“L’attuale situazione globale del colera è senza precedenti a causa delle dimensioni allarmanti dei focolai, della diffusione geografica e del tasso straordinariamente elevato di decessi. Dobbiamo aumentare le capacità di intervento. Questo è un campanello d’allarme”. Lo ha dichiarato Jérôme Pfaffmann Zambruni, responsabile dell’Unità di emergenza per la salute pubblica dell’Unicef, spiegando che “25 Paesi hanno già dichiarato focolai dall’inizio del 2023. E siamo a meno di metà anno. Secondo una nuova analisi, altri 22 Paesi nel mondo rischiano di dichiarare epidemie di colera”. “Negli ultimi 10 anni – ha aggiunto – il mondo ha registrato un calo costante del colera. Ma la tendenza si è invertita: nel 2021 si è registrata un’impennata dei casi che è proseguita nel 2023. A maggio, sono 24 i Paesi che riportano focolai di colera, rispetto ai 15 dello scorso anno. Se la tendenza continua, soprattutto perché l’Africa occidentale sta entrando nella stagione umida, potremmo superare il numero totale annuale di Paesi che hanno combattuto i focolai nel 2022 e nel 2021”.
“Questa è una malattia di cui nessuno dovrebbe morire”, ha ammonito Jérôme Pfaffmann Zambruni, osservando che “quanto più a lungo si resta senza il sostegno necessario per controllare e prevenire il colera, tanto più la malattia si diffonde e tanto più cresce il fabbisogno di fondi. Si tratta di qualcosa di più del denaro, si tratta delle comunità che hanno bisogno di sostegno”. “Nel novembre 2022, l’Unicef ha lanciato un appello ai donatori per ottenere 150 milioni di dollari per rispondere alle epidemie di colera. Ma il sostegno è stato scarso”, ha denunciato il responsabile dell’Unità di emergenza per la salute pubblica, precisando che “da allora, in soli sei mesi, l’appello ai finanziamenti è cresciuto del 220%, mentre la situazione diventava sempre più grave. L’inazione costa vite, e denaro”.
Evidenziando che “il cambiamento climatico sta anche rendendo meno prevedibili le ‘stagioni del colera’”, Jérôme Pfaffmann Zambruni, ha affermato che “per i prossimi dodici mesi, l’Unicef ha urgentemente bisogno di 480 milioni di dollari per interventi immediati di prevenzione e risposta al colera nei settori sanitario, idrico e igienico e della comunicazione del rischio e il coinvolgimento delle comunità per il cambiamento sociale e comportamentale”. “Il colera – ha continuato – è da tempo una ‘pandemia dei poveri’”, “è un indicatore di povertà ed esclusione” ed “è sempre più presente in contesti fragili e di emergenza”.
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