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Bangladesh e Myanmar: ActionAid, “in campo per portare alle comunità colpite acqua, cibo e coordinare le evacuazioni delle persone in luoghi sicuri”

“Il ciclone tropicale Mocha, equivalente a un uragano di categoria 4, ha colpito domenica le zone costiere lungo il confine tra Bangladesh e Myanmar con venti di 250 km/h e raffiche fino a 305 km/h. Il ciclone è atterrato sulla costa di Rakhine, vicino a Sittwe (Myanmar) come tempesta ciclonica e si è indebolito spostandosi verso l’interno del distretto di Cox’s Bazar, nel sud-est del Bangladesh. Il ciclone ha provocato forti piogge, mareggiate, forti venti e inondazioni, colpendo le comunità vulnerabili di Rhakine e i rifugiati Rohingya a Teknaf e nell’isola di Saint Martin”. Lo ricorda una nota di oggi di ActionAid.
In Myanmar “sono 8.7 milioni le persone esposte ai danni diffusi del ciclone e oltre 2 milioni erano in stato di vulnerabilità e bisognose di aiuti umanitari già prima dell’arrivo del ciclone. Tre persone sono rimaste uccise. Sono stati danneggiati rifugi, aeroporti, ospedali e scuole (864 case, 27 edifici religiosi tra cui 16 monasteri, 64 scuole, 14 strutture sanitarie)”. Al momento “sono stati evacuati in luoghi sicuri ben 55.000 persone nel Rakhine, 1.050 nel Chin, 2.800 nell’Ayeyarwady e 18.800 dai campi per sfollati nel Rakhine. A causa delle interruzioni delle telecomunicazioni nel Rakhine, non è ancora disponibile l’intera portata del disastro, ma i primi rapporti indicano che i danni sono ingenti e che le necessità delle comunità già vulnerabili, in particolare degli sfollati, saranno elevate”.
In Bangladesh “ben 2.3. milioni di persone vivono nell’area di Cox Bazar colpita dal ciclone, compresi 960.128 rifugiati Royinghia. Sono state colpite 21.148 persone (4.411 nuclei familiari), 3.531 persone (716) famiglie sfollate, 16 persone ferite; danneggiati 306 rifugi (3900 parzialmente danneggiati) 100 latrine, 45 scuole e 12 punti di approvvigionamento dell’acqua”.
ActionAid, si legge nella nota, “è attiva nei due Paesi per portare alle comunità colpite acqua, cibo, per coordinare le evacuazioni delle persone in luoghi sicuri e nel supporto al coordinamento locale nella gestione dei disastri”.
“Questa crisi sottolinea l’urgente necessità che i negoziati sul clima della Cop28 rendano operativo un nuovo fondo per far fronte alle perdite e ai danni ingenti causati dalla crisi climatica”, dichiara Farah Kabir, direttrice di ActionAid Bangladesh.

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