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Nutrizionista Maria Lucia Gaetani: “Il mio libro, una sorta di nutrimento per la mente”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO«De Gustibus, la dieta dell’antica Roma, IV passi nella storia con la nutrizionista” è il titolo del libro della biologa nutrizionista Maria Lucia Gaetani che abbiamo intervistato per questo nuovo appuntamento con autori locali. Vicepresidente dell’associazione “Circolo dei Sambenedettesi” in questo volume la dottoressa narra la storia di una nutrizionista che incontra un personaggio femminile, Flavia Decima, con la quale trascorrerà una giornata alimentare alla scoperta dei gusti e dei sapori dell’antica Roma, nel I secolo d.C.

Dottoressa, quando nasce l’idea di scrivere questo libro il cui intento, in qualche modo, è quello di avvicinare il lettore all’alimentazione di un’epoca passata?

Il “De Gustibus, la dieta dell’antica Roma, IV passi nella storia con la Nutrizionista” nasce tecnicamente in occasione dell’Expo 2015 da una mia start up ma più profondamente potrei dire che nasce dall’amore per la storia da cui proveniamo, dalla mia passione per l’archeologia e per la curiosità dei cibi del passato. Probabilmente il fatto di essere una nutrizionista mi fa pensare ancora di più che conoscere le abitudini alimentari di un popolo e le antiche tradizioni culinarie ci fornisce indicazioni fondamentali sulla demografia, sull’economia, sulle caratteristiche sociali come nessun libro di storia riesce a dare. L’idea è quella di avvicinare chi si accinge a leggere il libro, all’alimentazione di un’epoca passata nel tentativo di riesumare e far rivivere i sapori in una sorta di “full immersion alimentare”.

Lei definisce questo suo lavoro letterario un “integratore alimentare”. Ci spieghi meglio. 

Esattamente come un integratore alimentare, destinato a completare la dieta, questo libro vorrebbe rappresentare un nutrimento per la mente, compensando le carenze alimentari di un periodo storico in cui si raccontano in genere epiche battaglie, famose imprese epiche, costruzioni di imponenti monumenti e realizzazioni di grandi opere ma poco si conosce dell’alimentazione di quell’epoca o delle curiosità e delle abitudini alimentari quotidiane. Leggere inoltre è dietetico, non fornisce calorie, non ha controindicazioni e si può gustare in un unico boccone.

Protagonista di questo libro è Flavia Decima.

Flavia Decima è un personaggio immaginario creato dalla mia fantasia e vissuto nel II secolo d.C. a Roma, moglie di un importante uomo romano, si occupa normalmente della gestione della casa e dell’organizzazione degli eventi mondani.  In occasione dell’incontro immaginario con la Nutrizionista, nel libro riveste il ruolo di guida turistica pronta a condurre il lettore in un fantastico viaggio nella cultura alimentare dell’epoca romana. Da questo fortunato incontro il lettore potrà essere accompagnato in un’epoca lontana, affascinante e dal punto di vista alimentare intrigante gustando appieno la cultura italiana.

Tra i vari piatti del tempo qual è, a suo avviso, quello più vicino ai nostri giorni? 

La cucina dell’antica Roma offre moltissimi interessanti spunti alimentari, ma alcune preparazioni gastronomiche sono troppo distanti dai moderni gusti e dalle nostre esigenze. Nonostante ciò, il tipico dolce natalizio del Piceno, il Frustingo che sembra affondare le sue origini proprio ai tempi dell’antica Roma, ricorda molto il suo antenato, chiamato da Plinio il Vecchio “Panis picentinus”: una sorta di pane povero nel cui impasto venivano uniti grano, spelta, orzo, succo d’uva e miele. La ricetta originale si è lentamente evoluta nel tempo con l’aggiunta di alcuni ingredienti che lo rendono oggi estremamente appetibile.

I suoi genitori le hanno trasmesso il gusto delle pietanze dal sapore antico, delle tradizioni e della buona cultura alimentare. Quanto è importante trasmettere una buona educazione alimentare ai più piccoli?

Sì, è vero, ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia dalle forti tradizioni alimentari che mi ha trasmesso l’amore per la buona e sana cucina. Penso sia importante tramandare la propria cultura alimentare alle future generazioni che rischiano di non seguire più il loro tradizionale mangiare, adottando stili alimentari dettati dalla moda di turno, sostituendo completamente il proprio Dna mediterraneo con il gusto orientale o americano in una vera e propria perdita culturale. E’ giusto integrare, ampliare le proprie conoscenze anche in campo nutrizionale, senza però dimenticare il passato con le sue tradizioni.