Gigliola Alfaro
Due anni fa al Rione Terra di Pozzuoli fu inaugurata la prima esperienza in Europa con la gestione di un patrimonio archeologico e storico-artistico da parte di ragazzi e donne provenienti dall’area penale, sono cioè detenuti in un istituto o stanno usufruendo delle misure alternative. Si tratta del progetto Puteoli Sacra che in questo tempo ha formato 16 soggetti – con il contributo dell’ente di formazione Gesfor, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dei professionisti di “Storie di Napoli” – e ne ha avviati 8 al lavoro con contratti di tirocinio e apprendistato che potranno essere trasformati in contratti a tempo indeterminato con la Cooperativa Regina Pacis. Il tutto in linea con la mission di impresa sociale che si propone di costruire un sistema integrato di servizi volti alla valorizzazione del patrimonio archeologico e storico-artistico contenuto nelle pertinenze diocesane del Rione Terra di Pozzuoli – dimenticato per oltre cinquanta anni – insieme alle storie di vita di giovani e donne a rischio di emarginazione sociale.
Puteoli Sacra è coordinata dalla Fondazione Centro educativo diocesano (Ced) Regina Pacis (diocesi di Pozzuoli), diretta da Gennaro Pagano, e sostenuta da Fondazione Con il Sud, Fondazione Giglio, Fondazione Eduardo De Filippo, Associazione Costruttori edili di Napoli – Acen, Provincia italiana dei Missionari di N. S. De La Salette, Figlie della Presentazione di Maria Santissima al Tempio, Ance Campania. Il percorso formativo di questi giovani e donne di area penale è affidato alla Gesfor tramite l’orientamento professionale e la formazione polivalente che comprende elementi di cultura professionale, di storia dell’arte e del patrimonio storico-artistico del Rione Terra nonché delle ricchezze del territorio, elementi di approntamento degli spazi museali e assistenza all’utenza museale, abilità tecniche utili alla manutenzione del sito, servizio di catering per eventi culturali. L’Accademia avvia una formazione specifica e tutoring per le guide pastorali, facendo del patrimonio simbolo di riscatto territoriale e di valorizzazione culturale un modello di reinserimento sociale attraverso l’arte e la bellezza. Le lezioni pratiche prevedono laboratori didattici e progettuali in grado di stimolare i beneficiari nella ideazione di allestimenti, mostre e/o eventi culturali in cui ritrovarsi, esprimersi e promuovere il sito in vista di una sempre maggiore autonomia. “Storie di Napoli” fornisce elementi di comunicazione efficace per narrare in modalità originale e nuova la bellezza che salva. Il progetto è stato inaugurato il 25 giugno 2021 e venerdì 23 giugno, presso la basilica cattedrale del Rione Terra di Pozzuoli, si è tenuto un momento di condivisione del percorso. “Quello di Puteoli Sacra – dice mons. Carlo Villano, vescovo eletto di Pozzuoli e Ischia – è un progetto bello perché guarda alla bellezza della vita, una vita che per questi ragazzi vale la pena di essere vissuta. I ragazzi hanno fiducia in noi, nella nostra Fondazione, e anche nella società che garantisce percorsi belli e virtuosi.
Puteoli Sacra è un’espressione bella della nostra Chiesa, ma parla anche a nome della nostra società”.
“Le motivazioni che spingono ragazzi e donne di area penale ad abbracciare il nostro progetto sono molte diverse, più o meno decise e sincere, e contemplano la voglia di riscatto dopo anni di detenzione, il tentativo di sperimentarsi in qualcosa di diverso dalle esperienze passate, il desiderio di poter coltivare una propria passione o attitudine, la voglia di cimentarsi nel mondo del lavoro spesso come prima esperienza o semplicemente la voglia di evadere da un presente ancora duro – racconta Danilo Venditto, coordinatore dell’area educativa -. Credo sia estremamente prezioso sperimentarsi all’interno di un gruppo sociale sano e diversificato sia per personalità sia per professionalità, orientato da un modello innovativo di impresa e da un dispositivo educativo di spessore che responsabilizza, rende autonomi, crea occasioni di crescita e di certezza per un futuro possibile, migliore.
I ragazzi ci raccontano di essere rinati, di aver cambiato prospettiva grazie a Puteoli Sacra”.
Donne e ragazzi hanno provato a darsi una seconda chance di riscatto con gradi differenti di convincimento. Ad esempio per S., ragazza di 25 anni, il reato ha significato fare i conti con un ambiente e dinamiche nuovi, difficili da digerire e da gestire. Aver incontrato Puteoli è stato “come immaginare un futuro per quella passione mai sopita per il disegno e per l’arte”, sperimentandosi e riuscendo come guida pastorale. L’iscrizione al corso di laurea in Archeologia, Storia delle arti e Scienze del patrimonio culturale della Federico II è un obiettivo importante che le consentirà di dare una base più solida al suo lavoro. Per due giovani diciottenni, E. ed A., il carcere è stato foriero di insegnamenti, nel bene o nel male. Hanno incrociato le vite di altri giovani condividendone stile e pensiero ma reagendo all’interpretazione di un futuro già segnato e impegnandosi attivamente nella costruzione di uno migliore.Per A., Nisida ha significato “rimettersi in gioco rispetto ai fallimenti anche scolastici del passato, di riscoprire con curiosità le proprie capacità rispetto ai laboratori di teatro, cucina, giardinaggio, ceramica ed edilizia”.
In comunità alloggio e nel progetto ha riscoperto la sua vera passione. Per E., che quest’anno si diploma all’Istituto alberghiero, abbracciare Puteoli ha significato sperimentarsi nel mondo del lavoro e far confluire in esso la sua energia, le molteplici idee ed iniziative, diventando una risorsa molto versatile. “Sono stato nell’Istituto di Nisida, poi sono entrato in comunità al Regina Pacis. Puteoli Sacra mi ha dato una seconda possibilità e mi ha inserito nel mondo del lavoro, a contatto con le persone – dice E. al Sir -.
La mia esperienza mi è servita per crescere. Se, nel bene e nel male, non avessi vissuto tutto il mio percorso non sarei l’E. che oggi c’è qui.
Sono cambiato, prima ero molto impulsivo, non ragionavo sulle cose, oggi rifletto di più e in questo cammino mi ha aiutato molto Puteoli Sacra”. Un’esperienza che l’ha anche rafforzato: “Stando lontani dalla famiglia ci si rafforza ancora di più interiormente – prosegue il ragazzo -. Oggi mi sento forte, anche grazie all’‘avventura’ con Puteoli Sacra: ho seguito un corso di formazione, mentre ero ospite della Comunità Regina Pacis, che fa capo alla Fondazione Regina Pacis che coordina tutto il progetto, al termine del corso sono stato avviato al mondo del lavoro: mi occupo degli apertivi e del bookshop dove vendiamo i prodotti di ceramiche che realizziamo alla Cooperativa Regina Pacis”. D., una giovane di 28 anni, dopo anni di carcere e comunità ha abbracciato con entusiasmo il progetto, immaginando di poter narrare la storia del sito diventando una guida pastorale. Oggi ha trovato il suo posto nel progetto diventando un’ottima risorsa nella gestione dell’info point, facendo passi notevoli rispetto al perfezionamento della lingua italiana, rispetto all’uso degli strumenti digitali per la comunicazione.