“L’infiacchimento della democrazia è sempre un cattivo presagio per la pace”.
È il monito lanciato dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella prolusione al convegno sugli 80 anni del Codice di Camaldoli. “La visione di Camaldoli aiutò a preparare quell’inchiostro con cui venne scritta la Costituzione, frutto di idealità ma anche di capacità di confronto, visione, consapevolezza dei valori della persona, la giustizia e la libertà. È requisito indispensabile – ha precisato il cardinale – quando si pensa di toccarne il testo e, aggiungo, per impostare un piano che sia nazionale e di vera resistenza e resilienza”. Quindi il presidente dalla Cei si è soffermato sulla guerra, che “opera sempre distruzioni profonde, non solo materiali ma morali, azzerando ogni patrimonio di relazioni stabili, di regole condivise, di fiducia reciproca”: “Papa Francesco, mentre chiede la pace presto, opera per preparare un ‘dopo’ senza la guerra. Se vuoi la pace prepara la pace! Significa promuovere una visione che attragga verso un mondo differente e che mobiliti passioni e energie per costruirlo, ma anche organismi e modalità in grado di mantenerla”. “Non c’è cura della casa comune se non impariamo a riconoscerci e a trattarci da Fratelli tutti. Finiremmo per distruggerla e per distruggerci. Bisogna risvegliare gli sguardi e le menti, per superare il ‘circolo vizioso’ per cui tutto diventa impossibile”, ha avvertito il card. Zuppi, ricordando che “non si può parlare di pace senza parlare della giustizia”.
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