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SOS Missionario, appello per aiutare Aleppo

DIOCESI – Sale a quasi 39.000 morti il bilancio del sisma che ha devastato lunedì scorso la Turchia e la Siria. In Turchia le vittime accertate circa 29.000, mentre in Siria quasi 10.000. Tra le aree siriane maggiormente colpite c’è Aleppo, la seconda città più grande della Siria dopo la capitale Damasco, situata a pochi chilometri dal confine con la Turchia, in un’area che già prima del terremoto era stata martoriata da oltre un decennio di guerra civile tra il regime del presidente Bashar al Assad – alleato con forze e milizie sciite per lo più legate all’Iran – e i ribelli curdi.

Aleppo, e in generale il nord ovest della Siria, ospita milioni di persone che negli anni della guerra civile, iniziata nel 2011, erano state costrette a lasciare le proprie case in altre zone del paese, per lo più a causa dei bombardamenti delle forze alleate ad Assad che hanno distrutto in larga parte la città.
Per gli abitanti di queste terre martoriate i drammi sembrano non avere mai fine: dopo la guerra, il terremoto, il freddo e il pericolo di un’epidemia di colera.

Il SOS Missionario ha finanziato nel corso della guerra alcuni piccolissimi progetti per aiutare le famiglie a risanare le case danneggiate dai bombardamenti, tramite il “Care Center Franciscan” della parrocchia francescana di Aleppo.

“Nei giorni scorsi – fanno sapere dal SOS Missionario – siamo riusciti a metterci in contatto con il nostro amico Elias Kajmali, regista ed autore teatrale, che collabora attivamente con il centro. Elias ha perso la casa per il terremoto e si trova ora insieme ad altre 2000 persone nel Terra Santa College di Aleppo, guidato da padre Samhar Ishak. Ci ha descritto la situazione disastrosa che vive la citta e, come è facile immaginare, ci ha detto che c’è bisogno di tutto. ‘Sin dalle primissime ore dopo la scossa, sono arrivate qui centinaia e centinaia di persone. A tutti si è cercato di dare una coperta e un materasso – racconta il regista –. Sono giorni e notti terribili, siamo circondati da macerie e detriti. Le strade sono bloccate dai crolli. Le notizie di morti e feriti giungono in ogni momento. La gente vaga nei pressi delle loro abitazioni o di ciò che ne resta’”.

Riportiamo anche le parole accorate di padre Bahjat Elia Karakach, frate francescano e parroco latino di Aleppo: “Confidiamo nell’aiuto internazionale, qui siamo tutti sotto shock per quanto accaduto. Non bastava la guerra, non bastava la povertà, ora il terremoto … rimuovete o sospendete le sanzioni alla Siria, almeno per permettere e facilitare l’arrivo e la movimentazione degli aiuti umanitari di cui abbiamo estremo bisogno. Tantissime persone stavano cominciando a riparare le loro case distrutte dalla guerra, adesso sono di nuovo a terra, possono raccogliere sono macerie. Una tragedia immane, non abbandonate il popolo siriano”.

Per dare una prima risposta all’emergenza, abbiamo lanciato un appello urgente per raccogliere fondi ed inviato immediatamente un primo contributo di 5.000 euro.

Le donazioni possono essere effettuate indicando la causale TERREMOTO ANATOLIA tramite:
BANCA INTESA: IBAN IT52F0306909606100000005294
C/C postale 262636 IBAN IT06V0760113500000000242636
Paypal, collegandoti al nostro sito : https://www.sosmissionario.it/dona-ora-sos-missionario/

Tutte le offerte sono deducibili dal reddito (art 14 c. 1-6 del D.L. 35/2005) o detraibili dall’imposta (art 15 c. 2 e 3 della L. 96/2012)

Carletta Di Blasio: