“Il Codice di Camaldoli è diventato il simbolo della capacità di iniziativa dei cattolici per il futuro dell’Italia durante la guerra. Oggi siamo in una stagione in cui si sente il bisogno di una responsabilità civile maggiore. Per l’Italia, per l’Europa, per il mondo: tutto è incredibilmente connesso. Una ripartenza? Certo, non si può restare inerti”. È l’invito del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Nella prolusione al convegno sugli 80 anni del Codice di Camaldoli, in corso al Monastero, ha invitato a “non restare chiusi nel proprio ‘io’: bisogna avere il coraggio del noi! Fosse un ‘noi’ che discute, diverge, ascolta, propone”. “Siamo, come allora, travolti dalla tempesta della guerra. Nessuno può dire che non ci riguarda. Le conseguenze sono per tutti. Lo abbiamo capito, purtroppo ad intermittenza, lo dimentichiamo facilmente, ma – come disse Francesco – siamo tutti sulla stessa barca!”.
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