DIOCESI – Le rigide temperature di questa Settimana Santa non hanno impedito ai fedeli sambenedettesi di partecipare numerosi ai riti del Triduo Pasquale. In particolare, nel giorno del Venerdì Santo, 7 aprile 2023, oltre all’azione liturgica delle ore 15:00 in cui si è ripercorsa la Passione di Cristo secondo il Vangelo di Giovanni, si è svolta anche alle ore 21:00 la consueta Via Crucis per le strade della città. Le comunità parrocchiali sambenedettesi appartenenti alla Vicaria Padre Giovanni dello Spirito Santo, dopo aver ripercorso le quattordici Stazioni della Passione e Morte di Gesù, si sono date appuntamento davanti alla Cattedrale Santa Maria della Marina. Così, presso piazza Nardone, intorno alle ore 22:00, si sono ritrovati i fedeli di San Filippo Neri e Santa Maria della Marina, di San Benedetto Martire e Madonna del Suffragio, di San Pio X e Sant’Antonio di Padova ed infine di San Giuseppe. Presenti il vescovo Carlo Bresciani e i sacerdoti delle varie parrocchie: don Patrizio Spina, don Guido Coccia, don Gianni Croci, don Ulderico Ceroni, don Gianni Capriotti, padre Massimo Massimi, padre Mario Amadeo.
Queste le parole che il vescovo Bresciani ha detto ai fedeli presenti: “Abbiamo meditato che questa realtà della croce, per tanti aspetti, è quella che si ripete nella vita di ogni giorno. E noi possiamo esserne parte. Possiamo decidere se essere tra quelli che condannano o tra quelli che, con piccoli gesti, seminano speranza, conforto e sostegno, aiutandoci a vivere meglio la nostra vita. In questa via della croce ci siamo tutti. Siamo tutti partecipi nel distruggere o nel creare speranza. E di speranza abbiamo veramente molto bisogno noi che, a volte, siamo provati da tante situazioni e cadiamo nello scoraggiamento. Altre volte, invece, possiamo dare segni di consolazione e di speranza di un mondo diverso: magari non siamo in grado di togliere tutto il male del mondo, ma possiamo essere una luce di speranza per qualcuno”.
“Su questa via, che abbiamo percorso con Gesù – ha proseguito il vescovo Carlo –, abbiamo incontrato tante voci di condanna, ma nessuna è arrivata dalla sua bocca. Da Gesù abbiamo sentito tutt’altro che parole di accusa. Da chi dunque può venire la speranza? Da chi accusa o da chi dona il perdono? Su quella croce Gesù ci ha aiutato a capire che tutti noi possiamo fare qualcosa di grande, ci ha aiutato a comprendere che anche un piccolo gesto può significare tanto. Il nostro camminare dunque non è stato tanto un contemplare Gesù, bensì un riflettere su quanto noi possiamo essere, come Simone di Cirene o la Veronica, seminatori di speranza in un mondo che spesso la soffoca“.
Parole di speranza che, nonostante il clima freddo, hanno scaldato il cuore.