalica rivolta all’epoca di origine- al popolo, che per la maggior parte dei casi era illetterato. L’intervento conclusivo di Mons. Pompei è stato il consiglio di “distribuire” ed “estendere” l’organizzazione e di aprirsi a più responsabili ciascuno di un settore, così di non gravare solo su una-due persone e svecchiare l’organizzazione.
L’ intento è di costituire un Comitato organizzatore. Intanto fioriscono le iniziative personali e abbiamo presente anche sui social , esattamente su facebook il “Gruppo Cristo morto non –ufficial” con foto, che nei prossimi mesi verrà arricchito di passaggi storici così da spiegare in anticipo la processione del Cristo morto di Grottammare, che resta la più significativa del Centro Italia, nonché la più antica.
In foto: Un momento dell’incontro con Mons. Federico Pompei.
A giorni saranno rese note le modalità di iscrizione alla processione del Cristo morto di Grottammare.