«Quello di oggi è un evento eccezionale – ha ribadito Paola Di Girolami, direttrice dei Musei Sistini del Piceno, che ha organizzato il convegno, svoltosi nel Teatro comunale di Montalto delle Marche – ed un’occasione unica per discutere di un Papa che ha rappresentato molto per tutto il territorio e di cui ancora adesso se ne raccolgono i frutti».
«Il Papa “illuminato” – ha detto proprio Barbara Jatta – nei suoi cinque anni di pontificato ha cambiato il volto di Roma».
Presenti al convegno – che ha tenuto alta l’attenzione del pubblico per oltre due ore di appassionate e ricchissime relazioni – la dirigente della Regione Marche Daniela Tisi (Beni e Attività culturali della Regione Marche) anche in rappresentanza dell’assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi, e il sindaco di Rotella Giovanni Borraccini, capofila della rete dei Musei Sistini in relazione agli eventi per Sisto V, e vicepresidente della Provincia di Ascoli.
Collegata da remoto l’onorevole Giorgia Latini, che ricopriva il ruolo della Biondi prima di varcare la soglia del Parlamento. Ha ricordato la volontà della Regione di promuovere i festeggiamenti per il Cinquecentenario della nascita di Papa Sisto V, stanziano fondi per la realizzazione degli eventi in suo onore, «e molti dei quali promossi proprio dalla rete dei Musei Sistini del Piceno».
«Proprio alla vigilia di questa giornata – ha ricordato la Di Girolami aprendo i lavori, preceduta dal sindaco di Montalto Daniel Matricardi e dal vescovo Carlo Bresciani (da remoto) – ho immaginato il papa Sisto V alla ricerca di un oggetto da portare in omaggio a Montalto, sua “patria carissima”. Ha scelto con cura, nel tesoro del Vaticano, il reliquiario, un oggetto molto prezioso che sarà al centro della competente relazione dell’esperta Anna Rosa Masetti».
L’episodio, che a guardarlo con gli occhi di oggi sembra ormai affidato al mito, racchiude invece lo spirito dei Musei Sistini del Piceno, «nati da un’intuizione di monsignor Gervasio Gestori, vescovo della Diocesi di San Benedetto, Ripatransone e Montalto, deceduto da poco.
Monsignor Gestori – ha continuato la direttrice dei Musei Sistini del Piceno – aveva capito l’opportunità di lasciare i beni nelle comunità a cui appartengono.
Così, quello che era sembrato all’inizio un grosso dispendio di energie, si è tramutato in una realtà vivace e importante: grazie al supporto degli amministratori comunali, ai quali si è aggiunto poi il Bim Tronto, è stato possibile dare vita ai Musei Sistini del Piceno, una realtà comprensiva di undici sedi museali.
«I Musei Sistini esistono proprio perché qui, a Montalto, c’è il reliquario di Papa Sisto V», ha detto ancora Paola Di Girolami.
«Montalto fa parte rete museale dei Musei Sistini del Piceno – sono state le parole del sindaco Matricardi – e sentiamo la responsabilità di essere un po’ il perno di questa rete. Il sisma ci ha penalizzato, danneggiando la nostra sede, ma non ci siamo arresi davanti a dinamiche che non possiamo gestire».
Nel dare la parola alla professoressa Anna Rosa Calderoni Masetti, Paola Di Girolami ha ricordato di aver visto il prezioso manufatto proprio insieme a lei, per la prima volta nel 1998: «la considero la nostra madrina e per me è un punto di riferimento di fondamentale importanza».
“Un capolavoro parigino del Trecento a Montalto: un dono prezioso di Sisto V” è stato il titolo della relazione della Masetti sul reliquario.
L’esperta ha ripercorso le tappe del reliquario, dal luogo in cui fu realizzato, la Francia di Carlo V, passando per le corti dei principi più importanti d’Europa, fino ad essere notato da Papa Sisto V e scelto per omaggiare “la sua patria carissima”. Il Papa piceno vi ha posto nello stemma il suo nome e vi ha inserito la reliquia di Santa Lucia, particolarmente sacra al pontefice poiché festeggiata nel giorno della sua nascita, il 13 dicembre.
