“Non è una rivoluzione: i 70 nuovi membri sono il 21% dell’assemblea, che rimane plenariamente un’assemblea dei vescovi, con una certa partecipazione di non vescovi”. Lo ha precisato, in sala stampa vaticana, il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, a proposito delle novità introdotte dal Papa nell’assemblea sinodale. “Spetterà alle assemblee continentali proporre 20 nomi, e il Papa potrà sceglierne 10 di ogni continente e della Conferenza dei patriarchi del Medio Oriente”, ha precisato il cardinale: “Sarebbe bene che tra questi 70, la metà siano donne e che ci siano i giovani, affinché la Chiesa sia ben rappresentata”. Altra novità, ha sottolineato Hollerich, la presenza al Sinodo anche di vescovi che non hanno nessuna Conferenza episcopale, come il Lussemburgo: “Finora queste Chiese non sono state rappresentate, questa volta potranno inviare un membro al Sinodo. La Chiesa sarà più completa, in questo Sinodo, e sarà una gioia avere la Chiesa intera riunita a Roma per il Sinodo”. “Lo spazio nella tenda si sta allargando”, ha osservato il card. Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo: “Con questa decisione del Santo Padre il Sinodo rimarrà un Sinodo dei vescovi, ma ci sarà questa partecipazione allargata. La partecipazione dei nuovi membri non soltanto assicura il dialogo che c’è tra la profezia del popolo di Dio e il discernimento dei pastori – la circolarità messa in atto durante tutto il processo sinodale – ma garantisce la memoria: i nuovi membri sono testimoni della memoria, del processo sinodale, dell’itinerario di discernimento iniziato due anni fa. Ci auguriamo che che le modifiche introdotte dal Santo Padre potranno arricchire non tanto il Sinodo, la cui natura non è intaccata perché rimarrà il Sinodo dei vescovi, ma tutta la Chiesa”.
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