L’Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati, lancia l’allarme per i violenti scontri tra gruppi armati non statali e forze governative che stanno costringendo centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle loro case nell’est della Repubblica democratica del Congo (RdC). Solo nel mese di febbraio quasi 300mila persone sono fuggite attraverso i territori di Rutshuru e Masisi nella provincia di Nord Kivu.
I team ed i partner dell’Unhcr stanno mappando i movimenti degli sfollati e le necessità delle persone costrette alla fuga. La violenza è esplosa in particolare dalla regione di Kitchanga nel territorio di Masisi verso la città di Sake, di grande importanza strategica. I civili continuano a pagare il prezzo più pesante e sanguinoso del conflitto, comprese donne e bambini che sono riusciti a malapena sfuggire alle violenze e che ora dormono all’addiaccio in siti spontanei o organizzati, esausti e traumatizzati. La recrudescenza delle violenze nella regione ha già creato più di 800mila sfollati dal marzo dell’anno scorso, comprese le persone dirette verso le province di Sud Kivu e Ituri.
Quella della RdC è la più grande crisi di sfollati interna all’Africa, con 5, 8 milioni di persone coinvolte, soprattutto nell’est del paese. La RdC ospita anche più di un milione di rifugiati dai paesi vicini. È anche una delle operazioni dell’Unhcr più sottofinanziate a livello mondiale. Per il 2023 l’agenzia Onu chiede 232,6 milioni di dollari Usa per assistere gli sfollati interni e i rifugiati nella RdC precisando che ad oggi l’operazione nella RdC ha ricevuto solo l’8% dei fondi necessari.

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