È stata poi la volta di Barbara Jatta, che vive tutti i giorni all’ombra delle opere realizzate da Sisto V, come ha ricordato la Di Girolami. La direttrice dei Musei Vaticani, con le sue parole, ha inorgoglito il pubblico locale, composto da esperti, istituzioni, ma anche comuni cittadini.
«Sono onorata di parlare di Sisto V, perché di fatto ha suggellato il mio stare in Vaticano. Da poco più che ventenne, l’ultima delle tirocinanti nei Musei Vaticani, oggi mi ritrovo con onore e privilegio a dirigerli. Ma non considero la mia una carriera, quanto piuttosto un servizio.
Per 20 anni sono stata nella Biblioteca Vaticana, quel tempio dedicato alla figura di Sisto V, non soltanto francescano colto e Papa energico (in due anni ha ricostruito la biblioteca dei Papi, rimodernandola e facendola nuova).
Sisto V soprattutto è stato un papa che ha determinato un cambiamento radicale, a cui assisto tutti i giorni dalla mia finestra, dalla quale posso ammirare la Cupola, terminata grazie alla volontà di un Papa volitivo, un Papa “tosto”.
Sisto V seppe essere, contemporaneamente, uomo di chiesa e anche uno statista geniale, con una visione lucidissima sui problemi di religione e di politica, delle finanze ma anche delle arti. Un pontefice costruttore e autore di incredibili imprese.
Ci si mette tanto tempo a intraprendere un cantiere, lui in 5 anni di pontificato (1585-1590) ha cambiato il volto di Roma, di quella parte che oggi noi ammiriamo, grazie a lui: le piazze principali delle basiliche, gli obelischi, i palazzi pontifici..
Papa Sisto V ha avuto l’intuizione di costruire due grandi palazzi, quello Lateranense e quello Pontificio per un pontificato che è sempre più grandioso, sempre più magniloquente.
Questo grazie alla sua attenzione al bello, all’uso dell’arte per la sua politica culturale e religiosa.
Poi la Scala Santa, la Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore, un gioiello, un’opera straordinaria tanto che un pontefice ben lungimirante e attento alle arti come Paolo V borghese pochi decenni dopo la volle costruire parallela.
E poi la Villa Montalto alle Terme, la villa dove si ritirava quando, da cardinale, i contrasti con Gregorio XIII lo mettono al margine della curia di Roma.
Poi ancora la Biblioteca Vaticana, sulla costruzione di quel luogo usato per festeggiamenti e che ritorna ad un uso molto legato al concetto controriformato di chiesa, più ascetica, più al servizio di grandi valori cristiani.
Ho nominato solo alcune delle imprese sistine, di questo pontefice straordinario che ha anche fatto tanti per sconfiggere il brigantaggio, per la marina pontificia e per costruire Roma nella concezione moderna».
Don Vincenzo Catani, archivista della Diocesi di San Benedetto, Ripatransone e Montalto, ha presentato il lavoro che lo ha portato alla produzione di tre importati ed imponenti volumi intitolati “Roma, l’Italia, l’Europa durante il Pontificato di Sisto V: gli Avvisi dal 1585 al 1590”.
Daniela Tisi, dirigente del settore Beni culturali della Regione Marche , al termine della giornata, ha riepilogato i numerosi eventi legati al Cinquecentenario della nascita di Papa Sisto V, «che ci hanno restituito la figura del pontefice da tutti i punti di vista», e di cui l’evento di oggi rappresenta la degna conclusione.
Ma il legame tra la terra picena e Roma, tenuto stretto da Papa Sisto V, potrebbe continuare nella mostra, annunciata proprio da Barbara Jatta, per valorizzare la figura del Pontefice in occasione del Giubileo del 2025.