SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “L’incontro con gli studenti è stato molto bello e fruttuoso. Il confronto con i giovani ci ha permesso di capire, ancora una volta, come ci sia bisogno di seminare modelli culturali, che talvolta noi diamo per scontati, ma che in realtà sono stati smantellati. Penso al modello della responsabilità della cura, della capacità di pensarsi dentro una società e anche della capacità di pensare insieme, di creare una cultura non dell’isolamento, bensì della relazione, di creare connessioni. Questo aspetto è molto prezioso per tutti, in particolare per gli studenti che pensano e guardano al futuro”. – È con queste parole che don Bruno Bignami, teologo, docente, scrittore, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI e dell’Ufficio Nazionale Apostolato del Mare, ha commentato l’incontro dal titolo “Fare impresa oggi nel solco della Laudato Si’“, avvenuto sabato 27 maggio, dalle ore 11:15 alle ore 13:00, presso i locali dell’Istituto di Istruzione Superiore “Augusto Capriotti”.
Presenti all’appuntamento anche Fernando Palestini, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali, Franco Veccia, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato, Martina Ioime, referente del Progetto Policoro per la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
L’appuntamento, organizzato dalla Scuola di Formazione Socio-Politica delle Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e di Ascoli Piceno, è il terzo nell’ambito del progetto “Lavoriamo insieme per il bene comune”, un corso di formazione stimolato dai vescovi Mons. Carlo Bresciani e Mons. Giampiero Palmieri e rivolto a tutti i cittadini che hanno a cuore il bene comune e vogliono impegnarsi per favorirlo in tutti i settori socio-politici della vita civile, quindi amministratori della Cosa Pubblica, coloro che prestano un servizio in associazioni o movimenti, rappresentanti dei Sindacati, giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro.
L’evento ha preso l’avvio con i saluti dell’ing. Enrico Piasini, dirigente dell’Istituto Capriotti, il quale ha ringraziato gli organizzatori per il coinvolgimento degli studenti in questo progetto ritenuto “utile e altamente formativo”.
Ha poi aperto i lavori il prof. Fernando Palestini, il quale, oltre a ringraziare don Bignami per la preziosa partecipazione, da ex docente ha esortato gli studenti ad essere attenti e partecipativi, in quanto l’incontro sarebbe stato utile sia come momento di orientamento in uscita in ambito lavorativo per coloro che hanno deciso di terminare gli studi dopo la maturità, sia come momento formativo per tutti, visto che, tra poche settimane, dovranno sostenere l’esame di maturità.
L’incontro è entrato poi nel vivo con le riflessioni di don Bignami, il quale, ha esordito dicendo: “Partiamo da una storia. Un giorno un viandante entrò in città e, attraversando la piazza principale, vide tre muratori, si fermò e chiese ad essi. ‘Che cosa state facendo?’ Il primo, con il volto sfiduciato, gli rispose: ‘Ammucchio mattoni’. Il secondo, impegnato e motivato, gli rispose: ‘Porto a casa il pane per la mia famiglia’. Il terzo, con il sorriso sulle labbra, gli disse: ‘Sto innalzando la Cattedrale della mia città’. Tutti e tre i protagonisti del racconto stanno facendo la stessa cosa, ma la loro diversa motivazione cambia la prospettiva del loro lavoro. Questa storia, dunque, ci rivela che ognuno di noi può decidere, di volta in volta, se limitarsi a fare il compitino o se eseguire con passione il proprio lavoro, dando il proprio contributo e facendo la propria parte all’interno di un progetto più ampio. Noi siamo chiamati a costruire qualcosa di nuovo e di grande attraverso il nostro lavoro, perché è proprio attraverso il lavoro, che noi ci prendiamo cura del mondo“.
