“Un atto di presa di coscienza importante, che permette alla Commissione europea di concretizzare delle proposte in seguito alle analisi fatte in questi ultimi anni. È estremamente opportuno che la questione demografica sia trattata come una questione urgente di rilevanza economica e internazionale, anche sotto l’ottica della competitività”. Questa la dichiarazione del presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa (Fafce), Vincenzo Bassi, in seguito alla pubblicazione delle “Conclusioni” del Consiglio europeo dello scorso fine settimana, in cui s’invita la Commissione europea “a presentare un pacchetto di strumenti per affrontare le sfide demografiche e in particolare il loro impatto sul vantaggio competitivo dell’Europa”.
“Non c’è sviluppo sostenibile senza equilibrio intergenerazionale. È dunque irrisorio – aggiunge Bassi – parlare di crescita e sviluppo economico, se i nostri Paesi non hanno più figli: la capacità produttiva di una comunità si valuta in primo luogo dalla sua capacità a generare ed accogliere nuove vite umane. Non ci si può limitare a una mera gestione della transizione demografica: soluzioni realiste possono essere trovate, mettendo al centro le famiglie e le reti di famiglie come fattori di coesione sociale ed economica”.
“Fin dall’inizio di questa legislatura europea, la Fafce ha seguito e sostenuto con attenzione tutte le iniziative volte a incoraggiare una nuova primavera demografica, come auspicato da Papa Francesco. Speriamo – conclude Bassi – che la Commissione, nel corso di questo suo ultimo anno di lavoro, sarà in grado di offrire degli strumenti concreti, utili a coloro che verranno dopo le elezioni europee di giugno 2024, non a creare una politica familiare monolitica ed irrealista, ma a sostenere gli Stati membri a riconoscere alla famiglia il ruolo fondamentale che le spetta”.
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