CIVITELLA DEL TRONTO – Il FAI (Fondo Ambiente Italia) ha scelto la Chiesa di Santa Maria in Montesanto e la relativa Abbazia, site in Civitella del Tronto (TE), come meta da visitare per la Giornata FAI di Primavera. Pertanto nei giorni di sabato 25 e domenica 26 marzo i volontari del FAI attendono cittadini e turisti per visite guidate in questo sito di alto interesse storico, architettonico e naturalistico. Questi gli orari in cui sarà possibile accedere alle strutture: al mattino dalle ore 10:00 alle ore 13:00, nel pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 18:00.
Il diacono Giovanni Scarciglia, incaricato diocesano per Montesanto, dichiara: “Il Fai ormai da molto tempo organizza le Giornate FAI di Primavera, un importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese durante il quale vengono aperti al pubblico oltre 750 luoghi inaccessibili o poco noti. Qualche settimana fa un incaricato del Fai mi ha contattato dicendomi che per questo anno la loro Fondazione aveva preso in considerazione il Comune di Civitella del Tronto e in particolar modo la Chiesa di San Francesco, le Grotte di San Michele Arcangelo a Ripe e l’Abbazia di Santa Maria in Montesanto. Dopo un primo contatto avuto tramite il vicario foraneo, don Marco Di Giosia, è stato svolto prima un sopralluogo sul posto e poi successivamente un secondo incontro con una ventina di volontari che hanno visitato sia la Chiesa che l’Abbazia che saranno oggetto di visita il prossimo fine settimana”.
“Sono molto contento di questa iniziativa – prosegue il diacono Scarciglia –: sono infatti consapevole della bellezza dei luoghi che mi sono stati affidati, ma essere scelti dal FAI è una conferma del loro valore. È quindi motivo di orgoglio ospitare i volontari del FAI che, ormai dal lontano 1975, promuovono l’educazione, l’amore, la conoscenza e il godimento per l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico d’Italia. La nostra Abbazia è uno dei luoghi più suggestivi della provincia teramana e picena: sorge infatti su un colle silenzioso e immerso nella quiete delle colline. La tradizione ne attribuisce la fondazione a San Benedetto da Norcia, che ne avrebbe avviato personalmente la realizzazione nel 542, di ritorno da un viaggio nel Piceno. La più antica fonte scritta della sua presenza risale però al 1064. Posto tra il Regno di Napoli e lo Stato pontificio, il monastero, che nel XIII secolo era tra i più importanti del territorio, possedeva ben otto chiese, duemila moggi di terra nella Val Pescara e aveva giurisdizione su numerosi monasteri che sorsero in seguito. Intorno alla fine del 400 iniziò la sua decadenza con la perdita, prima della sua autonomia, e, successivamente, con il sequestro di tutti i suoi beni fino alla definitiva soppressione del 1797. La Chiesa, oggi ben conservata anche grazie all’ultimo restauro avvenuto poco prima dell’anno 2000, è di grande pregio architettonico. Lo stile è essenziale e molto semplice, come vuole la classica struttura delle chiese benedettine: è costituita da un’unica navata e costruita in travertino con tetto a capriate; il presbiterio, che si innalza di due gradini rispetto alla navata, ospita un coro ligneo con la statua della Madonna Assunta e un altare di forma quadrata tipica delle costruzioni benedettine. Interessanti e ben conservate all’interno dell’edificio sacro, anche le statue di San Benedetto da Norcia e San Giovanni Gualtiero. Il campanile romanico, attualmente isolato dalla chiesa, è inglobato nelle strutture del monastero. Di notevole pregio è anche il Cristo risorto, una statua in bronzo che arricchisce l’ampio giardino dell’Abbazia della quale potrà essere visitata la Sala Capitolare realizzata sempre in travertino con volte a botte”.
“Invito – conclude il diacono Scarciglia – tutti i cittadini delle zone limitrofe, della Diocesi e dei dintorni, a venire ad ammirare Montesanto, un’oasi di pace che può essere meta di gite, ritiri spirituali, luogo di preghiera e di contemplazione. Oltre al pregio degli interni del sito, tutti potranno godere del bellissimo panorama che permette di apprezzare i Monti della Laga, i Monti Sibillini e il Gigante Buono del Gran Sasso”.