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Istituto Alberghiero Buscemi, intervista allo studente Luca Viozzi: “Credo nell’amore, nella famiglia e nella pace”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle varie Scuole Superiori della nostra Diocesi attraverso il racconto dei Rappresentanti di Istituto. Incontriamo oggi Luca Viozzi dell’Istituto Professionale Alberghiero Filippo Buscemi di San Benedetto del Tronto. Già pagella d’oro durante lo scorso anno scolastico, Viozzi ha anche vinto il primo premio per la Miglior Prova Bar ad un Concorso Nazionale degli Istituti Alberghieri.

Il suo mandato è giunto al termine la scorsa settimana, quindi è tempo di bilanci. Come giudica questa esperienza?
Fin dal primo anno mi sono appassionato a questa Scuola e ce l’ho molto a cuore. Ho fatto tante esperienze in questi anni e quindi mi è sembrato giusto rendere indietro, in qualche modo, quello che ho ricevuto, restituendo parte del mio tempo e delle mie attenzioni all’Istituto. Ho voluto, inoltre, essere anche la voce degli studenti, di tutti gli studenti, e penso, nel mio piccolo, di esserci riuscito. Sono soddisfatto di questa e di tutte le altre esperienze vissute in questo Istituto.

Quale, tra i progetti che avete realizzato a scuola, le è piaciuto particolarmente?
In questi cinque anni sono state veramente tante le iniziative proposte dagli studenti o dai docenti e intraprese nel nostro Istituto, quindi faccio veramente difficoltà a sceglierne una sola. Ad ogni modo, l’ultimo evento importante che ho fatto è stato l’Expo a Barcellona dove noi studenti del Buscemi, insieme a quelli del Crocetti-Cerulli di Giulianova, abbiamo rappresentato l’Italia e i suoi prodotti enogastronomici ed abbiamo avuto l’occasione di servire il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, il Ministro dello Sport Abodi e altri esponenti dei loro Ministeri. È stata un’ulteriore occasione per andare all’estero ed è stato un onore per me rappresentare la nostra bella Italia in un Paese straniero. Devo dire, con una punta di orgoglio, che, sebbene il nostro Paese sia stato uno degli ultimi a prenotare lo spazio dell’Expo e quindi si sia dovuto accontentare di una postazione non proprio strategicamente fortunata, in realtà, il nostro stand è stato uno dei più frequentati: dopo poche ore dall’inizio dell’evento, si era sparsa la voce che i nostri prodotti fossero tra i più buoni ; perciò in tutte le giornate i turisti hanno preferito giungere alla fine dell’esposizione, percorrendo molti metri in più, pur di assaggiare i nostri piatti!

Qual è la fragilità maggiore che riscontra tra i suoi coetanei?
Molti studenti mostrano una certa sfiducia verso la vita scolastica. Non partecipano attivamente, forse perché non credono che lo studio o le esperienze scolastiche possano cambiare qualcosa. Spesso si mostrano indifferenti alle proposte o alle iniziative intraprese. Sentendo altri amici che frequentano anche altri Istituti, so che questo non capita solo da noi, ma anche altrove. Ritengo quindi che sia necessario far riacquistare a tutti i giovani una certa fiducia nel mondo della Scuola.
Oltre a questo, secondo me, si sta perdendo il potere del dialogo. Molti decidono di risolvere i problemi con la violenza, verbale o fisica. Questo, per me, è un errore molto grave, perché in realtà, con la violenza, non solo non si risolvono i conflitti iniziali, ma se ne creano di ulteriori. Bisognerebbe allora sensibilizzare tutti gli adolescenti – studenti e non – verso una risoluzione pacifica dei problemi e creare una cultura del dialogo e della pace. Credo che educare alla pace inizi da qui.

Cosa riconosce come valore?
Un valore in cui credo molto è quello della conoscenza e della cultura personale. Non per forza la cultura generale deve avere un’utilità pratica, o meglio, la sua utilità sta nel semplice fatto di allargare le nostre conoscenze. Più un individuo coltiva conoscenze, più lo stesso avrà una mentalità aperta e favorirà la sua capacità di discernimento.
Oltre a questo, credo nell’amore, nella famiglia e nella pace.

Quali sogni ha per il suo futuro?
Dopo la scuola mi iscriverò all’Università, ovviamente alla Facoltà di Scienze Gastronomiche, in quanto il mio obiettivo professionale è divenire un esperto di enogastronomia a 360 gradi. Più in generale quello a cui punto, a differenza di molti altri, non è diventare ricco, bensì essere felice, fiero e soddisfatto di me stesso, dato che la vera ricchezza, secondo me,  sta nel possedere questi valori.

 

Carletta Di Blasio: