“Io e don Peppe eravamo amici, ai tempi del Seminario. Tante volte ci siamo scambiate idee pastorali. Dopo essere stati ordinati sacerdoti, lui è diventato parroco a Casal di Principe, sua città natale. È sempre stato un giovane sensibile ai problemi sociali. Porto nel cuore il ricordo di un giovane schietto, coraggioso, impegnato a fasciare le ferite degli uomini e nel recupero dei giovani. Ha guidato nelle vie del bene tanti ragazzi, gli Scout. Aveva in lui una grande carica umana e spirituale, cosa che gli ha permesso di sfidare una mentalità di criminalità che vigeva a Casal di Principe”. Lo dice al Sir don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane, ricordando don Peppe Diana, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, mentre si accingeva a celebrare la messa nella chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, di cui era parroco. Oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è a Casal di Principe per onorare la memoria di don Peppe Diana. “Ancora oggi – evidenzia don Grimaldi – la figura di don Diana ci interpella: interpella i giovani di oggi e tutti noi, affinché possiamo essere strumenti di legalità e di denuncia del male, seguendo il suo esempio. Don Peppe non ha fatto altro che denunciare una situazione che altri non avevano il coraggio di dire. Ha rischiato molto per questo suo coraggio, per aver denunciato il male, i compromessi che c’erano nel suo territorio. Oggi la visita di Mattarella rende onore alla sua figura, al suo essere un ‘testimone di giustizia’. La visita del presidente della Repubblica è una spinta per tutto il territorio a combattere sempre più per la legalità e affinché anche la Chiesa valorizzi ancora di più la figura di don Peppe, come sacerdote e come uomo di fede e di giustizia, anche in vista di un possibile processo di beatificazione. Don Diana ha combattuto con coraggio l’illegalità, cosa che la Chiesa ci chiede di fare continuamente”. L’ispettore generale dei cappellani precisa: “Il coraggio di don Peppe e la sua idea forte di combattere il male scaturiscono dal suo essere prete, dal suo cammino di fede, dalla sua formazione cristiana”. Per don Grimaldi, “la visita di Mattarella ai nostri territori è un messaggio forte: vuol dire che lo Stato alza la sua voce e lancia un messaggio forte contro queste organizzazioni malavitose, che non possono avere tra le loro mani la bellezza di un territorio, che è stato impoverito dalla camorra”.
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