Gigliola Alfaro
Dal 19 al 21 maggio tanti momenti di riflessione, preghiera, spettacolo per ricordare la spogliazione di Cristo, quella di Francesco, la vita esemplare del beato Carlo Acutis e calarli nella nostra esistenza, in occasione del sesto anniversario dell’inaugurazione del santuario della Spogliazione ad Assisi. E solo da un mese prima, il 16 aprile, il santuario ha un nuovo rettore: padre Marco Gaballo. Tra i suoi primi grandi impegni c’è stato, verso la fine di aprile, il pellegrinaggio dei ragazzi della diocesi di Milano. Per i preadolescenti è stata un’immersione nella spiritualità di San Francesco e Santa Chiara e nei luoghi della loro vita, ma anche l’occasione per rendere omaggio al giovane beato Carlo Acutis, che riposa nel santuario della Spogliazione. Una lampada votiva offerta dai ragazzi degli oratori milanesi è stata collocata in forma stabile vicino alla tomba del beato: un gesto simbolico per consolidare l’unione spirituale che lega la diocesi ambrosiana e il milanese Acutis, morto nel 2006 a soli 15 anni. Al nuovo rettore rivolgiamo alcune domande.
Padre Marco, ci sono iniziative particolari promosse dal santuario della Spogliazione in vista della Gmg di Lisbona?
Non ci saranno iniziative diverse da quelle promosse dalla Pastorale giovanile diocesana di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; a noi spetta il compito della semplice accoglienza dei gruppi che, le assicuro, è davvero molto impegnativo. Dunque, i ragazzi che chiedono di partecipare alla Gmg li invitiamo a mettersi in contatto con la diocesi.
Quanti pellegrini vengono solitamente al santuario?
In primavera abbiamo registrato un importante incremento delle visite, soprattutto nei fine settimana c’è grande affluenza. Per dare un’idea, nel semestre tra novembre e aprile, che racchiude i mesi meno frequentati, ci sono stati circa 170mila visitatori.
Ad aprile c’è stato il pellegrinaggio di 1.500 ragazzi lombardi: com’è andato?
È stato entusiasmante, veramente bellissimo!Ai miei occhi, è stato palese che non sono sempre vere le parole negative che sentiamo ripetere sovente sulla condizione giovanile. Abbiamo visto più di 1.500 ragazzi, soprattutto della seconda media, che hanno pregato e meditato con grande attenzione e consapevolezza; poi, erano vivacissimi nelle attività di animazione e nei giochi in piazza; hanno coinvolto gli assisani e i passanti, ci hanno regalato dei momenti davvero belli e coinvolgenti.Il vescovo ausiliare di Milano che li accompagnava, mons. Luca Raimondi, scherzava dicendo, rivolto soprattutto a noi sacerdoti e consacrati: “Poi dicono che la Chiesa è in crisi, senza futuro… A vedere questi giovani non si direbbe proprio!”. In effetti, sono tantissimi i ragazzi in ricerca che danno bellissimi segni. Chi era ad Assisi nei giorni del pellegrinaggio dei ragazzi milanesi l’ha visto in maniera tangibile.Chissà se uno dei segreti della riuscita non stia nel disattivare il cellulare per una giornata e scoprire la ricchezza che possiamo essere gli uni insieme con gli altri!
Il santuario è divenuto una meta di pellegrinaggi anche di tanti giovani, proprio perché ospita la tomba del beato Carlo Acutis. Quale messaggio offrite per i ragazzi che vengono?
Se uno percorre la via indicata da san Francesco e dal beato Carlo arriva a Gesù.
Il cuore del messaggio, quindi, è Gesù, le Sue parole e la Sua persona. Le parole di Gesù sono ciò che si impatta venendo al santuario. Queste parole sono parole incarnate che assumono un volto e diventano vita; a volte risuonano suscitando nell’ascoltatore fiducia e incoraggiamento, altre volte possono risultare aspre e perfino urticanti, ma noi, in ogni caso, cerchiamo di rimanere spogliati dinanzi alla parola di Gesù, sapendo che in tutti i casi genererà vita, in definitiva non importa se attraverso una carezza o attraverso una ferita.
Sono molte le richieste di preghiere che vi giungono per intercessione del beato Carlo Acutis?
Sono moltissime e ci arrivano in diverso modo: alcune recapitate manualmente al santuario, altre attraverso internet o altri canali; sono presentate necessità di tutti i tipi, ma soprattutto ci sono tante persone colpite da traumi e malattie che chiedono in questi momenti delicati aiuto, conforto, preghiera e guarigione.Mi hanno molto commosso quelle che riguardano i ragazzi e i bambini più piccoli e quelle di tanti genitori a volte alle prese con problemi assai gravi nei primi mesi di vita dei figli o legate alla fecondità.
