(Foto Vatican Media/SIR)

“In società spesso inquinate dalla cultura dell’indifferenza e dalla cultura dello scarto, come credenti siamo chiamati ad andare controcorrente con la cultura della tenerezza, cioè del prendersi cura dell’altro come Dio si è preso cura di noi, di me, di te, di ognuno di noi”.

Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i soci del Circolo San Pietro, ai quali ha raccomandato lo stile di Dio: “Vicinanza, misericordia e tenerezza: così è Dio, vicino, misericordioso e tenero”. “Tante volte fa più bene una carezza data dal cuore che qualche moneta”, ha aggiunto a braccio. “Noi amiamo davvero gli altri nella misura in cui ci riconosciamo amati da lui, dal nostro Signore e Salvatore”, ha spiegato Francesco: “Noi aiutiamo nella misura in cui sentiamo di essere stati aiutati da lui; noi risolleviamo se ci lasciamo ogni giorno risollevare da lui. E questo lo possiamo sperimentare nel silenzio della preghiera, quando ci spogliamo dei ruoli, delle cariche – forse anche delle maschere, Dio non voglia – e rimaniamo davanti a Lui così come siamo, senza maschere. Lì allora Lui può porre il suo Spirito nel nostro cuore, può donarci la sua compassione e la sua tenerezza. E così possiamo andare avanti. Non noi – come direbbe san Paolo – non noi, ma lui con noi! Questo è il segreto della vita cristiana e, in modo particolare, del servizio caritativo”. “Non posso fisicamente accompagnarvi nelle strade di Roma, ma lo faccio con il cuore e la vostra preghiera”, ha concluso il Papa.

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