“Per natura e missione, fin dalla loro nascita, le Università sono il luogo privilegiato dove si coltiva la conoscenza. I Centri accademici hanno un triplice compito rispetto alla conoscenza: devono contribuire al suo sviluppo, attraverso la ricerca e il progresso scientifico nei diversi ambiti del sapere; hanno la responsabilità di trasmetterla e consegnarla alle nuove generazioni con una didattica aggiornata ed efficace; sono chiamati a condividerla con le diverse realtà impegnate a promuovere lo sviluppo umano per contribuire alla soluzione dei non pochi problemi che l’umanità sta affrontando”. Lo scrive la Presidenza della Conferenza episcopale italiana nel messaggio, diffuso oggi, per la 99ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebrerà domenica 23 aprile 2023. “La conoscenza oggi deve misurarsi con un orizzonte sempre più complesso dove un sapere così ampio e innovativo necessita di una rinnovata visione dell’umano e di criteri etici altrettanto rigorosi e appropriati, soprattutto perché sono in gioco la natura e il futuro dello stesso essere umano – l’avvertimento della Cei -. Gli scenari che si vanno delineando sono molteplici e non privi di rischi. Da una parte vediamo l’emergere del trans-umanesimo come crescente interazione dell’umano con le innovazioni tecnico-scientifiche da cui possono derivare modificazioni significative che ne possono pregiudicare l’identità. Si tratta di quei campi che nel mondo anglosassone si riassumono nell’acronimo Grin (Genetics, Robotics, Information technology, Nanotechnology). Dall’altra, assistiamo al profilarsi del post-umanesimo quale processo che mira esplicitamente, almeno nelle sue forme più radicali, ad andare oltre l’attuale condizione umana prefigurando l’affermarsi di altre forme di vita che possono andare dall’ibridazione uomo-macchina all’utilizzo spinto delle biotecnologie per modificare la struttura biologica dell’umano”.
Pertanto, per la presidenza della Cei “occorre essere consapevoli che è necessario custodire l’umano, salvaguardare ciò che contraddistingue e caratterizza ogni persona e gli conferisce una peculiare dignità. Se questo è compito di tutti gli Atenei come luoghi dove si coltiva e si sviluppa la conoscenza a servizio del bene comune, lo diventa in modo particolare per un Ateneo che nasce e riceve linfa vitale dal riferimento al disegno di Dio e all’insegnamento della Chiesa. Per questo l’umanesimo, attingendo alla grande tradizione medioevale e rinascimentale, arricchito dalla visione dell’antropologia cristiana, rappresenta ancora oggi un terreno decisivo per riconoscere e promuovere la piena verità sull’uomo e il suo destino, per affrontare le grandi sfide del tempo presente attraverso processi di autentica solidarietà e fratellanza, per rendere protagoniste le nuove generazioni di quei cambiamenti di cui l’umanità ha urgente bisogno”. Solo “una visione che parta dalla centralità dell’uomo e dalle sue istanze trascendenti potrà consentire alle donne e agli uomini del nostro tempo di affrontare questioni impellenti che richiedono di promuovere e coltivare la sostenibilità contro la devastazione ambientale, la giustizia e la pace per superare i conflitti, l’accoglienza e l’integrazione per contrastare la cultura dello scarto”, conclude la Cei ricordando che “l’ispirazione cristiana non è certamente un limite ma piuttosto una grande risorsa. Nello spirito del Cammino sinodale, le Chiese che sono in Italia esprimono sincera gratitudine e riconoscenza all’Università Cattolica per la grande opera educativa e culturale, mentre assicurano il sostegno per gli studenti più bisognosi e una particolare vicinanza nella preghiera”.
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