DIOCESI – Diciamoci la verità! Ogni volta che qualcuno ci chiama e ci dice che verrà a farci visita, subito avvertiamo, in maniera distinta, due emozioni fra loro contrastanti: da un lato la gioia di vedere o rivedere un amico a cui vogliamo bene, per poterlo riabbracciare, ascoltare e anche poterci parlare; dall’altro l’agitazione per le incombenze da effettuare per il suo arrivo, come magari una pulizia più approfondita della casa o la preparazione di un pasto più ricco di quello consueto del pranzo o della cena. A volte prevale l’una, a volte l’altra, un po’ come accade a Marta e Maria, le protagoniste del passo evangelico di Luca che sono state scelte come icona biblica della lettera pastorale del vescovo Bresciani. Ed è stato così anche per la visita pastorale che il vescovo Carlo ha voluto effettuare nelle parrocchie della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto. Dopo un primo momento di smarrimento, preoccupazione e talvolta anche timore, che si sono tradotti in un gran fermento durante i preparativi per la visita, ho assistito in tutte le comunità visitate ad un cambio di passo: espletate, infatti, le consuete formalità di benvenuto, i sacerdoti, i diaconi, i collaboratori pastorali e tutti i fedeli si sono accorti che sì, era andato a trovarli il Pastore, ma era andato non tanto per parlare quanto per ascoltare, non tanto per giudicare quanto per ricostruire, non tanto per compiangere quanto per dare forza ed entusiasmo per ripartire.
Ripercorrendo i tanti momenti vissuti, non posso che riscontrare alcuni tratti comuni in tutte le parrocchie. Tante sono le parole che sono state al centro di questa lunga visita pastorale che ha occupato il vescovo Bresciani per l’intero anno 2022, ma credo che tre in particolare possano riassumerla nella sua essenza più profonda.
Parola
Prima di tutto la Parola predicata, sempre al centro di ogni celebrazione o incontro. Ma anche le parole ascoltate. Avendo seguito personalmente per il nostro giornale diocesano la visita in ogni parrocchia della Diocesi, ho potuto constatare quanto desiderio ci fosse nelle varie comunità di essere ascoltati e, per meglio specificare, ascoltati di un ascolto attento, zelante e benevolo. Un ascolto che il nostro vescovo Carlo ha pazientemente riservato a tutti.
Incontro
Ogni appuntamento è stato un incontro nel senso etimologico del termine. Derivante dal latino e composto dal prefisso rafforzativo “in” e da “contra” che significa contro, dirimpetto, di fronte, la parola incontro indica letteralmente un “trovarsi di fronte a”. Ed è stata proprio così questa visita pastorale: un trovarsi di fronte, un confrontarsi, un guardarsi negli occhi e nel cuore, nelle tante gioie, ma anche nelle tante fragilità quotidiane. Un incontro che ha riguardato e coinvolto tutti, nessuno escluso. Il nostro vescovo Carlo, infatti, in accordo con i presbiteri, ha volutamente creato numerose occasioni di incontro con i rappresentanti di tutti gli strati della società: oltre ai vari gruppi di collaboratori pastorali, anche i sindaci e gli amministratori, gli studenti e i docenti, gli imprenditori e gli operai, i commercianti e gli artigiani, gli esponenti del mondo del volontariato presenti sul territorio e, con una particolare attenzione, i malati di ogni comunità.
Corresponsabilità
In tutti i contesti della visita pastorale il vescovo Carlo ha ricordato quanto sia importante che i fedeli comprendano di essere una parte rilevante e vitale della Chiesa, tanto che nella Messa di mercoledì 11 gennaio, da lui presieduta presso la cattedrale Santa Maria della Marina e concelebrata da tutto il clero diocesano a conclusione della prima visita pastorale effettuata in Diocesi, ha speso le parole più belle e significative dell’omelia proprio su questo tema. Ha affermato Bresciani: “C’è bisogno di continuare e approfondire con decisione la promozione della corresponsabilità tra sacerdoti e fedeli laici. Abbiamo tutti lo stesso Spirito ricevuto nel Battesimo. Non si tratta, quindi, di scaricare responsabilità, ma di aiutare sempre più i fedeli a prendere coscienza piena della loro dignità di figli di Dio e di essere insieme parte vitale della Chiesa, di essere tutti insieme un solo corpo in Cristo. Resta qui certamente molta strada da fare, sia per noi sacerdoti, sia per i fedeli laici. È, tuttavia, il cammino di Chiesa che attende sacerdoti e fedeli e sul quale Dio ci sta guidando, dandoci segni non equivoci che questo è il cammino che ci attende, cammino che potrà portare al vero rinnovamento della Chiesa. Si tratta di un cammino necessario che richiede anche una sempre più decisa collaborazione pastorale tra le parrocchie (soprattutto quelle tra loro vicine) approfondendo così il senso di appartenenza all’unica Chiesa diocesana. Tutto ciò esige un cambio di mentalità, una conversione pastorale, sia da parte di noi sacerdoti, sia da parte dei fedeli laici“.
In tal senso un’altra parola chiave che è risuonata in ogni contesto è insieme: se i preti e i fedeli insieme, i diversi collaboratori pastorali e anche le diverse parrocchie tra loro imparassero a camminare insieme, potremmo arrivare lontano, creando delle comunità solide, zelanti e unite nella gioia. Insieme infatti possiamo pregare; insieme possiamo pensare e proporre; insieme possiamo realizzare; insieme possiamo salvarci. Questa visita pastorale ci ha insegnato che “insieme” può e deve divenire uno stile di vita, un modus operandi, un monito che, in alcuni casi, è già realtà.
La redazione de “L’Ancora On Line” coglie l’occasione per ringraziare tutte le comunità parrocchiali (sacerdoti, diaconi, collaboratori pastorali e fedeli) per la calorosa accoglienza e la generosa cordialità che hanno riservato a tutti i collaboratori del giornale diocesano.
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