GROTTAMMARE – Un crowdfunding su una piattaforma online, ovvero un finanziamento collettivo lanciato sulla rete, è solo l’ultima delle molteplici iniziative promosse dalle ragazze e dai ragazzi del Clan Fuoco Jonathan del Gruppo Scout AGESCI Grottammare 1 per realizzare il loro sogno: partire per il Madagascar e aiutare la comunità dell’Isola di Sainte Marie, da dove proviene il loro ex vicario parrocchiale, don Bienvenue Napou.
La proposta, progettata e condivisa insieme a Don Bienvenue, consiste nel raccogliere denaro per la costruzione di alcuni bungalow che serviranno per l’accoglienza di ragazzi e famiglie nella piccola Isola di Sainte Marie (Nosy- Boraha). Una volta raggiunta la cifra necessaria per concretizzare il progetto, i ragazzi di Grottammare voleranno per il Madagascar per trascorrere del tempo insieme ai bambini ed alle bambine dell’orfanotrofio che si trova nell’isola, gestito dalle Suore della Parrocchia, ed eventualmente organizzare anche delle attività ludiche in parrocchia.
Gloria Rossi, Capo Fuoco del Clan Fuoco Jonathan del Gruppo Agesci Grottammare 1, dichiara: “Il Clan Fuoco è composto da 16 ragazzi e ragazze, che hanno tra i 16 e i 20 anni. Il progetto parte da loro, dalla volontà di aiutare concretamente una comunità lontana e meno fortunata della nostra. Al contempo, la nostra carta di Clan prevede che noi svolgiamo un Servizio Extra-associativo, mettendoci alla prova e coinvolgendo altre realtà, per farci uscire dalla nostra piccola quotidianità di provincia. Pensiamo che questo progetto, seppur molto ambizioso, racchiuda molte delle intenzioni espresse nella Carta, rendendo partecipe tutta la comunità grottammarese e diocesana, facendo lavorare sodo i ragazzi e facendo vivere loro un’esperienza forte al di fuori della loro zona di comfort: conosceranno nuove situazioni, si confronteranno con altre culture, affronteranno i nostri limiti mettendosi al servizio degli altri”.
La raccolta fondi lanciata sulla rete si aggiunge a molte altre iniziative già effettuate da un anno e mezzo a questa parte. “Il progetto – spiega Gloria Rossi – prende corpo con uno spettacolo teatrale al Teatro delle Energie che è stato testimone di una prima assoluta di un’opera di Corrado Taranto. A quell’evento sono susseguite molteplici iniziative. I ragazzi, infatti, hanno lavorato duramente, facendo i servizi più disparati: la realizzazione e la successiva vendita di marmellate e biscotti; la vendita delle uova di Pasqua; la pulizia di cantine e soffitte; l’interpretazione da Babbi Natale effettuata per le vie della città; la festa dei bambini a Carnevale; i coffee break ad alcuni convegni, come ad esempio quello del X Meeting Nazionale dei Giornalisti, in cui hanno venduto i nostri biscotti; la partecipazione ad un bando nazionale, che abbiamo anche vinto; la raccolta di carciofi; la Luce di Betlemme. Ora stiamo proseguendo con due iniziative. Prima di tutto l’organizzazione di un Torneo di Calcetto che vede coinvolta tutta la cittadinanza di Grottammare, allo scopo primario non tanto di raccogliere fondi, quanto di condividere con tutti, scout e non, la nostra idea di Missione, in un ottica di Solidarietà Partecipata. Poi con questa raccolta collettiva di denaro in rete. Ci tengo a precisare che i soldi verranno versati nel conto di gruppo e poi consegnati direttamente in Madagascar, perché abbiamo scelto di chiamare maestranze locali per costruire i bungalow, così da lavorare insieme a loro”.
L’iniziativa, conosciuta con il nome di “Un bungalow per il Madagascar“, sta assorbendo molto i ragazzi e le ragazze del Gruppo Scout Grottammare 1. “Per me – conclude Gloria Rossi – questo progetto costituisce anche una sfida ai luoghi comuni: quelli che vorrebbero i ragazzi e le ragazze avvolti in una nebbia della coscienza, che li dovrebbe rendere apatici e indifferenti, pigri e inconcludenti. A questa visione io vorrei contrappormi, con quello che loro hanno vissuto e stanno vivendo, mettendosi alla prova in continuazione, sfatando quell’idea che li vorrebbe sempre attaccati al cellulare. Non che questa realtà non esista, ma stanno dimostrando, con i loro sforzi, che, se hanno un progetto in cui credono ed un sogno a cui aspirano, possono riuscire a fare cose grandi. Io credo che il nostro dovere di educatori sia accompagnarli con discrezione a tirar fuori il meglio di loro stessi, che è una realtà consistente e robusta”.
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