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Sant’Egidio alla Vibrata, Istituto Levi: gli studenti Lorenzo Barranca e Ludovico Sammassimo ci raccontano i loro sogni

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Concludiamo oggi il nostro viaggio alla scoperta delle varie Scuole Superiori della nostra Diocesi con l’intervista a Lorenzo Barranca e Ludovico Sammassimo, di 17 anni, che hanno da poco terminato di frequentare la classe 3°B dell’Istituto Omnicomprensivo Primo Levi di Sant’Egidio alla Vibrata. I due giovani studenti hanno scelto la curvatura di “Meccanica – Meccatronica“, uno dei due indirizzi che l’Istituto offre insieme a quello di “Moda“.

Perché avete scelto questa Scuola?
Lorenzo: A me piace tantissimo l’ambito meccanico e ho scelto una Scuola del territorio per questioni di comodità. Devo dire che ormai sono giunto alla soglia del quarto anno e, non solo non mi sono pentito della mia scelta, ma addirittura i vari stage formativi effettuati presso le aziende della zona hanno confermato la mia passione per la tornitura, la saldatura, la meccanica pratica, quella vera.
Ludovico: Io ho una grande passione per i motori e quindi mi sono iscritto al Levi per approfondire questo mio interesse. Andando avanti negli anni, grazie ai percorsi di orientamento presenti nella nostra Scuola e agli stage che abbiamo effettuato, ho capito che vorrei specializzarmi nel campo della Cyber Security, quindi l’indirizzo di “Meccanica – Meccatronica” di questo Istituto si è rivelato quello più confacente alle mie aspirazioni.

Quale, tra i progetti che avete realizzato a scuola, vi è piaciuto particolarmente?
Lorenzo: Uno degli ultimi progetti è stata la realizzazione di una book’s box, ovvero uno scaffale in legno da utilizzare per riporre i libri.
Ludovico: A me è piaciuto l’approfondimento che abbiamo fatto sull’intelligenza artificiale, un tema che riguarda un futuro che è già presente e che mi affascina molto.
Lorenzo e Ludovico: Oltre a quelli menzionati, c’è un progetto che ogni anno coinvolge tutto l’Istituto e che si chiama “Piano delle Arti”. Il tema di fondo dell’edizione di questo anno scolastico è stata la multiculturalità. Gli studenti dell’indirizzo “Moda” hanno rivisitato gli abiti storici dell’Abruzzo e quelli provenienti di altre nazioni del mondo. Noi Meccanici, invece, abbiamo creato, con la stampante 3D, gioielli ed utensili. Oltre al tema particolarmente interessante, il progetto ha messo in relazione i due indirizzi del nostro Istituto, facendoci comprendere che sono due mondi non scollegati tra loro, bensì che si intrecciano e possono arricchirsi a vicenda.

Qual è la fragilità maggiore che riscontrate tra i vostri coetanei?
Lorenzo: Molti problemi dei nostri coetanei dipendono da complesse situazioni familiari in cui ci sono genitori separati o che hanno un difficile rapporto con i figli. Il disagio che si vive in famiglia spesso si ripercuote anche sulla vita scolastica, in quanto poi si fa difficoltà a concentrarsi, a rispettare le scadenze, a raggiungere un obiettivo.
Ludovico: Secondo me, uno dei problemi maggiori di noi ragazzi è il non essere compresi, a volte dalla famiglia, a volte dalla scuola, a volte dagli amici. È vero che noi ragazzi facciamo molta difficoltà ad aprirci e a parlare di noi stessi, ma è anche vero che non sempre veniamo spronati a farlo.

Avete un modello di riferimento? Se sì, quale?
Lorenzo: Per quanto riguarda l’aspetto esteriore, quindi la fisicità o l’abbigliamento, non mi ispiro a nessuno. Per quanto concerne, invece, l’aspetto interiore ho come riferimento mio padre, che è un uomo sicuro di sé e sa sempre cosa fare.
Ludovico: Anch’io ho un mio stile e non mi faccio influenzare nelle scelte che riguardano il mio aspetto esteriore. A livello caratteriale, invece, vorrei essere un po’ più aperto e socievole, ma non ho un modello di riferimento specifico.

Cosa riconoscete come valore?
Lorenzo: Prima di tutto riconosco come valore i sogni: ognuno dovrebbe, a qualsiasi età ed in qualsiasi condizione, scoprire i propri sogni ed impegnarsi per realizzarli. Poi la capacità di mantenere relazioni per lungo tempo, sia che si tratti di un rapporto di coppia sia che si tratti di un’amicizia.
Ludovico: Per me il valore più importante è l’onestà, sia con se stessi, riconoscendosi per quello che si è, sia con gli altri, non cercando di essere popolare a tutti i costi o più interessanti, bensì impegnandosi ad essere sempre autentici. A seguire metterei la lealtà e la fiducia, due valori molto importanti per ogni tipo di relazione: con la ragazza, con gli amici e anche con semplici conoscenti.

Quali sogni avete per il futuro?
Lorenzo: Io vorrei fare l’operaio. Qualcuno potrebbe pensare che non sia il massimo avere un sogno così, perché spesso molti miei coetanei vogliono andare a studiare all’estero e danno molto valore alla preparazione teorica e poco a quella manuale. Secondo me, invece, sono entrambe importanti. Se uno fosse in grado di progettare una macchina, ma poi non sapesse realizzarla, cosa se ne farebbe?! Ecco, allora, che, a mio parere, bisogna tornare a dare il giusto valore ad entrambe le competenze. Fare l’operaio oggi può essere molto bello ed avvincente. Nelle aziende del territorio ci sono molte opportunità per questo tipo di lavoro, ma mancano le competenze specifiche e pratiche dei giovani: c’è bisogno di un ricambio generazionale e noi ne possiamo essere i fautori.
Per quanto riguarda invece la vita privata, devo dire che non ci penso molto. Quando troverò la persona giusta, farò dei progetti. Non escludo di formare una famiglia, ma mi sembra giusto parlarne solo quando troverò la ragazza giusta.
Ludovico: A livello professionale, tra una decina d’anni, mi vedo in un’azienda, impiegato come programmatore o magari come responsabile della cyber security.
Per quanto riguarda invece la vita privata, faccio difficoltà ad immaginare il mio futuro. Gli ultimi anni sono stati difficili per me, soprattutto a causa della perdita di una persona a me molto cara che mi ha segnato particolarmente. Vedere andar via una persona così importante nella mia vita e in modo prematuro, mi ha fatto perdere un po’ di fiducia nel futuro e nelle persone. Verso il futuro perché mi sono chiesto che senso abbia fare progetti, se poi all’improvviso tutto può svanire in un attimo. Verso le persone, perché durante e dopo questo brutto evento alcune persone si sono rivelate in modo diverso da come avrei immaginato ed ho paura che questo possa succedere di nuovo in futuro. Spero nei prossimi anni di recuperare fiducia almeno nelle persone e forse, almeno un po’, anche in Dio.

Carletta Di Blasio: