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Comunità diocesana Latino-Americana, intervista a Pierluigi Addari, direttore Ufficio Migrantes

DIOCESI – La Comunità Diocesana Latino-Americana sta vivendo giorni intensi, di rinnovato slancio e fervore religioso, grazie anche al nuovo posizionamento di alcune icone a loro molto care nella Cappella della Misericordia, presso la Chiesa Sant’Antonio di Padova. Per sapere di più di questa numerosa Comunità, abbiamo incontrato Pierluigi Addari, Direttore dell’Ufficio Migrantes.

Quanti e di che nazionalità sono i membri della Comunità Diocesana Latino-Americana?
È praticamente impossibile fornire un numero preciso per due ragioni. Prima di tutto i migranti spesso si spostano alla ricerca di un lavoro migliore e quindi la loro presenza in un Comune o in un altro, che dipende principalmente da questo, varia di anno in anno. Inoltre, poiché nel nostro territorio sono presenti alcune icone sacre della loro devozione popolare, molti Latino-Americani, pur non appartenendo alla nostra Diocesi, giungono dalle zone limitrofe per motivi di culto.
Per quanto riguarda la nazionalità, abbiamo soprattutto Argentini e Peruviani, ma anche Venezuelani, Uruguayani e Paraguayani.

Quando è nata la Comunità Latino-Americana nella nostra Diocesi?
Nella nostra Diocesi la presenza di fratelli e sorelle di provenienza Latino-Americana è sempre stata molto elevata. La costituzione, però, di un gruppo unito e ben organizzato, è avvenuta circa vent’anni fa, presso la parrocchia San Pio V di Grottammare, dove all’epoca era vice-parroco padre Luis Sandoval Vegas, che sa parlare spagnolo e che poteva quindi dialogare fluentemente con i migranti. Un po’ alla volta, iniziarono a radunarsi molte persone che erano anche parecchio attive. Riuscirono, infatti, nel giro di poco tempo, ad organizzare numerosi eventi, coinvolgendo alcune associazioni del territorio. Ricordo che anche io partecipai all’epoca con un progetto di commercio equo e solidale del SOS Missionario. Dopo alcuni anni la Comunità divenne così numerosa, che fu istituita dal Comune di Grottammare una Consulta degli Stranieri con a capo l’argentino Alfredo Gende.

Come si è evoluta negli anni la Comunità Latino-Americana?
Come accennavo prima, tutti i migranti che giungono in Italia arrivano spinti dal desiderio di condizioni di vita migliori, sia dal punto di vista economico che sociale. Pertanto, finché nel nostro territorio ci sono state occasioni di lavoro, la Comunità è rimasta molto numerosa. Quando il lavoro ha iniziato a scarseggiare, molti si sono trasferiti in altre zone economicamente più floride. Nel corso degli anni, quindi, a seguito di questi spostamenti e anche del continuo ricambio generazionale, che vede la seconda e la terza generazione perfettamente inserite nel contesto sociale ed identitario italiano, è venuta meno la forza e la presenza del gruppo. Non è però mai venuta meno la presenza nella Parrocchia San Pio V, in quanto lì erano presenti alcune icone care alla Comunità Latino-Americana: quella de El Señor de los Milagros (Il Signore dei Miracoli), protettore di Lima e venerato in tutto il Perù; quella della Virgen de Coromoto, protettrice del Venezuela e venerata anche in Uruguay e Paraguay; quella di Nuestra Señora de Luján, patrona dell’Argentina, con il Manto Sacro portato dalla Basilica di Lujan. Pertanto, al di là del numero delle presenze, Grottammare è rimasto sempre un punto di riferimento per il culto: chiunque, anche di passaggio, sapeva di poter trovare lì queste icone. Di recente, a causa della ristrutturazione della Chiesa di San Pio V, le icone e le reliquie presenti a Grottammare sono state trasferite nella Parrocchia di Sant’Antonio di Padova a San Benedetto del Tronto, dove c’è un sacerdote di origini rumene, padre Ianuz, che parla molto bene la lingua spagnola e può quindi dialogare senza difficoltà con i migranti.

