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Afghanistan: l’85% degli afghani si indebita per pagare le cure, donne le più vulnerabili

Tra i risultati più importanti emersi sull’accesso alle cure nell’ultimo anno, secondo il Report di Emergency “Accesso alle cure in Afghanistan: la voce degli afgani in 10 province”, diffuso oggi, c’è “la barriera economica. Il 70% degli afgani intervistati ha rimandato le cure a causa dei costi e il 51% ha risparmiato su altri beni essenziali per potersele permettere. L’86,5% degli intervistati ha dovuto chiedere denaro in prestito e se un afgano su due non ha potuto acquistare i medicinali necessari a curarsi, uno su cinque ha affermato di aver perso un parente o un amico per il mancato accesso alle cure. Come spiega Hanif, field officer di Emergency a Kabul: “Se ti rechi in farmacia con una prescrizione, ad esempio per un comune antibiotico del costo di 100 afgani, il farmacista ti chiederà di pagare 300 afgani: 100 andranno al dottore e 200 alla farmacia”. Oltre l’80% degli intervistati risiede in zone rurali difficilmente collegate ai principali centri abitati e solo il 2% ha utilizzato ambulanze perché in numero insufficiente o scarsamente equipaggiate. Gli afgani si sentono generalmente più sicuri e raggiungono più facilmente aree precedentemente bloccate dalla guerra. Maggiore sicurezza ha portato a maggiore mobilità e a un sovraccarico degli ospedali pubblici, sulla carta completamente gratuiti. Il sistema sanitario non è però adeguato a rispondere ai bisogni della popolazione perché strutturalmente sarebbero necessarie più risorse di quelle disponibili. Dove si registrano ancora episodi di ostilità, l’insicurezza rimane in cima alle preoccupazioni; chi ha incontrato ostacoli nell’accesso alle cure nell’ultimo anno ha infatti identificato la paura del conflitto come prima barriera e il costo come seconda. Oltre ai problemi strutturali che colpiscono l’intera popolazione, la mancanza di mezzi di trasporto sicuri ed efficienti, l’assenza di cliniche che offrano cure ostetriche per le future mamme nelle zone rurali e la diminuzione del potere d’acquisto (del 20% inferiore rispetto a quello degli uomini), rende la possibilità di accedere a cure tempestive ed efficaci per le afgane ancora più precaria. Il rapporto evidenzia che la gestione delle condizioni di salute materna è particolarmente preoccupante e spesso porta a decessi prevenibili. Sono stati infatti segnalati casi di donne decedute durante il travaglio mentre cercavano di raggiungere le strutture sanitarie e molte di loro non ricevono alcun tipo di supporto prenatale.
Emergency è presente in Afghanistan dal 1999 con due Centri chirurgici a Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico e un Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, e una rete di oltre 40 posti di primo soccorso. Nel 2022 gli ospedali di Emergency hanno ricoverato quasi 13.000 persone.

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