Quello della Chiesa nascente “non è un cammino rettilineo e senza intoppi”. A farlo notare è stato padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nella prima predica di Quaresima, in Aula Paolo VI.

“La prima grande crisi è quella relativa all’ammissione dei gentili nella Chiesa”, ha ricordato il religioso, tracciando un’analogia tra l’apertura di Pietro nei confronti dei gentili, quando ha deciso di battezzare Cornelio e la sua famiglia superando le sue perplessità iniziali, “con quella che oggi si impone nei confronti dei laici, in particolare delle donne, e di altre categorie di persone”. La motivazione di Pietro, secondo il predicatore della Casa Pontificia, “è la stessa motivazione che spinse i Padri del Concilio Vaticano II a ridefinire il ruolo dei laici nella Chiesa, e cioè la dottrina dei carismi”.

Siamo davanti alla riscoperta della natura non solo gerarchica, ma anche carismatica della Chiesa”, ha commentato Cantalamessa: “A una prima lettura, la recente costituzione sulla riforma della Curia Praedicate Evangelium, al di là di tutti gli aspetti giuridici e tecnici sui quali sono un perfetto ignorante, a me ha dato l’impressione di un passo avanti in questa stessa direzione: cioè nell’applicare il principio sancito dal Concilio a un settore particolare della Chiesa che è il suo governo e a un maggiore coinvolgimento in esso dei laici e delle donne”.

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