SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  Numerosi sono stati gli studenti delle Scuole Superiori Sambenedettesi che si sono distinti in varie discipline. Incontriamo oggi alcuni giovani del Liceo Classico Giacomo Leopardi.

Iniziamo con Aurora Maria Fantone, di Colonnella, che ha appena terminato la classe 5° A e che in questi giorni sta affrontando l’esame di maturità: “Ho partecipato al Premio Leopardi, una competizione che si divide in due fasi: quella regionale e quella nazionale. Io sono arrivata terza in fase regionale, ma onestamente, al di là della gioia di essere salita sul podio, la cosa che veramente mi ha gratificata è stato il fatto di essere scelta per partecipare al premio: al concorso, infatti, possono accedere solo gli studenti che sono considerati delle eccellenze, tanto che per ogni istituto possono essere scelti solo due studenti. Rappresentare il nostro istituto è stato un onore per me. Ho inoltre avuto anche la possibilità di conoscere molti studenti della regione Marche con i quali sono rimasta in contatto: al di là dell’agonismo che, se vissuto con lealtà, può essere anche positivo e stimolante, questa esperienza mi ha permesso di confrontarmi con delle belle persone, molto ricche non solo culturalmente, ma anche umanamente. Per quanto riguarda la competizione in sé, mi sono dovuta misurare prima con una poesia di Leopardi, della quale ho dovuto fare un’analisi stilistica molto dettagliata unita ad un commento sul testo, poi con un passo dello Zibaldone, che trattava del rapporto intergenerazionale tra giovani ed anziani, tema sul quale ho dovuto scrivere un testo argomentativo. Si è trattato di una prova complessa per me e per tutti i candidati, in quanto i collegamenti intertestuali necessari per arricchire il testo potevano essere effettuati solo a fronte di una profonda conoscenza del poeta e delle sue opere. Per fare un buon lavoro, inoltre, non è stato sufficiente aver acquisito ottime conoscenze, ma è stato necessario anche rielaborare i testi in modo pertinente ed originale. Insomma un lavoro impegnativo, ma anche molto stimolante e soddisfacente.
Ringrazio tantissimo il Liceo Classico, che in questi anni mi ha permesso di fare moltissime esperienze e di crescere in tanti ambiti: solo quest’anno, oltre ad essere stata la referente del progetto teatro, per il quale ho sceneggiato, interpretato e diretto lo spettacolo “………”, ho anche coordinato la meravigliosa squadra di dibattito, che ha ottenuto risultati sorprendenti. La forza del nostro istituto è questa: riesce non solo a valorizzare le eccellenze in ambito letterario, musicale, sportivo, ma anche ad assecondare le passioni e i talenti di tutti gli studenti, favorendo progettualità specifiche e proponendo la partecipazione a concorsi su temi e discipline tra i più disparati.
Proseguiamo con Andrea Basciani, Maristella Giansante ed Elisa Orsetti, rispettivamente di Alba Adriatica, Martinsicuro e San Benedetto del Tronto, i quali hanno partecipato al “Debate Day“, una competizione amichevole che rientra all’interno del Campionato Regionale di Dibattito. I tre giovani talenti, che frequentano tutti la classe 3°AI del prestigioso Istituto, hanno ottenuto il primo posto, distinguendosi per la linearità della loro esposizione, la coesione tra le varie argomentazioni e la sicurezza espositiva.
Andrea Basciani dichiara: “Nella competizione io ho avuto il compito di introdurre gli argomenti che sono stati trattati successivamente dagli altri componenti della squadra. Il mio è stato un lavoro di pura esposizione che mirava a convincere gli uditori della mia tesi. Per questa ragione, per poter assolvere al meglio a questo ruolo, era richiesta un’abilità retorica notevole. Per me è stata un’esperienza davvero molto bella, ma soprattutto formativa: l’ho trovata uno strumento divertente per esercitare un buon esercizio, che mi ha anche permesso di scoprire nuove tecniche di dibattito, di esposizione e di presentazione dei dati. Ho avuto inoltre l’opportunità di conoscere molte persone nuove con cui continuo a sentirmi anche ora che la competizione è terminata. È stata quindi una grande occasione di crescita culturale e di formazione umana“.
Dello stesso avviso anche Elisa Orsetti: “Il mio intervento è stato diviso in due parti: nella prima ho dovuto argomentare nuove tesi e nella seconda ho dovuto controbattere alle tesi esposte dalla squadra avversaria. Per raggiungere questo obiettivo ci siamo allenati a lungo durante le lezioni, anche se devo riconoscere che, oltre all’esercizio, è necessario avere anche una predisposizione al pensiero critico e all’esposizione orale e ovviamente la capacità e la volontà di mettersi in gioco. Quello che più mi è piaciuto di questa competizione è che ci siamo trovati a disquisire su temi etici importanti, come l’eutanasia o il porto d’armi, argomenti che ci hanno costretto a riflettere sulla libertà dei singoli cittadini e anche sui diritti, in questo caso alla vita o alla difesa. Un’esperienza stimolante che spero di poter ripetere anche il prossimo anno“.

