SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è aperta, con tutta la comunità cristiana riunita nel piazzale antistante la chiesa, la celebrazione eucaristica di giovedì 1 giugno, alle ore 21:00, presieduta dal vescovo Carlo Bresciani per onorare il centenario della costituzione della parrocchia Santissima Annunziata. Per celebrare il prestigioso anniversario, il parroco don Alfredo Rosati, con l’aiuto di alcuni benefattori, ha voluto rinnovare il portone d’ingresso della chiesa, impreziosendolo con alcune formelle di bronzo realizzate dal Maestro Teodosio Campanelli.
Presenti per l’occasione alcuni sacerdoti la cui storia di vita si è intrecciata con quella della parrocchia dell’Annunziata: don Gianni Croci, parroco dal 1994 al 2015; don Matteo Calvaresi, che ha incontrato la comunità attraverso lo Scoutismo; don Dino Pirri, parrocchiano cresciuto nella fede proprio in questa parrocchia. Erano inoltre presenti anche il diacono Pietro Tomaso Ciboddo, che vive nella comunità dal 1988 e dal 2011 vi svolge il servizio diaconale, il diacono Walter Gandolfi e il diacono Pierluigi Grilli.
Presenti infine il primo cittadino Antonio Spazzafumo, l’artista Teodosio Campanelli e i benefattori che hanno permesso la realizzazione dell’opera, ovvero Andrea Fioretti e Traiano Campanelli, i quali hanno ricordato i loro compianti padri scomparsi, Alberto Fioretti e Tiziano Campanelli, che tanto hanno fatto per la comunità e che hanno ispirato anche loro nel mettersi a disposizione.
Dopo il saluto degli illustri fedeli convenuti, Mons. Bresciani ha benedetto il portone, tagliato il nastro e tirato giù i veli che nascondevano l’opera del Maestro Campanelli; poi ha fatto il suo ingresso all’interno dell’edificio sacro per celebrare la Santa Messa.
Queste le parole del vescovo Bresciani durante l’omelia: “Oggi festeggiamo cento anni di una chiesa intesa come edificio, ma anche di una Chiesa intesa come gruppo di fedeli che in questo luogo ha trovato un posto in cui costituirsi come comunità. Cento anni: sono tanti o sono pochi per una chiesa? Non so. So, però, che la chiesa è testimone di una storia che si forma, si arricchisce, una storia fatta di persone e ricordi, come quello di stasera, quando abbiamo benedetto le formelle dell’angelo al portone d’ingresso.
Il tema della porta stasera è presente anche nel Vangelo, in cui ci viene detto che Gesù è la porta. Cosa significa questa espressione? Significa che, attraverso di Lui, noi fedeli entriamo per un momento di ristoro, di riposo, di incontro con Dio. Il senso della chiesa è proprio questo! Come l’intimità di vita trova espressione nella famiglia, così l’intimità della vita cristiana trova nella chiesa un momento fondamentale, perché qui c’è l’Amore di Dio, qui ci sono i Sacramenti, qui c’è la Parola, qui c’è una presenza particolare di Dio. È qui che Gesù ci guida all’incontro con Dio. È qui che si nutre questa comunione con il Dio che è Amore, quindi con l’Amore di Dio.
Certamente la porta deve essere aperta, per permettere a tutti di entrare. Ma voglio sottolineare anche un altro aspetto: la porta è aperta anche per uscire. Infatti il Vangelo dice che ‘si entra e si esce’. Questo significa che per questa comunità, così come per tutte le altre comunità cristiane, la vita cristiana è fatta di due momenti: quello dell’intimità familiare con Dio, quello che viviamo in chiesa, e quello in cui si esce, quello fuori dalla chiesa. Quando si esce, non si dimentica la propria identità. C’è qualcosa che non va se uno esce di casa e dimentica la propria famiglia o la propria identità. Così è per la chiesa: aperta, affinché possiamo entrare per ascoltare la Parola del Signore, per prendere ispirazione, per acquisire forza, energia, coraggio, fiducia; ma aperta, anche affinché possiamo uscire arricchiti da quello che abbiamo qui vissuto, senza dimenticare quanto vissuto. Allora questi cento anni della chiesa che voi celebrate con solennità ci riportano alle tante fatiche, ai tanti sacrifici, ai tanti momenti vissuti, ad una lunga storia di vita della comunità. Una storia che è in cammino, una storia che stasera è stata arricchita di qualcosa, una storia che a volte è fatta anche di rivoluzioni, di cambiamenti che dobbiamo saper cogliere ed accogliere, sempre guidati dal nostro pastore che è il Signore. Noi siamo comunità cristiana perché mettiamo al centro questo essere guidati da Cristo. Riconosciamo dunque la voce del nostro Pastore, perché è su questa voce che si è costruita nel tempo questa Chiesa, da un lato come richiamo a questa presenza del Signore, dall’altro come momento di incontro con Lui.
