SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mercoledì 22 febbraio, alle ore 18:00, presso la Cattedrale Santa Maria della Marina, il vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Carlo Bresciani, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con il Rito delle Ceneri che introduce la Chiesa nel periodo quaresimale in preparazione della Pasqua.
Queste le parole del Vescovo Bresciani durante l’omelia: “Oggi ci introduciamo nel periodo della Quaresima. Dobbiamo avere il coraggio e l’intenzione di metterci davanti a Dio, di mettere davanti a Lui la nostra quotidianità. Dobbiamo pensare alle cose più importanti della nostra vita, anche se non siamo sempre pronti a questo. La nostra quotidianità, che è certamente importante, non deve distoglierci dalle cose ancora più importanti. Mettiamoci dunque davanti a Dio e viviamo questo tempo quaresimale come un tempo in cui le cose futili, le cose che ci occupano tanto tempo e ci impediscono di pensare a Dio, vengono messe da parte lasciando più spazio a Lui. La seconda lettura ci dice: ‘Lasciatevi riconciliare con Dio’. Dobbiamo riscoprire Dio quindi, non tanto l’ idea di Dio: se siamo qui, infatti, siamo persone che credono in Lui certamente, ma dobbiamo riconciliarci nel senso che dobbiamo mettere la nostra vita di fronte a Lui e lasciarci interrogare sulla nostra quotidianità. Dio ci cerca e ci cerca per il nostro bene. Ed è sempre disposto a perdonarci. Le letture di questa liturgia ci parlano dell’atteggiamento di perdono, di perdono da parte di Dio e dell’atteggiamento di perdono che dobbiamo assumere noi. E non riusciremo a riconciliarci con Dio e con gli altri, se prima non ci saremo riconciliati con noi stessi. Dobbiamo imparare a perdonarci gli uni gli altri. Abbiamo bisogno di perdonarci e di perdonare. Ci dobbiamo interrogare su come sono le nostre relazioni. Quando esprimiamo troppo il nostro io, rischiamo di rovinare le relazioni: litigi, incomprensioni, separazioni … La vita si carica di un peso e diventa pesante per noi e per gli altri, quando non siamo capaci di perdonare. La vita è anche lotta spirituale: non è sempre facile, non ci è stato detto che sarebbe stata facile; ma dobbiamo imparare a lottare contro ciò che è dentro di noi, imparare ad amare e imparare ad amare cominciando da noi stessi”.
“In questo tempo di Quaresima – ha proseguito Bresciani – iniziamo a farci delle domande, domande su come e cosa impegniamo la nostra vita. Se facciamo tante cose buone, ma non cambiamo il nostro cuore, tutto sarà inutile e ci ritroveremo a Pasqua con lo stesso atteggiamento di sempre. Se vogliamo che cambi qualcosa dobbiamo chiederci dove sta andando il nostro cuore, dove sta andando in relazione con Dio e in relazione con gli altri. San Paolo perseguitava i cristiani pensando che fosse la cosa giusta, poi ha incontrato la Misericordia di Dio e così è cambiata per sempre la sua vita. Davide, Paolo, Agostino e anche altri, hanno toccato la loro miseria, non la loro grandezza e così hanno scoperto la bellezza della Misericordia di Dio. L’amore è perdonare, non affermare il nostro io, non metterci sempre la centro di tutto. La Quaresima ci indica un cammino di preghiera, digiuno ed elemosina: ma tutto questo, se non è accompagnato dall’amore, non ci fa scoprire la bellezza di Dio, non cambia la nostra vita. Gesù ci insegna ad amare e ad essere a digiuno dal nostro io, da noi stessi. La cenere che ci verrà posta sul capo ci ricorda la nostra fragilità, ci ricorda che siamo polvere, che non siamo granché, se non nell’incontro con Dio. Il salmista ce lo ricorda: ‘Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi? Lo hai fatto poco meno degli Angeli …’. Il cammino quaresimale ci aiuta a fare rinascere la nostra vera dignità, quella che ha il suo compimento in Dio. Dobbiamo perdonarci le nostre fragilità e dobbiamo imparare a perdonare le fragilità degli altri. Viviamo in un mondo dove non sappiamo più perdonarci, ci condanniamo l’un l’altro per sempre, per la vita, senza nessuna possibilità di essere compresi e perdonati. Condanniamo gli altri, ma siamo capaci di condannare noi stessi per le stesse colpe? Ci siamo mai fatti questa domanda? Se assumiamo un atteggiamento di condanna imperitura e non siamo capaci di perdonare, non siamo veri cristiani. L’atteggiamento incattivito non ci permette di riscoprire la bellezza del perdono, la grandezza del perdono, la bellezza e la grandezza di Dio. Il rito delle Ceneri, che tra un po’ vivremo, ci riporta nel profondo della nostra interiorità e ci fa scoprire la bellezza di essere Chiesa amata da Dio. La bellezza fa rinascere, se viviamo bene e con amore: riscoprendo la bellezza del perdono, arriveremo a Pasqua con un cuore rinnovato”.