Vi vengono segnalati anche miracoli?
Abbiamo diverse segnalazioni che poi saranno vagliate con attenzione, ma sono tantissimi quelli che vengono di persona a ringraziare per avere superato una prova particolarmente difficile o aver ricevuto una grazia.Tra questi ci sono anche i cosiddetti lontani dalla Chiesa, che forse prima non avevano mai pregato e che in una circostanza drammatica della vita hanno cominciato, scoprendo che la preghiera è una dimensione costitutiva di ogni vivente umano. Qui a volte spunta Carlo in maniera quasi imprevista, come un aiuto facilmente accessibile per chiunque.Anzi, per problemi gravi e specifici, per quella che è la mia breve esperienza, mi pare che ci si rivolge più spesso a Carlo che a San Francesco, quasi a suggerire che anche i santi sono ognuno diverso dall’altro.
Il santuario della Spogliazione rimanda anche al grande gesto di San Francesco: quando è stato eretto il santuario Papa Francesco ha scritto in una lettera al vescovo Domenico Sorrentino che esso “nasce come profezia di una società più giusta e solidale, mentre ricorda alla Chiesa il suo dovere di vivere, sulle orme di Francesco, spogliandosi della mondanità e rivestendosi dei valori del Vangelo”. Su questo fronte qual è l’impegno che vivete al santuario?
Questo è uno dei punti centrali dell’attività del santuario: aiutare soprattutto i giovani delle aree più povere del mondo a realizzare progetti per la produzione di beni e servizi, che siano sostenibili dal punto di vista ambientale; la sfida è alta, si tratta di innescare dei processi di sviluppo economico che non generano esclusione e marginalità, ma al contrario inclusione e promozione soprattutto tra le persone più disagiate del mondo. L’economia di mercato, come ognuno può constatare, genera contraddizioni drammatiche sia dal punto di vista dell’ambiente sia delle crescenti disuguaglianze.
Il santuario cerca di individuare progetti, da sostenere nel tempo, che possono nelle aree più depresse innescare un cambiamento reale.
In questa azione autenticamente evangelica scopriamo tanti compagni di strada anche non credenti, che ci aiutano e sostengono in diverso modo. Uno strumento di rilievo che concretizza questa azione è il Premio internazionale “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia di fraternità”. I progetti vengono valutati da esperti che ci aiutano a comprendere quelli che hanno maggiormente la possibilità di essere veramente efficaci e innovativi. Il primo anno, nel 2021, il Premio è stato assegnato all’Istituto Serafico, per il 2022 a un gruppo di 15 persone con disabilità dalla diocesi di Pasig, nelle Filippine (Manila metropolitana), senza lavoro e poverissimi, che con l’aiuto della parrocchia hanno accolto l’invito della città: usando rifiuti, scarti e, prima di tutto, le ninfee, hanno prodotto – tramite una tecnologia rivoluzionaria – i bricchetti di carbone ecologico. Un riconoscimento è stato dato anche a Farm of Francesco in Nigeria per un progetto che cerca metodologie che permettono di coltivare la terra in maniera sostenibile, senza renderla sterile. In occasione del sesto anniversario dell’inaugurazione del santuario della Spogliazione (20 maggio 2017) conosceremo i vincitori del Premio per il 2023.
Sempre Papa Francesco nella medesima lettera ha osservato che il santuario può essere “un luogo prezioso dove i giovani possano essere aiutati nel discernimento della loro vocazione”. Proponete qualche cammino in particolare ai giovani?
Attualmente diamo tutto l’impegno per accogliere e accompagnare gruppi, diocesi o parrocchie che di solito hanno già intrapreso qualche iniziativa in tal senso. Ascoltiamo le esigenze dei visitatori in modo che i giorni che trascorrono ad Assisi e in particolare al santuario della Spogliazione siano dei momenti che si ricordano per tutta la vita, perché capaci di imprimere una svolta; sono giorni che gli accompagnatori preparano e continuano dopo la visita.
Il passaggio al santuario, allora, diventa una tappa importante e luminosa di un percorso
che non parte da zero e che non è limitato a pochi giorni. In questo modo la visita al santuario della Spogliazione non rimane solo qualcosa di significativo dal punto di vista emotivo, ma diventa qualcosa che ha una possibilità in più di radicarsi nella vita dei ragazzi.Poi cerchiamo di tenere molto presente l’indicazione che ci ha dato il beato Carlo Acutis: non ci sono fotocopie ma tutti siamo originali. Di conseguenza, noi non abbiamo un programma fisso, ma cerchiamo di cogliere l’unicità di chi viene, di cogliere ciò di cui ha realmente bisogno.