“Ci sono tanti sacerdoti, laici e suore che vanno in missione, anche in Italia”. E’ l’omaggio, a braccio del Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza di ieri, 17 maggio, alla figura di San Francesco Saverio, considerato il più grande missionario dei tempi moderni, patrono delle missioni cattoliche.
“Ci sono tante donne e uomini che hanno fatto questo in modo esemplare, tanti missionari nascosti”, ha esordito Francesco a braccio a proposito dello zelo apostolico. “E questo è grande, uscire dalla patria per predicare il Vangelo”, ha commentato Francesco sempre fuori testo : “è lo zelo apostolico, lo dobbiamo coltivare tanto”.
Francesco Saverio, ha ricordato il Papa, nasce in una famiglia nobile ma impoverita della Navarra, nel nord della Spagna, nel 1506. Va a studiare all’università di Parigi per poter ottenere una carica ecclesiastica ben retribuita che gli assicuri l’avvenire: “È un giovane simpatico e brillante, eccelle nello sport e nello studio. Nel suo collegio incontra un compagno più anziano e un po’ speciale: Ignazio di Loyola”.
“E’ un giovane bravo, ma mondano”, ha proseguito a braccio: “lascia la sua carriere mondana per diventare missionario. Fa i voti, diventa sacerdote e va inviato all’Oriente. A quel tempo i sacerdoti inviati in Oriente erano inviati a mondi sconosciuti, e lui va lì perché era pieno di zelo apostolico”. “Parte così il primo di una numerosa schiera di missionari appassionati, pronti a sopportare fatiche e pericoli immensi, a raggiungere terre e incontrare popoli di culture e lingue del tutto sconosciute, spinti solo dal fortissimo desiderio di far conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo”, ha sottolineato il Papa.
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