“Grazie. L’ha espresso Marco Tarquinio, desidero a mia volta ringraziarlo per come ha guidato Avvenire con passione e intelligenza, con uno sguardo lucido sulla realtà e un’attenzione particolare per gli ultimi, vedendo il mondo dalla parte delle vittime e facendo propria l’ansia di pace e di futuro. I tanti ‘senza voce’ (ce l’hanno, siamo noi che non ascoltiamo!), quelli di cui nessuno parla, come tante sofferenze e pezzi di guerra mondiale, hanno trovato spazio nelle pagine del nostro giornale, senza sdolcinature, con l’evidenza dei fatti e con le responsabilità delle persone. Marco è stato un direttore”. Lo dichiara il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, sull’avvicendamento alla direzione di Avvenire tra Marco Tarquinio e Marco Girardo. “Avvenire è, come si suol dire ‘il giornale dei vescovi’, direi meglio della Chiesa in Italia – prosegue il porporato -. C’è sempre, però, la responsabilità di qualcuno che ‘ci mette la faccia’, in comunione con la Chiesa e con la sua dottrina sociale, quella che tutti i cattolici debbono vivere e che ci aiuta a capire i segni dei tempi, che non sono un optional per i cristiani chiamati a incarnare l’amore di Gesù nel mondo”.
In questi anni, osserva il card. Zuppi, “Marco ha aiutato il quotidiano a crescere, anche in autorevolezza riconosciuta da tutti, nel solco di quanto indicato da san Paolo VI, ovvero tendendo sempre ‘non solo e non tanto a informare, ma a formare, a educare cioè alla retta conoscenza e al sano giudizio’” (Discorso sui mezzi di comunicazione sociale, 27 novembre 1971). Avvenire è “un giornale di prossimità, vicino ai problemi della gente per raccontare il bello delle nostre comunità, senza paura del dialogo, come è di chi ha chiara la sua identità”.
Il presidente della Cei evidenzia: “Il passaggio di testimone, condiviso da tempo, avviene nella continuità di ispirazione che ha animato il giornale. Peraltro, ringrazio Tarquinio perché continuerà a rimanere in quella casa che anche lui ha contribuito a edificare. Il timone passa ora a Marco Girardo, pure lui di casa ad Avvenire”. Il “benvenuto”, quindi, sottolinea il cardinale, “non ha il sapore della novità, ma della familiarità, essendo frutto di quella squadra redazionale che Tarquinio ha sostenuto e rafforzato. Il nuovo incarico sarà un’occasione per vivere, ancora e in maniera più piena, il lavoro giornalistico in una dimensione di comunità, cogliendo le sfide tecnologiche nella rotta indicata da Papa Francesco: ‘Ascoltate, approfondite, confrontatevi. State lontani dai vicoli ciechi in cui si dibatte chi presume di aver già capito tutto’” (Udienza ai dirigenti e al personale del quotidiano “Avvenire”, 1° maggio 2018). “A Girardo gli auguri di buon lavoro e il sostegno della Cei. A tutti e due e a tutti noi: buon avvenire!”.