Cosa ha in cantiere per il futuro la Comunità Latino-Americana?
La Comunità, negli ultimi anni, ha continuato a riunirsi con numeri più bassi rispetto agli anni precedenti, sia per la crisi economica del nostro territorio, che li ha spinti a trasferirsi in altre zone d’Italia, sia per le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19. Lo scorso 4 giugno, però, la benedizione, nella Cappella della Misericordia, da parte del vescovo Carlo Bresciani, delle icone e e delle reliquie care alla Comunità Latino-Americana, è stata un’occasione per un rinnovato fervore umano e religioso. Le icone, infatti, sono segni importanti della devozione popolare, che negli anni hanno contribuito a rafforzare il legame tra i fedeli provenienti da questi paesi lontani ed hanno anche rappresentato un’opportunità di conoscenza e di incontro con la comunità locale. In questa occasione la Comunità ha ripreso così tanto vigore, che ha invitato per il prossimo 4 luglio Don Luis Fernando Lopez Gallego, Responsabile Nazionale della Pastorale Latino-Americana, il quale celebrerà insieme a tutti i fratelli e le sorelle delle Comunità una Messa e li aiuterà a programmare alcune attività per i prossimi mesi. Siamo molto felici che si riprenda con slancio ed entusiasmo il cammino insieme con loro, un cammino che rappresenta uno dei tanti esempi di Pastorale di attenzione ai migranti. Molti di loro hanno lasciato tutto per una speranza di vita. È quindi auspicabile che verso di loro ci sia non solo un’accoglienza “laica”, ma anche religiosa. Come ci sollecita Papa Francesco, “Migranti, richiedenti asilo e rifugiati ci ricordano quotidianamente che Cristo stesso ci chiede di accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati con le braccia ben aperte, pronte a un abbraccio sincero, affettuoso e avvolgente, … nella condivisione del viaggio comune”.

Veronica Zegarra, un’esponente della Comunità Diocesana Latino-Americana, dichiara: “La Domenica della Santissima Trinità è stata anche per la Comunità Latino-Americana una doppia festa : la benedizione, da parte del nostro vescovo Carlo Bresciani, delle Immagini Sacre che per noi sono molto importanti, perché devozioni che sono parte della tradizione cattolica dei Popoli Latino-Americani presenti nella nostra Diocesi. Esprimiamo un sentito ringraziamento a Sua Eccellenza Carlo Bresciani per la vicinanza e l’incoraggiamento alla realtà Latino-Americana , oltre anche ad un grazie fraterno alla Comunità di Sant’Antonio di Padova, a Padre Massimo Massimi, alla Comunità dei Frati Francescani, agli operatori pastorali, ai cori parrocchiali che hanno cantato per noi e insieme a noi, a coloro che hanno allestito la Cappella della Misericordia, rendendola ancora più bella. Abbiamo sentito l’abbraccio di Gesù nell’accoglienza di questa bella comunità. Ringraziamo, infine, il Responsabile Diocesano di Migrantes, Pierluigi Addari, per accompagnarci in questo percorso, e tutta la Comunità Latino-Americana presente nella nostra Diocesi e anche oltre confine, una Comunità gioiosa che vuole ricominciare il suo cammino di Fede, fiduciosa nel Signore e sotto il Manto della Nostra Madre Maria Santissima. La Comunità Latino-Americana ringrazia anche quanti hanno guidato con gioia il cammino di fede intrapreso 23 anni fa, la guida di Don Luis Sandoval e Don Andrea Spinozzi, la spinta missionaria e itinerante di Padre Roel Osorio, tutte esperienze di fede sotto la loro guida che ci hanno fatto crescere e perseverare nella fede all’interno della nostra Chiesa Diocesana. Nelle preghiera dei fedeli la Comunità ha affidato al Signore le anime di Mons. Gervasio Gestori, che ha voluto e sostenuto la realtà Latino-Americana, e Don Giovanni Flammini, che a San Pio V ha incoraggiato il cammino della Comunità. A loro va la nostra preghiera e gratitudine”.

Carletta Di Blasio: