La sua attività intensissima è stata sempre unita alla preghiera, all’unione con Dio, mistica e contemplativa”. Lo ha detto il Papa, soffermandosi, nella catechesi dell’udienza di oggi, sull’eredità di San Francesco Saverio: “Non lasciò la preghiera mai, perché sapeva che lì c’era la forza. Dovunque si trovava, aveva grande cura per i malati, i poveri e i bambini”.

San Francesco Saverio “andava proprio alle frontiere dell’assistenza, e lì’ è cresciuto in grandezza”, ha aggiunto a braccio. “L’amore di Cristo è stato la forza che lo ha spinto sino ai confini più lontani, con fatiche e pericoli continui, superando insuccessi, delusioni e scoraggiamenti, anzi, dandogli consolazione e gioia nel seguirlo e servirlo fino alla fine”, l’omaggio del Papa, che ha concluso con un auspicio a braccio: “Ci dia a noi un po’ di questo zelo apostolico per vivere il Vangelo e annunciare il Vangelo. Tanti giovani hanno questa inquietudine e non sanno cosa fare. Guardate a San Francesco Saverio, guardate all’orizzonte del mondo, guardate ai poveri con tante necessità, guardate tanta gente che soffre, che ha bisogno di conoscere Gesù. Anche oggi ci sono giovani coraggiosi: tanti missionari in Nuova Guinea, tanti miei amici giovani che sono andati ad evangelizzare sulle orme di San Francesco Saverio. Che il Signore ci dia a tutti la gioia di evangelizzare, di portare avanti questo messaggio tanto bello che fa felice a noi e a tutti”.

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