Attraverso un excursus sui temi principali trattati da papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’“, don Bignami ha affrontato molteplici argomenti che sono risultati di interesse per gli studenti: il rapporto tra lavoro e democrazia, il legame tra lavoro e comunità, le interconnessioni tra lavoro e tutto ciò che ci circonda, il significato dell’espressione ecologia integrale, l’importanza di pensare, progettare e realizzare un’economia sostenibile. Per meglio spiegare il tema trattato e anche il significato delle interconnessioni, l’illustre relatore ha raccontato agli studenti il lavoro egregio compiuto negli ultimi anni dalla Marineria Sambenedettese: “Voi sapete l’immenso lavoro che i vostri pescatori stanno facendo. Sempre più spesso, purtroppo, quando tirano su le reti, oltre al pescato, essi si ritrovano tanti rifiuti, soprattutto di plastica. In passato c’era l’abitudine di ributtare in mare tutti gli oggetti trovati, sia per risparmiare tempo, sia perché, una volta tornati a terra, i pescatori avrebbero dovuto pagare per i rifiuti da smaltire. I vostri pescatori, già da alcuni anni, hanno deciso di non ributtarli in mare, bensì di riconsegnarli a terra, così da ripulire le acque del vostro mare. È per tale ragione che papa Francesco ha più volte ringraziato i vostri pescatori che, per primi, hanno capito il significato delle interconnessioni, dell’ecologia integrale. La pesca non è qualcosa a sé rispetto ai rifiuti: gli oggetti di plastica che finiscono in mare, con il tempo, si frantumano in tante scaglie di microplastica che finiscono per divenire cibo per i pesci, quegli stessi che poi finiscono sulle nostre tavole. Dunque non è possibile prendere in considerazione solo un aspetto e lasciare tutti gli altri fuori; al contrario, se abbiamo a cuore il nostro futuro, è importate tenere insieme i temi e pensare sempre di più ad una economia sostenibile, per i singoli e per il pianeta“.
Dopo aver parlato del fenomeno delle sempre più frequenti dimissioni di massa, dei giovani che protestano durante i “Fridays for future“, dell’individualismo e dell’importanza del lavoro di squadra ed infine delle maggiori sfide che il mondo del lavoro dovrà affrontare nei prossimi anni, don Bignami ha concluso il suo intervento mostrando il celebre dipinto “Seminatore al tramonto” del pittore olandese Vincent van Gogh. Queste le sue parole: “La soluzione alle domande che ci siamo posti oggi è in questo famoso quadro: il seminatore, che è anche un’icona biblica, quindi densa di significati, si lascia alle spalle la giornata che sta per terminare, ovvero il mondo che sta tramontando, e volge lo sguardo verso l’alba del nuovo giorno. Anche noi, come il seminatore, siamo chiamati a fare così, a non rimpiangere il passato, a non volgere la nostra vita verso quello muore, bensì a seminare per andare verso un futuro nuovo e bello“.
La mattinata è proseguita con le domande e le riflessioni di alcuni studenti che hanno seguito con passione l’incontro: Andriy Alpini, Megy Dafa, Giulio Andrea Di Gaetano e Tommaso Tonelli. I giovani, stimolati dalle riflessioni di don Bruno, hanno parlato delle auto elettriche, degli attivisti che imbrattano le opere d’arte, dello smaltimento dei rifiuti, dello sfruttamento esistente nel mondo del lavoro, dell’economia neocoloniale che si sta delineando in alcune parti del mondo, della difficoltà di fare un cambio di mentalità e di come mettersi insieme e vincere la sfida. Tutti stimoli a cui don Bruno ha risposto con piacere, concludendo così: “Non so come sarà il mondo del lavoro in futuro, ma ne posso anticipare con certezza due aspetti: prima di tutto sarà necessaria una formazione costante che non potrà limitarsi agli studi superiori o universitari, bensì dovrà durare tutta la vita; in secondo luogo, ci saranno sempre più lavori in cui sarà richiesta la competenza della creatività“.
Molto soddisfatto il prof. Fernando Palestini, organizzatore dell’incontro: “Aver avuto con noi don Bruno Bignami è stato un onore. Gli studenti del Capriotti sono stati stimolati a riflettere sul tema della dignità del lavoro alla luce dell’enciclica Laudato si’ e su come fare impresa oggi, due temi interessanti per i ragazzi, soprattutto per far sì che tutti si sentano investiti della responsabilità di contribuire a rendere migliore il mondo in cui viviamo. Come ci ha ben spiegato don Bruno, tutti gli aspetti della vita umana sono collegati e ognuno di noi deve ricercare il bene comune. Questo vale soprattutto a scuola: lo studio, infatti, può davvero diventare uno stimolo per il futuro. I ragazzi sono chiamati a studiare non solo per se stessi, ma per poter, in qualche modo, con la propria creatività e le proprie competenze, aiutare tutti a creare un mondo migliore”.