Entusiasta anche Maristella Giansante, che afferma: “A me è spettata la conclusione, ovvero quella parte in cui si tirano le somme di quanto detto dai miei compagni, ma anche in cui si confuta quanto detto dagli avversari. Per questo ruolo è necessaria una grande capacità di improvvisazione, perché bisogna controbattere al momento a seconda di quanto sostenuto dai membri della squadra avversaria. L’esperienza si è rivelata bella e utile: in genere, infatti, quando si discute di un argomento, ognuno di noi sostiene la propria tesi per farla prevalere su quella degli altri; al contrario, durante questi dibattiti, si è costretti necessariamente a mettersi nei panni di chi la pensa in modo opposto per prevedere cosa gli avversari potrebbero dire ed essere in grado di confutare le loro tesi. Non è stato facile, ma è stato un ottimo esercizio per provare almeno a comprendere le ragioni degli altri“.
Concludiamo con Manuel Giannetti, di San Benedetto del Tronto, che ha appena concluso la classe 4° AI e che si è classificato al terzo posto del concorso “Aria – Respirare poesia”: “Anche se spesso sento dire in giro che ai giovani non piaccia la poesia, per me vale il contrario: fin da piccolo, infatti, ho mostrato un grande interesse per i testi poetici perché suscitavano in me molte emozioni. Intorno ai dodici anni ho iniziato a dedicarmi alla scrittura, prediligendo filastrocche e poesie. Negli ultimi anni ho intensificato la mia produzione e ora sto cercando di dare vita ad una raccolta. Sapendo di questa mia passione per la poesia, mi è stato proposto di partecipare a questa competizione dalla mia prof.ssa di italiano e greco, Lucia Marinangeli, che promuove molteplici iniziative in ambito letterario, tra le quali anche il club del libro. Il progetto a cui ho partecipato, invece, consisteva in una prova di scrittura poetica, della durata di tre ore, da svolgere presso il Liceo Scientifico Rosetti. Il tema scelto in questa edizione era la paura, un argomento a me molto gradito, sia perché lo ritengo stimolante per la mia creatività, sia perché non era la prima volta che mi cimentavo in riflessioni che riguardano le emozioni dell’animo umano e quindi mi sono sentito pronto. Terminata la prova, mi sono reso conto che avrei potuto fare meglio ma, tutto sommato, ero felice di aver partecipato, a prescindere dal risultato, perché mi era stata data una grande occasione per mettermi alla prova e per dimostrare a me stesso la mie potenzialità: il solo fatto di aver partecipato mi ha gratificato molto. Colgo l’occasione per ringraziare la mia prof.ssa Marinangeli, perché onestamente non so se altrove avrei trovato le stesse opportunità che mi sono state fornite al Liceo Classico. Consiglio a tutti di leggere molto, in particolar modo le poesie, che sono custodi di inquietudini, gioie, amore. Uno strumento, per chi le scrive, per raccontare tutte queste emozioni; un luogo in cui ritrovarle e confrontarsi, per chi le legge“.
Alla domanda “Quale tra le poesie scritte ha un posto speciale nel suo cuore?”, il giovane Giannetti risponde: “Al di là del fatto che sono affezionato a tutte, perché in qualche modo mi ricordano momenti ed emozioni vissuti, ce n’è una sull’amore che, ogni volta che rileggo, mi coinvolge molto: si intitola ‘Il fardello di Eros’. E non posso non menzionare anche l’ultima poesia scritta, quella che mi ha fatto vincere questo premio: ‘Una preda inerme’. Per quanto riguarda la parte stilistica della mia poesia, ho scelto di scrivere il mio componimento in versi liberi, utilizzando però numerose assonanze affinché dessero maggiori musicalità ed armonia alla poesia. Ho inoltre usato una metafora per descrivere la paura: l’ho paragonata ad un predatore che agguanta una vittima e la avvinghia fino a soffocarla. La figura retorica utilizzata ha contribuito a rendere più efficace la descrizione degli effetti che la paura e l’inquietudine sortiscono su chi ne è vittima e a far immedesimare maggiormente il lettore in quei sentimenti. Sono quindi molto orgoglioso anche di questo componimento”.

Non possiamo dunque terminare se non con i versi delle due poesie di Manuel Giannetti.

Il Fardello di Eros

Lei divien dentro e fuori
anima di tutte le cose,
è nel cuore da inizio a fine,
demiurgo d’esistenza
bellezza diva
ammaliatrice.

Principio e meta d’amore
bussola di requie
alleviatrice della vita
fautrice di dolori.

Morte mostruosa
vile sadica creatura dei miei sentimenti
insaziabile fera ingannatrice
insensibile assassina di spene.

Sei la pena
per una colpa che non ho commesso,
vittima d’Eros e dei giochi crudeli.

Guidata dal dio,
che malvede l’innocenza
e gaude della decadenza dell’uomo.

Eppure continuo a dargli fede
perché la speranza di averti
sopraffà l’ardore dei suoi colpi,
dei tuoi colpi.

Perché a chi mi somiglia
resta la speranza
e la rovina.

Tutto è racchiuso nella tua essenza,
o mia dolce Pandora,
ma tu che non concedi riposo
incateni Elpis
e mi corrodi l’anima.

Ma finché ti saprò viva
continuerò a trascinarmi,
perché tu
che dai senso alla vita,
sei la Disperazione,
e per questo non posso smettere d’amarti.

O Infelice, non potrai mai abbandonare
quell’enigmatica ragazza,
perché questo è il fardello di Eros,
il male incurabile che avvelena
la vista e le emozioni.

 

Una preda inerme

Tacciono
i princìpi delle cose,
l’aria scaglia
chiodi di ghiaccio
e la nebbia
dell’anima svuota gli specchi.

Ed il cuore becchino
si porta alla tomba,
benché fugga l’ombra
ch’oltrepassa l’ignoto.

Il corpo è immoto,
eppur non può opporsi
a rantoli e singhiozzi
che sulla pelle fan solchi.

La Divoratrice di soffi
poggia sulla nuca due aguzze falangi
e spazientita allarga le fauci;
ché la ladra spesso si cela,
benché sempre la preceda
quell’inesorabile gelo.

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