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Zuppi a Mosca: mons. Pezzi (vescovi russi), “la missione è andata bene per l’apertura e la disponibilità dimostrate sia a livello politico che religioso”

Mosca, card. Zuppi nella Cattedrale dedicata alla Madre di Dio (Foto cathmos.ru)

“La missione del card. Zuppi è andata bene. Senza trionfalismi ma positiva. I passi importanti sono stati innanzitutto l’apertura dimostrata sia a livello politico che religioso e la disponibilità a continuare un cammino. Direi che sia questo il frutto concreto più positivo”. Così mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici della Federazione russa, commenta e traccia un bilancio della secondo tappa della missione di pace del card. Matteo Zuppi, voluta da Papa Francesco. Raggiunto telefonicamente dal Sir, l’arcivescovo che oggi riparte per l’Italia, parla in concreto degli incontri che nei due giorni di missione a Mosca il cardinale ha avuto con Maria Lvova-Belova, commissaria del Cremlino per i Diritti dell’infanzia e con il Patriarca Kirill.

“Nell’incontro con le autorità civili e anche religiose – dice – si è messo a tema soprattutto l’emergenza umanitaria costituita dai profughi, dai rifugiati e dai prigionieri” e al termine di questa seconda tappa della missione di pace, “il card. Zuppi porterà a casa di concreto innanzitutto un’ottima accoglienza, in secondo luogo una disponibilità a continuare e questo non era scontato”. “Le mie considerazioni finali sono che vale la pena, vale sempre la pena gettare ponti perché da questo ci si guadagna sempre mentre dai muri ci si perde sempre”.

(Patriarcato di Mosca)

Dopo l’appuntamento al Patriarcato di Mosca, il card. Zuppi si è recato nella Cattedrale dedicata alla Madre di Dio dove ha celebrato una solenne concelebrazione dedicata alla festa dei Santi Pietro e Paolo e al termine ha incontrato la comunità cattolica, alla quale ha trasmesso “il saluto, la vicinanza e le preghiere del Santo Padre”. “La preghiera di oggi per la pace è stata molto bella”, racconta al Sir l’arcivescovo Pezzi, “perché non è stata un’iniziativa forzata ideologicamente ma si è pregato per la pace a partire dalla festa di oggi che è la festa dell’unità e della comunione e perciò della pace. Non dimentichiamo che pace era uno dei termini con cui veniva chiamata la Chiesa nei primi secoli. La Chiesa qui ha vissuto con grande entusiasmo, con senso di responsabilità e anche con grande attenzione e trepidazione. Mi ha molto colpito la quantità di fedeli ieri sera alla celebrazione ma più ancora la serietà e la concentrazione di tutti i partecipati su Cristo uniti nella preghiera”.

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