(Foto ANSA/SIR)

Un forte invito alla “moderazione” è arrivato nella giornata di ieri dai patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme, dopo “la proliferazione di violenza” che ha portato “alla morte ingiustificata di 32 palestinesi e 7 israeliani dall’inizio del nuovo anno”. In una nota, diffusa dal Patriarcato latino di Gerusalemme e dalla Custodia di Terra Santa, i leader delle Chiese di Gerusalemme ricordano di aver “costantemente messo in guardia da un ciclo di violenza sempre più crescente e insensato che causerà per tutti solo dolore e sofferenza. Un tale stato di cose porterà quasi certamente ulteriore atti efferati, allontanandoci dalla tanto ricercata pace e stabilità che tutti noi cerchiamo”. Una proliferazione di violenza che “sembra auto-perpetuarsi. Sicuramente – affermano i capi delle Chiese – continuerà e si intensificherà, a meno che non venga intrapreso un intervento deciso da parte dei leader comunitari e politici di tutte le parti”. Dai patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme anche l’appello a “lavorare insieme per disinnescare le attuali tensioni e avviare un processo politico basato su principi di giustizia consolidati, che porti a una pace duratura e alla prosperità per tutti. In linea con ciò, in questi tempi così difficili, chiediamo a tutte le parti di rispettare la fede religiosa dell’altro e di mostrare rispetto per tutti i siti sacri e i luoghi di culto”. “All’indomani di quest’ultima tragica ondata di violenza – prosegue la nota – preghiamo per le persone uccise e ferite e chiediamo che Dio resti vicino alle loro famiglie e ai loro cari. Preghiamo anche per la guarigione dei feriti e perché l’Onnipotente dia forza e perseveranza a coloro che si prendono cura di loro. Chiediamo che Dio conceda saggezza e prudenza ai leader politici e alle persone influenti di tutte le parti, guidandoli a individuare modi per aiutarci a superare la violenza, a mantenere sicure le nostre comunità e a lavorare instancabilmente per raggiungere una soluzione giusta e pacifica per la nostra amata Terra Santa”.
Sulla situazione in Terra Santa, con particolare riferimento ai fatti di Jenin, dove dieci palestinesi sono stati uccisi durante azioni militari israeliane antiterrorismo, e all’attacco alla sinagoga di Ateret Avraham, a Gerusalemme con sette ebrei israeliani morti per mano di un giovane palestinese, si è espresso ieri anche Papa Francesco durante l’Angelus: “La spirale di morte che aumenta di giorno in giorno non fa altro che chiudere i pochi spiragli di fiducia che ci sono tra i due popoli. Dall’inizio dell’anno – sono state le parole del Pontefice – decine di palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri a fuoco con l’esercito israeliano. Faccio appello ai due Governi e alla Comunità internazionale, affinché si trovino, subito e senza indugio, altre strade, che comprendano il dialogo e la ricerca sincera della pace”.
Dei patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme fanno parte, tra gli altri, Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino, padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, Teofilo III, patriarca greco-ortodosso, e rappresentanti della chiesa armeno ortodossa, armeno cattolica, copto ortodossa, siro ortodossa, melkita, maronita, evangelica e luterana.

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