GROTTAMMARE – L’Ufficio dell’Apostolato del mare della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto Marche ha organizzato i festeggiamenti per il santo patrono dei pescatori, san Francesco da Paola.
Per l’occasione presso il parco di Casa san Francesco di Grottammare, è stata celebrata la santa Messa in onore del santo.
La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal vescovo della Diocesi, Monsignor Carlo Bresciani e concelebrata da don Giuseppe Giudici, responsabile diocesano dell’Apostolato per il mare, dal vicario don Patrizio Spina e da Mons. Federico Pompei.
Il vescovo Bresciani nell’omelia ha detto: “Celebriamo la festa di san Francesco di Paola e ci troviamo, come nella tradizione, immediatamente dopo Pasqua.
Francesco di Paola ci porta dentro quel mistero pasquale che è poi ciò che ha guidato la sua vita, da cristiano, da religioso, da consacrato, ha messo al centro, come è esattamente per tutti i cristiani, questo mistero pasquale.
San Francesco di Paola tutto sommato si è rivolto questa domanda fondamentale che abbiamo sentito nella Prima Lettura, la stessa domanda che è stata rivolta a Pietro, Pietro ha annunciato la risurrezione e coloro che l’hanno ascoltato si lasciano prendere da quell’annuncio, credono a quell’annuncio di Pietro e gli rivolgono una domanda fondamentale che poi è la stessa che passa attraverso la vita di ciascuno di noi: “Che cosa dobbiamo fare fratelli?”, questo ci dice innanzitutto una cosa, che la fede è anche fare, non tanto cosa dobbiamo pensare, ma soprattutto che cosa dobbiamo fare.
Questa domanda ci porta a fare una distinzione innanzitutto, la distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, perché se non c’è questa distinzione, se tutto va bene… Quella domanda non ha senso. Non è vero che va tutto bene per la nostra vita e non è vero che ogni “fare” ha lo stesso valore per la nostra vita così come per la vita degli altri. Da credenti che cosa dobbiamo fare? Capite immediatamente quando è importante questa domanda…San Francesco di Paola di fronte a questa domanda ha dato una risposta che è poi quella che vediamo nella sua vita, nella sua storia di fede, nella sua storia di penitenza, nella sua storia di predicazione e tanto altro. Prendo alcuni spunti proprio da quello che la Parola di Dio ci ha annunciato oggi, noi sappiamo che Pietro durante la Passione del Signore e poi immediatamente dopo, quando il Signore Gesù è morto in croce, si è chiuso nel Cenacolo, così come hanno fatto anche gli altri apostoli. Si sono lasciati prendere dalla paura, di fronte alla risurrezione del Signore noi troviamo Pietro che esce da quella “chiusura” nel Cenacolo, esce da quella paura e sentiamo che addirittura va in piazza e inizia a predicare, non ha più paura.
Alla domanda: “Che cosa dobbiamo fare?”, Pietro da una risposta, la sua risposta non è solo nel pensiero, ma è anche nell’agire, comincia subito a predicare quello di cui è stato testimone.
Nel Vangelo troviamo il racconto di Maria, anche lei si trova di fronte alla morte di Gesù e si chiede: “Che cosa devo fare?” Certo, qualcuno potrebbe dire che essendo morto e sepolto, tutto finisca lì. Maria invece va al sepolcro e da Gesù conosce cosa deve fare, come deve agire.
Gesù gli dice: “Va’ dai miei apostoli” e Maria va.
Noi possiamo quindi prendere un suggerimento: che ciascuno di noi, di fronte all’annuncio della risurrezione, di fronte all’avere incontrato il Signore, deve essere portato a farsi questa domanda: “Io che cosa devo fare?”, “Qual è quel bene che posso fare io?”. La vita non è fatta solo dal non fare il male, ma è fatta anche dal fare il bene, il vero bene, il miglior bene che riesco a fare. Il bene perfetto può farlo solo Gesù, nessuno di noi farà mai il bene perfetto, ma siamo chiamati a fare il miglior bene che siamo capaci di fare. Chi poco, chi tanto, secondo le nostre capacità; è da questo che costruiamo la nostra vita personale, la nostra vita insieme. Gli apostoli di fronte a questa domanda hanno cambiato vita, hanno iniziato a portare a tutti la buona novella, a portare l’annuncio di Gesù, l’annuncio dell’Amore di Dio. San Francesco da Paola a modo suo, ma tutti noi siamo chiamati a fare la nostra parte nel nostro personale modo, abbiamo un bene che ci aspetta da fare. Tutti noi dobbiamo uscire da quel Cenacolo dove rischiamo di rimanere per paura di tante cose; lo Spirito di Dio ci invita ad uscire, ad andare…Maria di Magdala lo fa, annuncia i discepoli che ha visto Gesù.
Questa domanda ce la dobbiamo sentire nel cuore, non è un fare tecnico, è un domanda che riguarda tutta la nostra vita: “Che cosa devo fare nella mia vita?”, “Per tutti quelli che ho attorno a me?”. A chi chiediamo la risposta? La risposta ci viene da Gesù, dal Vangelo, da quella luce che ci arriva da Gesù tramite il suo Spirito. Quando con sincerità poniamo a Lui questa domanda, non dobbiamo avere paura della risposta, perché ci verrà sicuramente data e sarà una risposta più che positiva per la vita di ciascuno di noi”. Al termine della Messa il vescovo Bresciani ha impartito la solenne benedizione al mare e agli uomini di mare. Presenti alla Celebrazione anche il vice sindaco di Grottammare Alessandro Rocchi, il sindaco di San Benedetto del Tronto Antonio Spazzafumo, e gli Ufficiali rappresentanti della Marina sanbenedettese. Preghiera degli uomini di mare a san Francesco di Paola, composta da Sua Eccellenza Monsignor Carlo Bresciani: “Noi ci rivolgiamo con fiducia a te, o san Francesco da Paola, nostro protettore, invocando la tua intercessione presso Dio Padre. Tu, che hai dedicato la tua vita al servizio dei poveri e degli infermi, tu che hai operato per loro prodigi e guarigioni, sostienici nelle nostre fatiche e infermità. Proteggici dai pericoli del mare, perché possiamo tornare sempre alle nostre famiglie. Tu patrono delle genti del mare, assisti tutti i marinai e coloro che dal mare traggono vita e lavoro. Tu che hai navigato sul mare su un semplice mantello, proteggi le nostre imbarcazioni da ogni insidia. Infondi in noi la fede che animò l’intera tua vita, la speranza che sapesti ravvivare negli sfiduciati, la carità che ti spinse ad andare incontro ai bisognosi, l’umiltà che ti mantenne semplice di fronte agli onori del mondo. Noi confidiamo in te, o santo nostro patrono, certi della tua potente protezione. Amen”.
Al termine della celebrazione è stata impartita la solenne benedizione del mare ed è stata effettuata l’estrazione dell’imbarcazione che avrà l’onore di portare l’effige della Madonna della Marina, in occasione della festa che verrà celebrata a luglio.