“È molto importante indagare sulle cause che hanno portato alla deviazione di così grandi quantità di cibo, sottratto ai bisognosi. È urgente migliorare il sistema di distribuzione degli alimenti, consentendo una maggiore trasparenza e un maggiore controllo”, afferma Abune Tesfaselassie Medhin, vescovo dell’Eparchia cattolica di Adigrat. “Ma non incolpiamo i poveri se, da parte loro, hanno venduto parte degli aiuti alimentari ricevuti grazie alle donazioni solo per cercare di coprire i costi delle medicine, dei libri scolastici e di altre spese necessarie non coperte dalle donazioni. Ci deve essere un’altra soluzione a questo scandalo, che non sia quella di bloccare le forniture di cibo agli sfollati e a coloro che cercano disperatamente di sfamare se stessi e i propri figli. Oggi centinaia di persone stanno morendo di fame perché gli aiuti alimentari sono fermi da mesi: questo non può essere il prezzo da pagare per riparare il sistema”.
Il prelato specifica: “fermate coloro che fanno la guerra e distruggono i raccolti, fermate coloro che impediscono che gli aiuti raggiungano chi muore di fame, coloro che sono responsabili di furti e corruzione, fermate coloro che hanno permesso i furti e che per molti anni hanno fatto finta di non vedere. Ma non fermate gli aiuti alimentari a favore di coloro che ne hanno un disperato bisogno, non togliete loro il diritto inalienabile a nutrirsi, non condannateli a morte”. Infine: “la Chiesa cattolica, che vive in mezzo a questa situazione estremamente dolorosa e sconsiderata nel Tigrè, desidera ribadire ancora una volta il suo impegno a essere solidale, nella compassione, nella preghiera e nell’impegno a favore degli aiuti umanitari, con tutti coloro che vivono terribili sofferenze nel Tigrè e in altre regioni del Paese”.

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