SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è tenuta a inizio giugno, a San Benedetto del Tronto, presso la chiesa Sant’Antonio di Padova, una interessante conferenza sull’affascinante tema “Tra lupi, pesci e briganti: la predicazione ai lontani in San Francesco e Sant’Antonio”.

Relatore d’eccezione l’illustre Mons. Felice Accrocca, dal 2016 arcivescovo metropolita di Benevento. Membro della Congregazione delle cause dei Santi, il vescovo Accrocca ha conseguito la Laurea in Lettere all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma e il Dottorato in Storia Ecclesiastica presso la “Pontificia Università Gregoriana”. Docente di Storia Medievale all’Istituto Teologico di Assisi e presso la “Pontificia Università Gregoriana”, ha approfondito gli studi sul francescanesimo medievale, pubblicando numerosi saggi.

Mons. Accrocca, come si è avvicinato alla figura di San Francesco?
È sempre stata una figura affascinante per me, sin da ragazzo. Poi ho avuto l’occasione di studiare con uno dei più grandi francescanisti del XX secolo: mi sono, infatti, laureato a “La Sapienza” con il prof. Roul Manselli. Ho avuto, inoltre, come docente anche la prof.ssa Edith Pásztor. I due, insieme, mi hanno dato molti stimoli ad approfondire l’argomento e mi hanno fatto amare ancora di più l’esempio di vita di Francesco.

Come spiega il fatto che il messaggio di Francesco sia ancora oggi così attraente per molte persone?
In realtà è il Vangelo ad essere attraente. E Francesco è il Vangelo vissuto. Il Vangelo ha una perenne attualità, pertanto anche Francesco sarà sempre attuale per il suo radicale evangelismo. Penso sinceramente che ogni generazione troverà qualcosa di interessante nel suo insegnamento e trarrà qualche lezione dal suo esempio di vita. Non c’è un’altra risposta possibile.

Come stanno andando le vocazioni dei frati?
Purtroppo sono in diminuzione, come del resto anche quelle dei sacerdoti. C’è un calo delle nascite e quindi anche un calo dei matrimoni che non aiutano in tal senso. Ma soprattutto c’è anche uno stile di vita che non è sintonizzato sul Vangelo. Ciò nonostante, credo che non dobbiamo lamentarcene, perché, se lo facessimo, daremmo una testimonianza di cristianesimo triste, che sarebbe il peggior servizio che possiamo dare.

Colgo l’occasione – ha concluso Mons. Accrocca – per ringraziare la numerosissima platea presente qui a San Benedetto del Tronto che mi ha accolto con grande gioia e che è stata molto viva durante il dialogo seguito al convegno.

 

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