SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta sabato 4 febbraio, alle ore 18:00, presso la cattedrale Santa Maria della Marina di San Benedetto del Tronto, una celebrazione eucaristica in memoria di Monsignor Gervasio Gestori nel trigesimo della sua morte. La Messa, presieduta dal vescovo Carlo Bresciani, è stata con celebrata dal vicario generale don Patrizio Spina, da don Romualdo Scarponi e da don Luciano Paci.
Presenti anche i diaconi Walter Gandolfi, Emanuele Imbrescia e Giovanni Maria Bettoni, quest’ultimo proveniente da Acquaviva Picena, la comunità che ha ospitato il vescovo Gestori negli ultimi anni della sua vita.
Queste le parole del vescovo Bresciani durante la sua omelia: “Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci viene detto che il cristiano è sale e luce della terra. Ma cosa significa questo? Certamente non può essere una presunzione del cristiano: il dichiararsi tale, infatti, non significa che automaticamente siamo luce e sale della terra. È lo stile di vita che il cristiano segue che diventa la vera luce del mondo. Gesù non ci toglie da questo mondo, dalle sue fragilità, dalle sue contraddizioni e dal male che porta con sé e che spesso dipende dall’uomo, come, ad esempio, questa guerra assurda che stiamo vivendo in Europa. Dunque ci chiediamo: In che modo siamo sale e luce del mondo dentro questa realtà che noi viviamo? Il Vangelo ci dà una risposta: ci dice che siamo così, affinché tutti vedano le nostre opere buone. Ci poniamo dunque un’ulteriore domanda: Quali sono allora queste opere? Proprio oggi leggevo, commosso, di un ragazzo russo che si sta prendendo cura di un ragazzo ucraino. Ecco: lì c’è una luce, una luce vera, una luce di speranza. Come possiamo anche noi portare una piccola fiammella di luce laddove c’è il male? A volte possiamo portare una luce di perdono, altre volte una luce di misericordia, altre ancora una luce di carità, sempre nella consapevolezza che la luce vera è Gesù, mentre noi siamo luce riflessa solo se imitiamo Gesù. Quali sono le vere luci del mondo? I Santi, ovvero coloro che hanno gettato luci di speranza, là dove c’era il buio del male. Certamente a volte non è semplice, ma non dobbiamo scoraggiarci, perché noi non contiamo solo sulle nostre forze. Se viviamo con questa consapevolezza, possiamo ripartire dalle relazioni, dalle amicizie, portando dentro di esse una luce di speranza, senza ostentare ma anche senza nascondere il nostro essere cristiani. Quello che contraddistingue il cristiano, infatti, è l’autenticità. Nel Vangelo viene detto: ‘….perché rendano gloria al Padre nostro che è nei cieli’. La Chiesa dunque vive nella povertà delle fragilità che la storia impone, ma nella grande ricchezza di un Dio che non l’abbandona mai e i cui riflessi d’Amore sono dentro il mondo nel quale vive“.
Al termine della Messa il vescovo Bresciani si è recato, insieme agli altri con celebranti, davanti alla tomba del vescovo Gestori per rivolgergli una preghiera, prima comunitaria, poi individuale. A seguire tutti i fedeli, in maniera composta e in silenzio, si sono recati davanti alla tomba di Gestori.