Oggi siamo chiamati a far continuare questo incontro. Dobbiamo fare in modo che l’angelo dell’annuncio possa entrare nella vita di ciascuno di noi, come ha fatto con Maria che poi ha detto sì e, dicendo sì a lui, ha detto il suo sì a Dio. Questa chiesa dedicata all’Annunziata ci ricorda di essere in sintonia con Maria, di dire il nostro sì a Dio come ha fatto Lei, di accogliere nella nostra vita, attraverso l’angelo, la Parola del Signore. In questo senso, come comunità cristiana camminiamo con fiducia, affinché la storia della vostra comunità possa continuare e, arricchita da quanto è stato vissuto, sia una storia sempre più ricca di fede e di opere di fede: l’amore di Dio, infatti, si traduce in opere d’amore reciproco. Preghiamo affinché diveniamo sempre più ricchi nel donare e nel vivere, qui e fuori di qui, quell’amore per il Signore che ci ama e ci guida”.
Al termine della Messa, tutti i fedeli sono nuovamente tornati nel piazzale antistante la chiesa per vivere insieme un momento di convivialità e di festa.
Queste le parole del sindaco Antonio Spazzafumo: “I cento anni per una parrocchia rappresentano proprio un anniversario significativo! I parrocchiani hanno realizzato una festa veramente molto bella, impreziosita dall’opera realizzata da Campanelli. Quella dell’Annunziata è stata la prima parrocchia di Porto d’Ascoli, un faro per tutti coloro che hanno deciso di abitare in questo territorio, in questo quartiere che è parte pulsante della comunità, che non è periferia, bensì parte della città“.
Soddisfatto Riccardo Coccia, presidente del Comitato Festa: “Forse non tutti sanno che, prima ancora che nascesse ufficialmente la parrocchia della Santissima Annunziata, oggi centenaria, già da molti anni esisteva il culto dell’Annunziata. Nei secoli, molte cose sono cambiate e Porto d’Ascoli, da piccolo centro rurale, è diventato un grosso centro abitato, ma l’Annunziata è ancora lì come chiusa in un angolo, in silenzio, ad attendere l’ ‘Eccomi’ di chiunque … anche il mio! Infatti, per chissà quale ragione, ad un certo momento della mia vita mi fu chiesto di unirmi ad un gruppo (Comitato Festa) impegnato in parrocchia a mantenere viva la tradizione della festa dell’Annunziata. Per convincermi (in realtà ci misero poco!) mi dissero, cito testualmente: ‘È un momento importante, da sempre, nella vita della nostra comunità nata come festa di famiglia, la famiglia parrocchiale e così vuole rimanere’. Neanche fosse stata la sentenza di un giudice, ma quelle parole rimasero in me, non c’era diritto di replica né di scelta, dovevo accettare; così, sull’esempio di Maria, dissi il mio modestissimo si. Solo successivamente capii il significato nascosto di quelle parole: non si trattava di una sagra, di un evento o manifestazione, ma semplicemente di fare ‘la festa’ a qualcuno, la Madonna dell’Annunziata. Non era una questione di soldi, non bisognava fare cassa, la cosa importante era stare insieme, fare due chiacchiere, mangiare il famoso pesce fritto in allegria, vecchi, giovani e bambini, ma insieme, sotto lo sguardo protettivo e affettuoso della Madonna. E non c’è nulla di più bello che vedere tutta la comunità riunita per continuare ancora oggi a fare festa. E pensare che sarà così anche tra altri cento anni!”.
Si ringrazia lo Studio “Immagina Photo&Video” per la gentile concessione delle foto.
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