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San Benedetto, il Vescovo Bresciani ha battezzato, cresimato e comunicato 5 nuovi cristiani durante la Messa di Pasqua

DIOCESI – Sabato 8 aprile alle ore 22.00 ha avuto inizio in Piazza Nardone la Veglia di Pasqua, seguita dalla Santa Messa durante la quale 5 catecumeni hanno ricevuto il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia.
La celebrazione è stata presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani e da diversi sacerdoti che hanno concelebrato con lui.

Nella piazza il Vescovo Carlo ha benedetto il fuoco e ha acceso il cero pasquale. Entrati in chiesa, i fedeli, partendo dal vescovo, hanno acceso le candele cantando per tre volte “Luce di Cristo, rendiamo grazie a Dio”. Una volta accese tutte le luci della chiesa, il diacono Walter Gandolfi ha proclamato l’Exultet, antichissimo inno scritto da Sant’Agostino.

È stata poi la volta della Liturgia della Parola con la quale è stata fatta memoria di tutta la storia della salvezza: attraverso le letture della Creazione, del sacrificio di Isacco, delle gesta di Mosè e degli oracoli dei profeti sono state rievocate le grandi opere di Dio.

Si è giunti poi alla Messa col canto del “Gloria” e il suono delle campane a festa. È stato ancora il diacono Walter ad annunciare al Vescovo l’alleluia e così dopo 40 giorni in tutta la chiesa è esploso il canto che proclama la gioia della resurrezione.

Nella sua omelia il Vescovo Carlo ha detto: “Questa sera abbiamo vegliato in ascolto della parola di Dio. Vegliare significa attendere, significa stare svegli, perché si attende qualcosa o qualcuno. Per noi significa questa sera attesa di Dio, attesa che Dio intervenga nella storia e si renda presente nella nostra vita personale e di comunità cristiana.
Nel giorno che abbiamo alle spalle, il sabato santo, abbiamo meditato la morte di Gesù nel grande silenzio che è calato sulla Chiesa. Di fronte alla morte sembra che tutto sia finito, e dal punto di vista puramente umano non può che essere così. La morte ci mette di fronte all’impotenza radicale dell’essere umano. Non ci si può fare proprio più nulla quando è subentrata la morte e, umanamente, non possiamo fare nulla per superarla o per fermarla.
Vegliando nell’attesa, abbiamo meditato ciò che Dio ha operato nella storia a partire da Adamo ed Eva, quindi dalla creazione. Abbiamo meditato i suoi interventi nella storia dell’umanità e del popolo eletto di Israele, interventi che hanno ridato vita e speranza là dove sembrava che non ci fosse più nulla di possibile all’essere umano. Abbiamo sentito che là dove l’umanità ha distrutto, Dio ha ricostruito con infinita pazienza di amore. Dio ha riaperto possibilità di vita là dove tutto sembrava irrimediabile e impossibile. Dio ha promesso ciò che all’essere umano non sarebbe mai stato possibile e lo ha mantenuto.
Perché questa lunga meditazione attraverso i numerosi passi della Scrittura che in questa veglia abbiamo proclamato? Perché nella fede, e alla luce della storia della salvezza, sappiamo che anche di fronte alla morte di Gesù Dio sarebbe stato fedele come sempre alle sue promesse, avrebbe avuto ancora una possibilità. Nella preghiera abbiamo invocato la sua fedeltà, ricordando le promesse da lui fatte ad Adamo ed Eva, ad Abramo, a Mosè e ai profeti, nella fiducia che le avrebbe mantenute.
E Dio è stato fedele alle sue promesse, la nostra attesa non è stata vana. L’attesa dell’umanità che Dio intervenga con la sua parola di vita, là dove non sembra esserci che morte, non è vana. Le promesse di Dio non sono mai parole al vento. Dio le ha mantenute in Gesù: là dove la morte pareva aver messo definitivamente e irrimediabilmente la parola fine, lui ha avuto ancora una parola, e quella parola è stata vita.
Per questo possiamo cantare alleluia, lode a Dio. Cantiamo alleluia, perché Dio ha realizzato le sue promesse in Gesù, non lasciandolo nella morte, ma ridonandogli la vita dopo la sua atroce morte in croce.
In Gesù risorto da morte, la creazione giunge alla sua pienezza, dopo la corruzione causata dal peccato di Adamo ed Eva, per questo abbiamo ricordato la creazione, il fuoco e l’acqua, la luce che vince le tenebre del male, la vita che vince la morte, l’amore che sconfigge il peccato.
Tra poco celebreremo il battesimo di alcuni adulti: in questa notte, in cui è sconfitta la morte e rinasce la nuova vita dall’acqua e dallo Spirito del Risorto, tutti ricordiamo anche la nostra rinascita in Cristo attraverso il battesimo. La vita, ricreata nel Risorto, è donata a chiunque si lascia immergere nell’acqua della resurrezione per rinascere con lui alla vita nuova dello Spirito. È ridonata a noi, battezzati in Cristo risorto, se nella fede camminiamo nella luce del Risorto. Nella risurrezione di Cristo facciamo memoria anche della nostra rinascita in lui. Cantiamo allora alleluia, perché ci è ridonata la vita che rinasce dal male e dal peccato.
La fedeltà di Dio, che ha avuto il suo vertice nella resurrezione da morte di Gesù, è fedeltà che egli ha anche per ciascuno di noi, per questo esultiamo di gioia per Gesù, ma anche per noi, rendendo lode al Padre.
Carissimi, camminiamo nella luce del Risorto sicuri che anche noi risorgeremo in lui, se con lui combatteremo contro le forze del male e del peccato che sempre minacciano la vita anche di coloro che sono di Cristo. Egli ci ha tracciato la via e per primo l’ha percorsa fino in fondo, mostrandoci che la via che ci indica non è una via senza uscita, ma che essa porta alla vera ed eterna vita.
Gesù ha vinto la schiavitù del peccato, attraversando il mare rosso del sangue versato per amore sulla croce ed è giunto alla terra promessa della libertà e della vita, dono dell’amore infinito del Padre al Figlio che gli è stato obbediente fino alla morte e alla morte in croce. Gesù si è fidato del Padre; ha creduto al suo amore anche nel momento più oscuro della croce quando la tentazione del dubbio è stata più cruda e il Padre non lo ha abbandonato: gli ha ridato la vita.
Alla fedeltà di Gesù ha risposto la fedeltà del Padre ed è scattata la scintilla della vita nuova, quella scintilla che l’infedeltà di Adamo ed Eva aveva spenta e con questo la morte era entrata nel mondo.
Carissimi, accogliamo anche noi questa vita nuova seguendo la via che ci ha indicato Gesù e la luce e la pace della Pasqua invaderà anche i nostri cuori, finalmente riscattati dal male e dal peccato che ci opprime e minaccia ciò che di più caro abbiamo. Preghiamo, perché questa luce e questa vita nuova invada il cuore di ognuno di noi e si espanda nel mondo, perché è l’unica luce che può salvarlo.
Mentre lo chiedo per me, lo auguro a tutti voi, carissimi. Che la pace del Cristo risorto, quella pace che egli ha augurato apparendo ai suoi apostoli, sia sempre con voi.
Buona Pasqua”.

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