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Maternità surrogata: la Camera approva la legge sul reato universale

(Foto ANSA/SIR)

Stefano De Martis

Con 166 voti contro 109 e 4 astensioni, la Camera ha approvato in prima lettura la proposta di legge che mira a rendere perseguibile anche all’estero il reato di maternità surrogata. A favore si sono espressi i gruppi di maggioranza (prima firmataria e relatrice della proposta è stata Maria Carolina Varchi di Fratelli d’Italia), in senso contrario quelli di opposizione, ad eccezione del gruppo di Azione-Italia Viva che ha lasciato libertà di coscienza.

Le questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate da deputati delle opposizioni erano state respinte dall’assemblea di Montecitorio nella seduta del 18 luglio. Il testo approvato, che ora passa all’esame del Senato, prevede che le pene stabilite dall’articolo 12 della legge n.40 del 19 febbraio 2004 si applichino “anche se il fatto è commesso all’estero’”.

La legge 40, quella sulla procreazione assistita, già a suo tempo ha definito la maternità surrogata come un reato punibile con “la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. In questi quasi vent’anni, tuttavia, nonostante il grave disvalore diffusamente attribuito a livello internazionale a questa pratica come forma di sfruttamento e di mercificazione delle donne, essa è stata legalizzata in alcuni Stati rendendo possibile il ricorso “in trasferta” all’utero in affitto, con conseguenze assai problematiche anche in ordine alla configurazione giuridica e alla tutela dei diritti dei figli nati con questo sistema. Di qui, in particolare, i casi relativi alla trascrizione degli atti di nascita formati all’estero in seguito a comportamenti che il nostro ordinamento riconosce come reati.

Il moltiplicarsi di queste situazioni ha spinto ad un’accelerazione sul piano normativo, anche se restano aperte molte questioni la cui radice è proprio nella contraddizione umana e giuridica insita nella maternità surrogata.

La Camera ha approvato soltanto un emendamento, quello presentato da Augusta Montaruli di FdI, in cui sostanzialmente si precisa che le norme non precludono la possibilità di adozione dei figli nati con fecondazione eterologa o maternità surrogata all’estero. L’emendamento ha avuto un sostegno trasversale ed ha ricevuto parere positivo dal governo. Tutti gli altri sono stati respinti, compresi quelli di Riccardo Magi, di +Europa, che puntavano a legalizzare a certe condizioni la stessa maternità surrogata. Su di essi il Pd non ha partecipato al voto mentre il M5S si è astenuto. Da segnalare l’appassionato intervento contro l’utero in affitto di Luana Zanella, che è intervenuta a titolo personale in dissenso dal gruppo di cui è presidente, l’Alleanza Verdi Sinistra.