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Polonia: concluse commemorazioni polacco-ucraine dell’eccidio in Volinia

Con la partecipazione dei presidenti Andrzej Duda e Volodymyr Zelensky alla solenne liturgia celebrata nella cattedrale di Luck si sono conclusi i tre giorni di commemorazioni congiunte, polacco-ucraine delle vittime dell’eccidio dei cittadini polacchi avvenuto nel 1943 nella regione di Volinia. “L’aggressione da parte della Russia contro l’Ucraina, iniziata nel 2014, e trasformatasi nell’ultimo periodo in una vera e propria guerra, ci rende ancora più consapevoli che la riconciliazione tra i nostri popoli e la collaborazione tra la Polonia e l’Ucraina libere e sovrane costituiscono il vincolo irrinunciabile della pace nella nostra parte dell’Europa”, hanno rimarcato il presidente dei vescovi polacchi, mons. Stanisław Gądecki, e Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, a capo della Chiesa cattolica ucraina di rito ortodosso, in un Messaggio sottoscritto a Varsavia il 7 luglio scorso, all’inizio delle celebrazioni commemorative. Ottant’anni fa, nell’estate del 1943 per mano dei nazionalisti ucraini, fiancheggiatori di Hitler, morirono 100mila abitanti della regione che prima della Seconda guerra mondiale si trovava entro i confini della Polonia. La Polonia da tempo chiede alle autorità ucraine l’esumazione e la degna sepoltura delle vittime innocenti di quell’eccidio, all’epoca gettate nelle fosse comuni e che oggi sono spesso difficili da ritrovare. I discendenti si aspettano, inoltre, da parte delle autorità ucraine un riconoscimento delle colpe e una richiesta di perdono che sembrano però difficili nell’attuale momento storico, quando l’Ucraina difende il proprio territorio richiamandosi anche alle tradizioni nazionaliste del secolo scorso. Il dialogo tra la Chiesa polacca e quella ucraina, iniziato nel 1987, prosegue con tenacia nonostante la guerra in corso. In merito il recente Messaggio afferma “nell’opera della riconciliazione non si tratta di dimenticare ma di superare il male del passato affinché, grazie alla purificazione della memoria storica, tutti siano pronti ad anteporre ciò che unisce a quello che possa dividere”.

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