X

FOTO San Benedetto, presidente nazionale Azione Cattolica Notarstefano: dobbiamo “vivere uno stile di condivisione”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolto venerdì 27 gennaio, alle ore 21:15, presso l’auditorium comunale Tebaldini di San Benedetto del Tronto, un incontro organizzato dall’Azione Cattolica della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto sul tema “Nessuno può salvarsi da solo: nuovi sentieri per allenarsi alla pace”. Ospite d’onore il prof. Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica. Presenti all’evento il vescovo Carlo Bresciani, l’assessore Andrea Sanguigni ed altri sacerdoti della Diocesi.
La serata si è aperta con i saluti di don Lanfranco Iachetti il quale ha introdotto il tema dell’incontro attraverso una canzone di Simone Cristicchi e Amara, invitando tutti ad “essere un po’ più visionari e un po’ più mendicanti”. Subito dopo sono saliti sul palco i due presentatori dell’evento, i giovanissimi Alessia Pulcini e Manuel Liberati che hanno chiesto al vescovo Carlo di dire due parole ai presenti. Bresciani ha raccolto volentieri l’invito, affermando: “Pensare alla pace non significa pensare alla guerra che abbiamo vicino o indentificarla con l’assenza di guerra, bensì significa pensare a come prepararla, come mantenerla, come conservarla. In tal senso siamo chiamati a coltivare la giustizia e il rispetto, ad essere accoglienti, ad edificare incontri costruttivi, a coltivare relazioni soddisfacenti, a riconoscerci – come dice papa Francesco – fratelli tutti“.
Alessia e Manuel hanno poi chiamato sul palco Monica Vallorani, incaricata regionale MLAC, che ha contribuito a dialogare con il presidente nazionale AC Giuseppe Notarstefano sul tema della serata. Queste le parole di Notarstefano: “La data scelta per questo incontro non credo sia casuale: la Giornata della Memoria, che cade proprio oggi, infatti, rappresenta una data importante per parlare di pace. Proprio in questi giorni mi è capitato di ricordare alcuni eroi dell’Azione Cattolica che hanno operato per la pace, rischiando la vita, per salvare alcuni Ebrei dalla deportazione. Molti di loro lo hanno fatto non perché si sentissero degli eroi, ma semplicemente perché si sentivano di dover mettere in pratica i principi in cui credevano“. Commentando poi il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace, Notarstefano ha detto: “Nel suo messaggio il pontefice si chiede se questo tempo che abbiamo vissuto durante la pandemia ci abbia reso migliori e, dopo varie rilfessioni, conclude che la pace non è qualcosa di astratto, bensì una conversione personale e comunitaria. Questo significa che dobbiamo ricostruire la comunità dentro di noi, coltivare interiormente il senso di comunità.

Questo è il compito di noi cristiani. Nella vita di tutti a volte siamo influenzati da uno stile individualistico, anche spinti da logiche di mercato più grandi di noi; al contrario, dobbiamo impegnarci a vivere uno stile di condivisione, ad avere un approccio comunitario. Dobbiamo rimettere al centro la parola ‘insieme’, ripartendo dalla rigenerazione dei legami, sperimentando nel profondo valori come l’accoglienza e la cordialità. Anche l’AC da alcuni anni fa alleanze, ovvero riconosce nell’altro una realtà che completa, lavorando anche insieme. Questo vuol dire uscire dall’angolo dell’individualista. Anche noi come AC dobbiamo rigenerare ancora di più la vita associativa con maggiore fraternità. Fare le cose insieme è importante, ma è ancora più importante accompagnarci ogni giorno. Questo stile, che fa dell’incontro con l’altro una ricchezza, diventa lievito e luce per la vita quotidiana. Questo stile, che io chiamo di cura dell’altro, è più faticoso, ma ha un valore aggiunto inestimabile“.

La serata è stata arricchita anche da un contributo video con la testimonianza di una rifugiata ucraina ospite della Caritas Diocesana e dall’intervento dello storico Giuseppe Merlini, archivista del Servizio Affari Generali ed Istituzionali della Provincia di Ascoli Piceno, il quale ha ricordato una serie di figure locali, alcune già note, altre poco conosciute, che hanno contribuito nell’ultimo secolo alla costruzione della pace nella città rivierasca in difficili periodi storici. Queste le parole di Merlini: “Sono stato chiamato per approfondire la memoria e condivido con piacere i risultati delle mie ricerche, sottolineando che chi è stato artigiano di pace spesso non ha lasciato fonti scritte, bensì ha lasciato memoria nelle persone verso le quali ha compiuto atti di accoglienza e generosità. Tutti i nomi che andrò ad elencare sono testimonianza di una comunità di persone che si prendono cura di loro stesse. Questo ci fa comprendere bene come le parole comunità e pace si intreccino tra loro e siano tra loro legate“.
Al termine dell’incontro, l’assessore Andrea Sanguigni ha salutato così i presenti: “Sono molto contento di aver partecipato a questo incontro e di aver visto la partecipazione attiva dei giovani. Non è scontato che dei ragazzi siano qui stasera a parlare di pace, un tema non semplice e non di facile definizione. Tuttavia stasera abbiamo fatto chiarezza, sottolineando come la pace inizi partire dalle persone a noi più vicine, come i familiari, gli amici, i colleghi, insomma le persone a noi più prossime”.
L’incontro è stato occasione propizia anche per ricordare i prossimi appuntamenti organizzati dall’Azione Cattolica Diocesana: il 3 febbraio ci sarà un incontro per i giovani presso la palestra delle Suore Concezioniste a San Benedetto del Tronto, mentre l’11 febbraio si terrà in piazza Bambini del Mondo, sempre nella città rivierasca, la Festa della Pace alla quale sono invitati tutti i ragazzi.

Il presidente diocesano di AC, Lorenzo Felici, ha concluso l’evento facendo alcuni ringraziamenti: “Ringrazio il presidente Notarstefano per aver accettato il nostro invito. Poi dico grazie ai giovani Manuel e Alessia e a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo incontro. Abbiamo iniziato in pochi, poi man mano si sono aggregati altri e stasera abbiamo fatto la volata insieme, a testimonianza del fatto che la pace non è un allenamento per singoli, ma un appuntamento intergenerazionale”. Un caro saluto è stato fatto in particolare agli associati di Ascoli Piceno che sono stati anche chiamati sul palco.
L’evento si è concluso con un momento di convivialità con dolci e bevande calde preparati da alcune associate dell’Azione Cattolica.

 

Carletta Di Blasio: