“La cattedrale di Iskenderun è andata del tutto distrutta, crollata. L’episcopio è totalmente inagibile ma grazie a Dio non ci sono morti. Purtroppo si registrano centinaia di vittime a Gaziantep, Kahramanmaras e nella zona di Antiochia”. Così mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia, la regione asiatica della Turchia, riferisce al Sir la situazione nell’area dopo il sisma di questa mattina. Mons. Bizzeti è anche presidente di Caritas Turchia e in queste ore, seppur temporaneamente in Italia, sta coordinando il lavoro per portare i soccorsi nelle zone colpite. L’epicentro della scossa sarebbe stato localizzato a Sofalici, nell’area di Gaziantep, capoluogo di una delle province più colpite, con due milioni di abitanti tra i principali centri commerciali dell’Anatolia meridionale, a nord del confine siriano. Gaziantep ospita un terzo degli 1,5 milioni di rifugiati siriani che vivono nelle province colpite dal sisma ed è il principale punto di passaggio per il commercio con la Siria. Danni gravi anche Adana, importante centro industriale. Qui sarebbe crollato un condominio di 14 piani.
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