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Povertà educativa. Don Mondin: “Con ‘Barriera oggi’ valorizziamo i giovani e ripensiamo con loro il territorio”

(Foto: Oratorio salesiano Michele Rua)

Gigliola Alfaro

Attraverso il bando “Comunità educanti”, il primo del suo genere in Europa con un impatto di sistema a livello nazionale, Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ha selezionato 152 progetti, su oltre 700 proposte ricevute, con l’obiettivo di creare, rafforzare o implementare le alleanze educative nel Paese. Le iniziative, sostenute complessivamente con oltre 14,5 milioni di euro, coinvolgono 1.953 organizzazioni, tra enti del terzo settore, scuole, enti locali e altre istituzioni, imprese. Tra i progetti approvati c’è “Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità”, che si propone di formalizzare la costituzione di una comunità educativa territoriale (Cet) studiandone, nel contempo, il relativo processo di strutturazione che lavorerà alla definizione di un Patto educativo di comunità tra i partner, valorizzando le pregresse esperienze di collaborazione, che costituisca la “cornice di senso pedagogico” dell’agire della Cet. Inoltre, il Piano della attività prevede l’individuazione e formazione degli attivatori di comunità, quali facilitatori nelle pratiche di prossimità, anche con l’obiettivo di agganciare/coinvolgere i più giovani che saranno protagonisti di un percorso di co-progettazione volto alla riapertura di 2 nuovi locali (due ex-negozi, oggi chiusi) che saranno messi a disposizione del progetto e del quartiere. Soggetto responsabile del progetto è il Comitato interregionale Scs/Cnos Piemonte e Valle d’Aosta, di cui è legale rappresentante don Stefano Mondin, mentre partner sono Associazione giovanile salesiana per il territorio, Associazione Museo nazionale del Cinema, Associazione sportiva dilettantistica (Asd) Vertigimn, Auxilium Monterosa, Comune di Torino, Ic Bobbio-Novaro, Inventori di sogni, Istituto universitario salesiano Torino Rebaudengo (Iusto), libreria “Il ponte sulla Dora”, Oratorio salesiano Michele Rua, parrocchia San Domenico Savio. Il Comitato Scs collabora in maniera continuativa con l’Oratorio Michele Rua e le associazioni del territorio, per l’ordinaria attività a favore dei ragazzi, sia in ottica di prevenzione che di recupero.

“Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità”, spiega al Sir don Stefano Mondin, che è anche direttore della Comunità salesiana Torino-Monterosa e incaricato dell’oratorio, “s’ inserisce dentro una progettualità all’interno di una storia, di una realtà centenaria, al servizio di questo territorio. Infatti, l’Oratorio salesiano Michele Rua nasce nei primi anni ’20 del Novecento ed è da oltre ottant’anni inserito nella realtà più ampia della Barriera di Milano, Borgata Monterosa, a Torino. Da sempre traino, aggancio e fulcro educativo per i ragazzi che lo hanno frequentato e lo frequentano per gioco o per studio, vanta un passato ricco di iniziative, di proposte, di attività, accanto alle quali si inseriscono numerose esperienze di collaborazione con le realtà del territorio, ma anche numerose iniziative avviate in maniera autonoma per l’accoglienza dei ragazzi”. Grazie alle attività dell’Oratorio, “cinque educatori professionali salesiani si interfacciano con le scuole e i giovani, in diverse attività dove c’è la Caritas che sostiene le famiglie dei ragazzi che noi spesso accompagniamo nello studio. La fragilità culturale è un altro elemento che caratterizza molto la nostra realtà”. Infatti, chiarisce don Mondin,“da sempre Barriera di Milano è un quartiere fortemente caratterizzato dalla presenza di popolazione appartenente alla classe operaia e proletaria. Ad oggi si aggiunge una forte presenza di popolazione straniera. L’estrazione sociale, rispetto ad altri quartieri della città metropolitana di Torino, risulta essere più bassa e ciò è da ricondursi principalmente allo status lavorativo delle persone residenti”.Barriera di Milano è inoltre, prosegue il salesiano, “uno dei quartieri più popolosi della città di Torino. Come riscontrato da una analisi sul territorio effettuata da Urban center (2018), vi è un’alta densità di famiglie numerose rispetto ad altri quartieri da leggere anche come conferma di una forte presenza di residenti stranieri, in particolare di nazionalità rumena, peruviana e marocchina che vedono qui anche il centro delle loro comunità. Si vede quindi come quella che un tempo era una forte presenza migratoria nazionale (dal Sud Italia), oggi prende una forte connotazione internazionale”.

Don Stefano evidenzia anche “come la presenza di giovani fino a 24 anni sia maggiore nel quartiere di Barriera di Milano rispetto a tutti gli altri quartieri di Torino e come qui la presenza dei giovani stranieri sia di circa il 44,7 % della presenza dei giovani tra 15 e 29 anni nel quartiere (Mauro Zangola, 2019. “Il disagio giovanile nelle periferie di Torino”). Questa percentuale aumenta con le generazioni più giovani”. Non basta:“Nel quartiere si rileva ad ogni modo uno dei tassi di disoccupazione più alti della città e di conseguenza un basso reddito medio pro-capite. A conferma di questo, Barriera di Milano risulta essere la parte della città dove risiedono il maggior numero di persone assistite dai centri di sostegno quali Caritas, Ufficio Pio e dal Comune. Situazione analoga si presenta in merito alla presenza dei giovani Neet. Il quartiere vede infatti una forte dispersione scolastica dalla scuola secondaria di I grado in avanti e una bassa densità di adulti laureati e diplomati”.

Il progetto, approvato da Con i Bambini, “come scopo principale ha l’obiettivo di

valorizzare i giovani e tentare di pensare e ripensare con loro l’ambiente che noi metteremo a disposizione.

Il finanziamento prevede anche una piccola parte destinata alla ristrutturazione di 2 ex-negozi di proprietà dell’Oratorio Michele Rua. Poi fare della formazione con i giovani e con i partner – scuole, realtà civiche e dello sport – e provare a pensare e ripensare il nostro territorio, attivando anche degli animatori di territorio, cioè alcuni giovani che provino a intercettare altri giovani per farli poi ruotare attorno a questa esperienza di questa nuova realtà che vorremmo pensare con loro”.

Il target dei giovani che saranno coinvolti riguarda “ragazzi dai 17 ai 23-24 anni. L’idea un po’ innovativa è che più di un progetto che a priori dice già quello che faremo, è un progetto che tenta di creare un cammino con i giovani per pensare con loro e realizzare con loro un luogo e delle attività.Sarà un progetto in fieri che man mano si costruisce. Quindi il progetto è proprio questo: individuare dei ragazzi che fanno parte del nostro territorio che si formano insieme alle associazioni che sono partner nel progetto, si pensa un ambiente e alla fine i giovani che si sono formati diventino a loro volta attivatori di comunità cioè animare intorno a questo luogo il territorio agganciando altri giovani. Prevalentemente saranno coinvolti ragazzi non italiani, essendo il nostro territorio fortemente multiculturale.Il progetto partirà nei prossimi mesi”.

(Foto: Oratorio salesiano Michele Rua)

L’Oratorio è già attivo con diverse progettualità rivolte ai minori del territorio come il Centro aggregativo per minori, l’estate ragazzi, il cortile assistito da personale educativo e le attività sportive e formative. Tra le attività ci sono un doposcuola e tre maker lab (sartoria, falegnameria e robotica), dovei minori possano sperimentare alcune attività manuali e attraverso tali sperimentazioni apprendere delle competenze e degli insegnamenti.

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