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FOTO Card. Piacenza: “Raccontare la persecuzione dei cristiani significa anche esprimere prossimità, vicinanza e sostegno alle comunità cristiane che ne sono vittime”

Di Carletta Di Blasio e Alessio Perotti

GROTTAMMARE – “La persecuzione dei cristiani nel mondo non solo prosegue senza soluzione di continuità, anzi incrementa. Raccontare e informare su quanto accade in questo ambito significa anche esprimere prossimità, vicinanza e sostegno alle comunità cristiane vittime di persecuzione.” – Lo ha affermato il Cardinale Mauro Piacenza, Presidente Internazionale di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, durante la sessione inaugurale del X Meeting Nazionale dei Giornalisti che si è aperto giovedì 8 giugno, presso la Sala Convegni dell’Hotel Parco dei Principi di Grottammare, e che ha avuto come tema di fondo il “Giornalismo di prossimità“.

“D’altronde le persecuzioni non devono sorprenderci – ha proseguito il Cardinale – se pensiamo alla struttura martiriologica del cristianesimo: la fede nata dalla croce segue la sua stessa natura. Il rifiuto della sofferenza è fonte di disperazione della società contemporanea: per questo rifiuta Dio, simbolo di sofferenza, attraverso il Corpo mistico della Chiesa. Ciò che Gesù porta, invece, è l’incontro col Dio vivente, che supera ogni sofferenza. I valori della modernità – libertà, rispetto, coscienza – hanno le radici proprio nel messaggio cristiano. ACS (Aiuto alla Chiesa che Soffre) si batte per questi valori, in particolare per quello della libertà religiosa e di culto. Non si può non notare, infatti, la mancanza della comunità internazionale nel difendere tutte le minoranze e, in particolare, quelle cristiane. ACS è impegnata nel portare aiuto a queste comunità: ogni anno riceviamo settemila richieste di aiuto, di queste almeno seimila vengono approvate e finanziate. Ogni 17 secondi un sacerdote celebra una Messa per i benefattori di Acs che permettono questo aiuto”.

“Il cristiano non può dimenticare le parole di Gesù – ha concluso l’illustre relatore –: ‘Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi’ (Gv 15,20 ). La sofferenza dei cristiani si inserisce nel compatire di Cristo. ACS sostiene azioni concrete (anche edilizie) ed educative per i cristiani (compresi seminaristi e religiosi), che sono una risorsa di pace e fratellanza per l’intera società. Il martirio è la più importante e primordiale immagine di santità. Ubi fides ibi libertas: il motto di Sant’Ambrogio ci invita a guardare queste persecuzioni con lo stesso cuore di Cristo, che dà luce a tutti e la forza per essere testimoni, diffondendo il buon profumo di Cristo; ci dice che, indipendentemente dalla condizione, dal tempo, dallo spazio in cui siamo, possiamo servire”.

Sempre in merito alla prossimità della Chiesa nei confronti dei cristiani perseguitati nel mondo, anche il Direttore ACS – Italia, Alessandro Monteduro, ha detto: “Non è facile far passare per canali laici le persecuzioni subite dai cristiani nel mondo. Ad esempio, nessuna informazione laica ha riportato il rapimento di 30 sacerdoti in Nigeria nel 2022. Sono oltre 400 milioni i cristiani perseguitati nel mondo e 5 miliardi le persone che vivono in Paesi dove la libertà religiosa non è garantita. Vivere da cattolici in tante zone del mondo è veramente pericoloso, eppure i cristiani sono pronti a morire, pur di difendere la loro fede in Gesù. In Corea del Nord o in Cina non è possibile professare la propria fede pubblicamente. Anche in Nicaragua da 5 anni è in corso una violentissima persecuzione. In India e Pakistan vigono dittature religiose. Ci sono poi regimi militari aggressivi come, ad esempio, in Eritrea. Purtroppo molte testate pesano l’informazione in base ai numeri di clic e certe informazioni non le riportano neanche”.

C’è anche una persecuzione non cruenta – ha aggiunto il Direttore Monteduro -, quella che Papa Francesco nel 2016 ha definito una ‘persecuzione educata’, e ‘travestita di cultura, modernità, progresso’. C’è un processo culturale che vorrebbe relegare le religioni, tutte, alla marginalità nel dibattito pubblico. Vittime di questa persecuzione siamo tutti noi, indotti a vivere la fede in modo marginale nel proprio intimo o nei luoghi di culto. Questa forma persecutoria verso le comunità cristiane, cattoliche soprattutto, si sta diffondendo ed imponendo in tutta Europa”.

Carletta Di Blasio: